Vuotare gli archivi: I Predestinati
 

a cura di Patrizia Frosi



con:
 

Damien Diomenni, Patrizia Aliria Fabbri, Sergej Mitrescu, Abrham Nicosvik, Diego Ravenna, Daniela Spiranti, Arthur Turant.

masterizzazione di Simone Biagini


 
 
Da un po' di tempo il mattino regalava a Sergej una spiacevole sensazione: inquietudine, timore, senso di colpa. Sì, un vago senso di colpa legato a un'occasione futura da non perdere. Ignorava esattamente quale fosse, ma sapeva che non era bene fare attendere il Caso. Si dedicò anima e corpo al centro sociale, alla composizione del suo ultimo pamphlet, all'organizzazione del dissenso no global. Eppure il presentimento non lo abbandonava... 
Un giorno di dicembre si trovava a Lugano. Niente di particolare, si trattava di portare oltre confine un bel po' di fumo per il veglione di capodanno. Una escursione in qualche bella vallata alpina, sano esercizio fisico e una vettura in attesa in Italia. Girava per le bancarelle del mercato, quando la sua attenzione venne attirata da una copia de “11 Settembre, le ragioni di chi?” di Noam Chomsky. I suoi occhi brillarono... l'ultimo libro del suo filosofo preferito... in tre secondi era già di fronte al negoziante. Questi sorrise stupito, sorrideva pure il volto del Che sulla sua t-shirt rossa:
- Mitrescu, è proprio lei? Cazzo, il mio filosofo preferito... c'ero anch’io a Genova, l'ho sentita parlare dal megafono... –
Sergej, vistosamente imbarazzato, chiacchierò per qualche minuto con lui. Infine chiese:
- Quanto viene il libro di Chomsky? –
- Niente, consideralo un regalo di Natale! –
Mitrescu lo ringraziò e stava per andarsene, quando l'altro lo interruppe nuovamente:
- Per caso è qui in Svizzera per quella festa a Ginevra? -
- Uh? -
- No, me ne ha parlato un cugino che fa le pulizie alla villa della contessa... E' spesso piena di italiani. Anche ora; i primi sono arrivati da qualche giorno, pare per il veglione di capodanno... beati loro, già in vacanza... -
- Ah, sì! Ho appena ricevuto l'invito... -

Ginevra, Villa della Contessa, 11 dicembre 2001, mattina 

La nebbia notturna circondava la villa con i suoi ultimi sottili filamenti. Piccole tracce di nebbia indugiavano tra gli alberi del parco resistendo ai primi timidi raggi di sole. Il cielo era terso, ma tutto lasciava prevedere un'altra giornata freddissima. I Destinanti si erano svegliati di buon’ora. Diego e Daniela curiosi di chiedere ad Abrham e Patrizia cosa fosse accaduto nella notte. Patrizia e Abrham desiderosi di discutere e confrontarsi su quanto accaduto poche ore prima. Mentre i destinanti si guardavano tra loro cercando di scacciare il sonno la porta dello studiolo si aprì. Sulla soglia Arthur stava cercando di entrare nella stanza senza rovesciare il vassoio e le caraffe che aveva in mano. Non sembrava particolarmente provato nonostante l’esperienza della notte precedente.

- Servizio in camera fanciulli! - fu il suo saluto.

Arthur indossava come sempre dei vestiti molto semplici, il suo volto sembrava molto più rilassato di quanto lo avessero mai visto. Nei suoi occhi l'inquieta fiamma che li aveva sempre animati sembrava sopita. Aveva lasciato posto a una calma quasi serafica che sembrava comunicarsi ai vicini.

- Diamoci sotto con la colazione, ci aspetta una giornata intensa -

Posò su un tavolino le caraffe contenenti succo d'arancia e caffè fumante, insieme al vassoio su cui erano ammonticchiate una quantità di brioches. L'irlandese ne prese una e dopo averci dato un sano morso si sedette su una delle poltrone.

Abrham sembra tenere al caffè e gli si avvicina per aiutarlo.

- Buongiorno Arthur. -

Anche Patrizia aiuta Arthur a distribuire la colazione. Ha l'aria stanca, ma lo sguardo è determinato. Ha una vistosa fasciatura alla mano sinistra, ma è vestita, se possibile, con ancora più cura del solito. Appare concentrata nel compito di distribuire tazze e caraffe, quasi che quei gesti semplici e quotidiani la aiutino ad affrontare il nuovo giorno.

Abrham si riempie una tazza di latte e caffè......sorseggia il liquido caldo mentre si avvicina ad una finestra... guarda fuori... L'aspetto è piuttosto malconcio: la mancanza di riposo dopo il rituale deve averlo stroncato. Le occhiaie sembrano tatuaggi sotto gli occhi. Lo sguardo sembra perdersi nelle nebbie, quasi cercasse di squarciarle. Sembra cambiato in quest'ultimo periodo: il fuoco scomparso negli occhi di Arthur sembra aver appiccato fuoco nell'animo dell'uomo. Sembra che sia questo fuoco a tenerlo in piedi. 

- Un nuovo giorno...- pensa ad alta voce...

Vedere il Maestro del Segreto in questa veste insolita fa sorridere Daniela non poco: se Arthur voleva riportare un po' di buonumore, ci e' riuscito appieno. Il suo onnipresente amore per le sorprese non viene mai meno. Quando nota la vistosa fasciatura di Patrizia alla mano sinistra, si affretta  a darle una mano, evitando di farle domande. Si limita a starle accanto. Poi beve una prima tazzina di caffe' mangiando nel mentre qualcosa e se ne versa una seconda, sorseggiando con calma il caffe'. Abrham e' alla finestra, guarda fuori: Daniela, con la calma di chi e' ancora mezzo addormentato, getta uno sguardo ad Arthur,che sembra incredibilmente sereno, e di nuovo ad Abrham. Ha quasi l'impressione che il ruolo dei due si sia invertito. E intanto scaccia il dubbio che le e' sorto, l'eco di parole preoccupate per Abe che qualcuno ha pronunciato in quei giorni, prima del suo arrivo alla Villa. Lo sente riflettere ad alta voce: 

- Un nuovo giorno...-
Daniela si alza, senza abbandonare il suo caffe', gli si avvicina e gli si ferma accanto, tentando una carezza un po' esitante e parlando piano: 
- Abrham, non voglio offendere il tuo dolore con parole banali ma... se c'e' qualcosa che ti preoccupa, parlacene. -

Abrham guarda Daniela e le sorride, il primo sorriso da quando è arrivato

- Non ti preoccupare piccola mia.......sto bene. -

In quel momento Arthur, con voce allegra, ha cominciato a parlare delle brioches:

- Le fanno in una panetteria in un paesino qui vicino, sono le migliori della zona. Piuttosto è un po’ che non ci si vede come state? -

Daniela si volta, lo guarda: aveva quasi dimenticato l'energia che Arthur riusciva a emanare persino nelle circostanze piu' banali come quella di una semplice colazione: 

- Maestro...- 
e accenna a un leggero inchino, sorridendo. E' chiaro che sta scherzando. Quasi presa da una sorta di pudore nel mostrarsi allegra si allontana da Abrham. 
- E' bello rivederti dopo tutto questo tempo. Io sto bene. A Firenze Patrizia mi ha fatto mettere in pratica un vecchio motto capitalista... 'Sei triste? Compra qualcosa?'... Damien e' salvo... e tutto sommato non siamo poi così isolati come poteva sembrare all'inizio...-

Damien arriva con una mezz'ora da ritardo....saluta Antonio e si fa accompagnare alla stanza... Ha un largo maglione blu  e jeans neri...cammina con un bastone da passeggio e i capelli bianchi scompigliati dal vento gli cadono sulle spalle.... Ma la testa e' alta...sorride...sembra un umore quasi innaturale....felice...tremendamente felice.... 

- Buongiorno fanciulli! Mi sembra di essere tornato a casa....-
Saluta tutti con un sorriso e un cenno della testa...gli occhi azzurri sembrano essere sempre piu' vivaci... Con un po' di fatica toglie la giacca e la appende...
- Sono contento di vedervi...molto....scusate il ritardo...- Damien cerca un posto dove sedersi, e lo fa, tenendosi una mano premuta sul rene. - Non sono ancora in piena forma....-

Arthur era saltato in piedi di scatto all'arrivo di Damien. In volto gli si leggeva chiara la gioia di rivedere l'amico.Gli si avvicinò e lo abbracciò con fervore.

- Perdonami amico mio... Non accadrà di nuovo! - sono le semplici parole con cui accoglie l'araldo delle Moire.

Anche Daniela gli si avvicina, gli stampa due baci sulle guance e poi, con un sorriso da ragazzina, gli tocca leggermente i capelli 

- Eh, non c'e' niente da fare... ti donano proprio! – 
prendendolo un po' in giro e sperando di strappargli un sorriso.

Patrizia lo abbraccia stringendolo delicatamente, timorosa di fargli male.

- Bene arrivato Damien. Sono felice di rivederti! Sei arrivato giusto in tempo per fare onore alla colazione e alle brioches che Arthur ci ha tanto decantato! – gli dice strizzando l’occhio.

- Grazie Patrizia...prendo il succo d'arancia...il mio Amico mi ha gia' lasciato troppo nervosismo addosso. -

Damien appoggia il bicchiere sul tavolino, e passa una mano sui capelli per ricomporsi....

Abrham si avvicina a Damien: sono cambiati entrambi dall'ultima volta.

- Ciao fratello mio....come stai? -

Un tè caldo e Nutella, tanta Nutella, ecco quello che ci voleva per risvegliarsi dopo una tale notte. Diego aveva incontrato Arthur e Damien solo di sfuggita in passato ed ora faceva colazione con loro. Tante domande, tanti dubbi si presentavano nella sua mente (Patrizia ferita?) ma decise di rivolgere l'attenzione ai raggi di sole che filtravano dal bosco e che si riflettevano sulle chiazze di neve nel giardino. Un gracidio, acuto, ancora il corvo, Diego rivolge lo sguardo a Daniela...

La porta dello studiolo si aprì di nuovo e il maggiordomo introdusse un giovane dall'aspetto inconsueto: alto, robusto, capelli castani e occhi azzurro cupo, indossava abiti dimessi e costellati di toppe, che gli davano l’aspetto di un clochard. Arthur gli si fece incontro, abbracciandolo.

- Bene, Sergej, sei arrivato anche tu. Adesso i figli del Sovrano sono al completo. -

Arthur attese che tutti i Fratelli terminassero la colazione, durante il pasto l'atmosfera era rimasta silenziosa, interrotta soltanto dai saluti e dagli abbracci all'arrivo di Mitrescu. Poteva avvertire chiaramente gli effetti degli eventi della notte precedente. Abrham e Patrizia cercavano di nasconderlo, ma era chiaro che gli eventi della notte li avevano profondamente segnati. E Daniela e Diego volevano sapere. Damien e Sergej attendevano spiegazioni. Li guardò ad uno a uno mentre consumavano il primo pasto della giornata, li osservò nei gesti quotidiani, nella personalità che traspariva da essi. La giornata in programma sarebbe stata pesante, meglio iniziare immediatamente. 

- D'accordo amici, credo che sia ora di iniziare. Ieri notte ci è stata Rivelata della Conoscenza, e in essa è implicata dell'Azione quindi credo che sia Necessario raccontare cosa è successo ieri sera. -

Il Maestro del Segreto si rivolgeva a tutti, indifferentemente. Lo sguardo si spostava da un volto all'alto, sereno.

- Ieri notte Abrham e Patrizia hanno evocato Merlino sul Promontorio. Io mi trovavo nel Sacrario e sono stato scelto come Vascello. Era successo anche ad Abrham in Egitto quando Merlino fu evocato una prima volta. Non ho ricordi riguardo a ciò che posso avere detto o fatto mentre Merlino era in me. Abrham e Patrizia ce ne parleranno. Però anche io ho incontrato Destino di Enigma. E' stata una Visione o una sorta di esperienza Mistica. Può succedere quando si è posseduti da una Nota. E' stata molto significativa, ma anche molto complessa e mi è difficile esprimerla a parole. Forse ci riuscirò più tardi nel Sacrario. -

Il tono è calmo, e ricorda molto quello che aveva usato la notte in cui per la prima volta li aveva condotti nel sacrario.

- Abrham, Patrizia. Vi pregherei di iniziare con il vostro racconto. Cosa è accaduto con Merlino? -

Abrham è vistosamente nervoso. La mancanza di sonno gli si legge in viso. Le occhiaie sono quasi tatuate. La mano sinistra è fasciata. Dal pallore del volto sembra potrebbe svenire da un momento all'altro. In contrasto con l'aspetto smunto gli occhi sembrano più vivi che mai, ricolmi di una incredibile volontà che si manifesta quasi come un fuoco inquieto. Abe si schiarisce la gola e inizia a parlare.

- Abbiamo chiesto a nostro Padre spiegazioni di alcune cose che ci aveva detto in passato e che ci risultavano poco chiare, ed indicazioni sulla missione che Patrizia stava svolgendo, e sul modo per poter trovare Balban. Ci ha risposto che le azioni hanno già benedetto uno di noi, di chiedete al ricettacolo del guardiano, lui sa, e può vedere. Penso che si riferisse a te, Damien. Poi Patrizia gli ha chiesto se stavamo agendo secondo il volere del Sovrano chiedendo la modifica dei Tre Limiti ed a quel punto Merlino ha espresso tutto il suo disappunto e la sua contrarietà per la nostra iniziativa, giustificando ed approvando in pieno la nostra esclusione dal flusso delle Emozioni. A quel punto si è rivolto verso Illusione e gli ha … fatto qualcosa … lui è caduto a terra urlando… poi il contatto si è interrotto e non abbiamo potuto chiedere più nulla. -

L'intero riassunto  è pronunciato quasi tutto d'un fiato. Non sembra che Abe sia di buon umore, e Patrizia lo sembra ancora meno. Vi rendete conto che la sua apparente tranquillità, la sua calma sono frutto di un ferreo controllo che sta esercitando su sé stessa.

- Direi che non ci sono dubbi su cosa pensa Merlino della nostra pretesa di modificare la Legge. Ed è indubbio che parli a nome di Destino Sovrano. Fratelli, credo proprio che abbiamo commesso un errore. Poteva succedere: cadute ed errori fanno parte del Libero Arbitrio. sono un rischio che corriamo. Adesso che ci è stato mostrato come stanno le cose, rimane solo da decidere che facciamo. O meglio, cosa il Sovrano vuole che facciamo. Arthur, visto che tu sei stato il Vascello di Destino di Enigma stanotte, a te ha detto qualcos'altro? Vuoi raccontarcelo? -

Arthur aveva ascoltato in silenzio le parole di Abrham, aveva annuito quasi a sottolineare le parole del Destinante in alcuni punti. Lo sguardo si era fermato su Damien per alcuni istanti quando Abrham aveva accennato alla possibilità che il Figlio delle Moire potesse individuare Balban. L'irlandese fece per rispondere a Patrizia, ma Sergej Mitrescu fu più rapido.

- Scusa, Patrizia, potresti spiegarmi perché sei sicura che Merlino parli a nome del Sovrano? Temo di essermi perso molto negli ultimi tempi. Se il volere di Destino era la Partenza, e Merlino è rimasto, questo non pone in discussione la sua autorevolezza? Sei sicura che la sua sia “solo”

l'opinione di una Nota? -

La giovane lo guarda con un'espressione allibita, poi rabbrividisce. 

- Come puoi pensare che un Nota di Destino non parli a nome del Sovrano! E' assurdo solo pensarlo! Cosa vorresti, che fosse l'Eterno in persona a venirti a dire che cosa pensa di noi? Di quello che abbiamo fatto ? Tu non sai... non c'eri ... è stato già abbastanza così. Quanto all'essere partito, Merlino è partito. Non so dirti se attualmente sia tornato, incarnandosi in qualcuno o se comunichi con le altre Note empathicamente. Questa è una cosa che dobbiamo ancora capire ....-

- Non è incarnato – puntualizza Abrham - ci parla dal cosiddetto mondo degli spiriti. Merlino è partito nel senso che non appartiene più a questa realtà, per lo meno non totalmente. -

- Scusa se ho urtato la tua sensibilità...- si scusa Sergej - come mio solito ragiono troppo in termini umani. Ma a volte è difficile distinguere nelle note l'aspetto divino da quello mortale. E in passato sono state in disaccordo tra loro... Sì, il Pathos è cambiato molto da come lo ricordavo... Ma sopratutto la cosa più difficile per me è ammettere di avere torto, non mi arrendo fino all'ultimo. -

Arthur fu rapido a intervenire:

- Le Parole di uno dei Sette Figli del Sovrano non possono essere messe in Dubbio. Il Dubbio non fa parte della Via del Sovrano. Merlino parla per Enigmi, come è sua Natura. Ma la sua parola è valida. Il Sovrano ha voluto la Partenza e l'ha ottenuta. Ma solo tre fra i Figli di Destino perseguirono la Partenza portando alle sue estreme conseguenze nel Rito di Euforia. Essi furono Destino di Sogno, Destino di Psiche e Destino di Discordia di cui io fui il Vascello. Gli altri Quattro affrontarono l'Armageddon seguendo vie diverse. Non ci possono essere dubbi sul fatto che queste Vie in qualche modo siano funzionali al disegno Imperscrutabile del Destino. Se Merlino è Restato, in qualche modo a noi incomprensibile egli persegue la Volontà del Padre, non sta noi dubitarne, non più dopo questa notte. -

Damien si fa passare quel sorriso che aveva....Fra i quattro che “presero altre Vie” c'era anche sua Madre...scomparve prima dell'Armageddon....Ora stringeva fra le dita l'unica cosa che gli era rimasta...La sua piccola medaglia d'oro che gli era stata regalata dalla Madre....e dalla Contessa... C'era la possibilità di incontrarla? Di sentire ancora per un attimo la sua Energia così unica? Il suo calore? Era già passato in secondo piano un altro pensiero... Balban...io sono il “Benedetto”... così ha detto il mio primo Maestro.... Lo troverò...lo distruggerò.... Guardandosi attorno, guardando i propri compagni...gli occhi diventano lucidi...

-..E non sarò solo...- sussurra.

Il tono della voce si fa più dolce, mentre il Maestro si alza e si avvicina a Mitrescu. L'irlandese afferra le spalle del filosofo con una stretta salda e dolce allo stesso tempo. Un dettaglio che coglie di sorpresa gli altri Destinanti. La stretta che Arthur sta scambiando con Sergej è la stretta che può esserci solo tra due persone strette da un'amicizia dalle radici profonde. Turant fissa negli occhi Mitrescu, senza sfidarne lo sguardo, ma solo per cercarlo.

- Fratello, credimi. Mi hai creduto quando ti ho trascinato in Siria. Credimi ora. Quante volte abbiamo discusso sul ruolo e il rapporto tra l'Uomo e Dio? Non riesco nemmeno a ricordarlo... Credimi ancora per un poco. Ricordi quando parlammo dell'importanza della Rivelazione? Credimi, loro sono Dei. Incommensurabilmente lontani dalla nostra Comprensione, e sono Potenti. E questa notte la Lotta con gli Dei è giunta a una svolta. Abbiamo scorto il Volto di chi sta lottando con noi. Le mie parole ti suoneranno folli, ma concedimi ancora un po’ di tempo per dimostrarti che ho ragione. Quando il sole sarà allo Zenit saprai. -

Sergej sorride di rimando. Arthur sapeva come vincere la sua diffidenza....

- Penso che non ci sarà bisogno di dimostrazione razionale. La verità è un'emozione intensissima, la si avverte a livello spirituale... la ragione serve solo a comunicarla ad altri. -

Arthur lasciò la presa. Per un attimo fu visibile a tutti la fasciatura sul braccio sinistro, fin’ora nascosta dal maglione. Poi si volse verso il camino osservando la fiamma e rivolto a nessuno in particolare:

- Ciò che agli occhi dell'Uomo era parso Necessario fare è stato compiuto. Questo evento ne ha scatenati altri. Ciò che noi abbiamo fatto è stato portare il Pathos davanti a sé stesso. A guardare dentro di sé. A ristabilire il Limite. -

Ci fu un attimo di silenzio

- Si, ristabilire il Limite. Avete sentito bene. Il Sovrano si è sempre opposto a qualunque interpretazione se non salomonica del Limite. Dopo l'Armageddon il Limite si era fatto confuso. E con esso i rapporti tra Uomini e Dei. Era Necessario che il Limite venisse ribadito. Le nostre azioni hanno costretto Uomini e Dei a guardarsi in faccia. Solo conoscendo il Limite sarà possibile per Uomini e Dei scongiurare l'Epilogo. Spetta ai Predestinati vegliare sulla Trama della Narrazione; dei Predestinati è l'Arte di tirare i fili della Trama affinché essi si svolga secondo il Disegno delle Moire. Ma i Predestinati sono Uomini Mortali, non Tensioni. Sono Personaggi, non Narratori. E' tempo che i fili siano rilasciati, rischieremmo di rompere la Trama spingendoci oltre. Il Sovrano è stato chiaro, i Predestinati devono Vegliare non Distruggere. E' tempo che le nostre Azioni ricompongano lo strappo. Predestinati. Questo è il nostro Nome Sacro, così come Destinanti è quello Mondano. -

Più in là nella stanza mentre Arthur continuava a parlare, la voce di Abrham uscì come un sussurro... quasi distrattamente stesse dando sfogo ai suoi pensieri.....

-....il Dubbio non fa parte della via del Sovrano....che coincidenza....è la seconda volta che me lo sento dire....-

Arthur osservò i volti dei suoi compagni, poi si accese una sigaretta e sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi malandrini disse:

- Allora Fratelli.... Siete pronti per tentare l'intentato? –

- Spero che l'intento vada per il meglio Arthur. Ma da quello che mi hai detto penso che la cosa sia fattibile. Perché non spieghi bene agli altri tutto? – interviene Abrham.

 
Daniela ascolta Abrham rivolgersi ad Arthur e aggiunge: 
- Per quel che mi riguarda, Arthur, sono abbastanza stufa di subire questa situazione. Farei qualsiasi cosa...-

Daniela si accorge ora che Diego la sta cercando con lo sguardo e torna a sedersi accanto a lui: e' curiosa di sentire quello che Arthur vuole proporre loro e, perche' no? approfittare di quel poco di Nutella che e' scampata all'entusiasmo di Diego... Hanno passato una strana notte, intenti a osservare quel succedeva nelle telecamere, e a informarsi a vicenda di quello che era successo negli ultimi mesi in cui non si erano sentiti. E anche ora che gli e' accanto, come quando e' scesa dalla macchina con Patrizia e ha visto Diego affacciato a una finestra al secondo piano, Daniela prova chiara quella sensazione che un incubo sia prossimo alla conclusione. E che, se non lo fosse, tutti insieme hanno una forza piu' che sufficiente per poterlo affrontare.

Arthur osservava i Figli di Destino radunati nel salotto. sentiva che la tensione saliva, che l'attesa cresceva. aspettavano che lui parlasse. Socchiuse gli occhi, maledicendosi silenziosamente, chiedendosi per l'ennesima volta se aveva il diritto di fare ciò che avrebbe fatto. Gli uomini e le donne che erano con lui in quella stanza lo avevano seguito su strade erte e rischiose, senza mai mettere in discussione nulla, affidandosi a lui con una fiducia che lo spaventava. Neanche in quel momento aveva la certezza di essersela meritata, ma sapeva che loro, come lui, avevano votato la loro vita al Sovrano. e per questo non potevano esserci esitazioni. Con un piccolo colpo di tosse si schiarì la voce:

- Ascoltatemi attentamente. Da adesso in avanti, le ore che trascorreremo in questo luogo dovranno essere vissute con mente e cuori aperti, con lo spirito dei Risvegliati. In questa sala è radunato il Movimento di Destino, gli uomini e le donne che servono il Sovrano. Sono lontani i tempi in cui Destino custodiva l'ascesa di Imperi e causava la caduta di altri. Ma questo non ha significato. Per noi, come per coloro che innalzarono Roma, così come per il maratoneta il compito è sempre stato lo stesso. Vegliare lo svolgimento della Narrazione e intervenire in essa  quando se ne fosse realizzata la Necessità. -

Man mano che le parole fluivano dall'irlandese la sala scese nel silenzio più profondo, il suo tono era progressivamente cambiato, e ora non aveva più nulla di amichevole. La voce era forte, e il timbro profondo.

- Noi siamo Destinanti, nostro è il compito di realizzare il volere del Sovrano. Il Nostro Eterno non è mai stato largo di parole, e le sue vie sono sempre state misteriose. Anche tre anni fa quando affidò ai Destinanti il compito di fare qualunque cosa per favorire la partenza fu di poche parole, lasciando la realizzazione del suo volere nelle mani del libero arbitrio dei suoi Figli. Ora l'Armageddon è avvenuto, la rete è stata ricomposta e la Narrazione prosegue. Ma il nostro compito non varia. Il volere del Sovrano deve essere la nostra unica Via. Dalla Notte dell'Armageddon non ci sono stati più segni del volere del Sovrano. O meglio non siamo più stati capaci di vederne. Io ho cercato di guidarvi al meglio delle mie possibilità, al meglio della mia conoscenza dei Misteri di Destino. La Narrazione prosegue, e in questo preciso momento non esattamente a nostro favore, ma anche questo perde di significato se riflettiamo sul nostro compito di Destinanti. Fin dalla fine dell'Oblio Destino ha osservato, ha tenuto sotto controllo, ed ha agito quel tanto che bastava perché le cose seguissero un corso a lui favorevole. Agire sui punti chiave della narrazione, questo è il modo con cui dovremo muoverci. Il Sovrano ci ha sempre insegnato l'importanza delle conseguenze di certe scelte. -

Arthur tacque un attimo, ma gli occhi frenarono qualunque domanda fosse sorta nelle menti dei compagni. Lo sguardo dell'irlandese era profondo, quasi ipnotico. I Destinanti avevano la certezza che quelle parole venivano pronunciate da Artù e non da Arthur.

- C'è un ricordo che sta alla base di tutte le mie azioni da quando tornai a essere Arthur Turant e Taliesin mi lasciò. Un ricordo che risale ai giorni precedenti l'Armageddon, quando io e gli altri euforici eravamo asserragliati alla baita per custodire i tre pezzi del Seme che avevamo recuperato. E' un ricordo parziale di quello che a sua volta era un ricordo lontano di Taliesin. I dettagli sono persi tra le mie amnesie, ma il significato no. Ascoltatelo come se fosse una leggenda, un racconto della nostra tradizione. Da esso inizierà il cammino che percorreremo nelle prossime ore. Rifletteteci sopra con la mente e con il cuore, le domande verranno dopo -

Arthur accese una sigaretta e chiudendo gli occhi cominciò a narrare:

- Centinaia di anni fa, Destino Sovrano visitò un monastero irlandese. Lì vi aveva trovato rifugio un uomo di mondo, che ritiratosi aveva assunto il nome di frate Selvasius. Costui era uno dei Figli di Destino, e il suo Eterno si presentò a lui. I Fratelli di Destino avevano già iniziato ciò che avrebbe portato l'Oblio, e il Sovrano aveva già previsto la Fine. La Fine che sarebbe stata annunciata dalla Fine dell'Oblio. Destino tra i sette eterni era colui a cui era stato affidato l'incarico di mantenere lo status quo in nome di Bha. Ma anche Destino come tutti aveva subito l'Anomalia. Anche lui aveva compreso cosa era la libertà. E fu così che in quella notte lasciò una profezia, l'ultima profezia, che si sarebbe adempiuta soltanto alla Fine del Tempo. Una Profezia che annunciava la vittoria sull'Armageddon. Destino sapeva che Bha avrebbe posto fine a questa storia, che in ogni caso sarebbe stata la Fine. Ma sapeva che l'Anomalia aveva cambiato il Pathos, il Seme, e le stesse Assenza e Presenza. Destino sapeva che Bha non avrebbe potuto nulla sulla Narrazione se l'Anomalia fosse stata compresa. Faceva parte di Pathos. L'Anomalia, quella cosa che aveva dato al Pathos per la prima volta il libero arbitrio, quella cosa che aveva generato l'uomo era la chiave per evitare la Fine. Le parole di Destino quella notte profetizzarono di una storia finalmente libera di essere narrata. Una storia la cui fine non era decisa da Bha ma la cui fine sarebbe venuta soltanto quando le trame si fossero esaurite, non prima e non dopo. Una Storia in cui il Pathos libero da Bha avrebbe creato nuove Realtà anch'esse libere. Una Storia in cui il Pathos risvegliato avrebbe vegliato sulla narrazione, finalmente libera, di questa Realtà. -

Turant riaprì gli occhi e aggiunse:
- Il nuovo Millennio è la Narrazione di cui parla Destino. E io voglio realizzare questa Profezia. -

I Fratelli del Maestro del Segreto videro che la fiamma che appariva sopita in quel momento bruciava violenta nell'espressione del volto dell'irlandese. Arthur lanciò uno sguardo fuori dalla finestra e poi controllò l'ora. Fece un mezzo sospiro e poi senza dar tempo alle domande aggiunse:

- Il Sole è quasi giusto. Non lo rimarrà a lungo. Dobbiamo scendere al Sacrario. Lì vi saranno chiare molte cose. Se dovete prendere qualcosa andate ora, ci muoviamo subito. -

mentre si sfilava il maglione. La fasciatura non sembrava impedirlo. Arthur indossava una felpa di tuta leggera, al collo una colonna che prima era nascosta dal maglione. Sembra di oro rosso, e a primo sguardo sembra sottile filo spinato.

- Andiamo? -

Abrham esita:

- Arthur ancora una cosa... Nella sua profezia Merlino ci ha lasciato nelle mani di Taliesin ed Anubi. Taliesin sei tu... in quanto tu sei stato il suo Vascello per molto tempo. Ma Anubi? Merlino ha detto di chiedere a te, Vascello di Taliesin, chi fosse Anubi. Come ti ho detto Merlino ci ha detto che non era Momm. Allora chi è ? Per citare mio Padre: “Chi fu a guidare le legioni dei morti nell'Antico Regno ? Era forse un uomo colui che banchettava con i cuori dei nemici uccisi ? Chiedete a colui che un tempo fu mio fratello, chiedete se ricorda chi non riuscì a capire la maestosità dell'eresia del Sole ed il suo vero scopo, chiedete a chi fu in grado di latrare patetici ammonimenti davanti ad un potere superiore. Saprete dunque chi fu e mai più sarà Anubi.” -

Arthur sembra assorto in pensieri lontani prima di rispondere.

- Anubi era il Nome con cui Destino di Discordia era noto nell'Antico Egitto. Era una cosa Nota solo a Taliesin e Merlino. MOMM assunse il riferimento ad Anubi spontaneamente. Credo che Merlino vi abbia messo nelle mie mani – aggiunge con un'espressione sinistra.

I Destinanti stavano avanzando lungo lo stretto budello che li avrebbe portati all'anticamera del sacrario. Nella mente riaffioravano i ricordi della prima discesa in quel luogo, quella volta era notte, ma non c'è differenza tra quella notte e questi momenti, il buio è totale, il passaggio è buio come allora. Mitrescu avanza silenzioso facendosi guidare dagli altri. Era la prima volta che scendeva nel sacrario. quasi si era messo a ridere quando aveva visto i destinanti scendere in un passaggio segreto dietro a un camino. Li aveva seguiti, Arthur era stato il primo a entrare. Attraverso un passaggio era giunti a una stanza molto austera con al centro un grosso cratere, non più alto di una trentina di centimetri, riempito di acqua cristallina. Qui una rapida cerimonia di purificazione era stata seguita da un cambio di abiti. I vari destinanti avevano indossato delle tuniche di diverso colore: Damien rosso cupo, Abrham e Patrizia blu profondo, Arthur candida. A lui e a Daniela ne era stata data una bianca, anzi non proprio, una leggera sfumatura azzurra era visibile. 

Abrham sembrava turbato. Lo tormentavano le Domande, quelle domande che non aveva avuto il coraggio di proferire davanti a suo Padre. Lo tormentavano i ricordi dell'ultima volta che era venuto in questo luogo, da solo, al buio. Non sapeva neanche cosa era venuto a fare quella volta....forse solo a trovare un po’ di pace dalla realtà. Ma aveva solo trovato afflizione per un peso che gli si era formato sul cuore. Come la prima volta si purificò con l’acqua del cratere. E come la prima volta inizio a vestirsi. Si scoprì il petto, due profonde cicatrici segnavano l'addome dell'uomo. Indossò la sua veste color blu intenso.

Damien avanza lentamente... il corpo sembra diventare sempre piu' pesante... e' sempre piu' difficile avanzare....si ferma appoggiandosi alla parete facendo segno ai suoi Fratelli di passare avanti, e riprende subito il cammino…

Sergej seguì gli altri attraverso uno stretto budello di roccia in cui non si vedeva nulla. Si fermò istintivamente quando sentì davanti a lui diverse espressioni di genuina sorpresa. I Destinanti erano entrati nel sacrario, ricordandolo com’era quella notte in cui vi erano scesi la volta precedente, e rimasero storditi dalla luminosità che ora presentava il luogo. Si trattava di una grotta di dimensioni abbastanza ampie, un grosso crepaccio si apriva nella volta e attraverso di esso la luce del sole illuminava il centro della grotta, e si rifletteva in una vasca piena d'acqua. Le pareti erano ricoperte di dipinti preistorici, simili a quelli presenti nella grotta del promontorio. Attorno alla pozza che dominava il centro della grotta erano disposti a semicerchio sette troni di roccia, da ciascun trono sette gradini scendevano fino alla riva della pozza. Dall'altro lato della vasca, esattamente di fronte al semicerchio composto dai sette troni ve ne erano altri tre di dimensioni uguali, o forse leggermente maggiori. La luce del sole invernale entrava diretta dall'apertura nella volta della grotta e scendeva come una cascata luminosa sui troni e sulla sorgente di acqua cristallina ai loro piedi. Una splendida cortina di Luce che discendeva dall'alto donando al luogo pace e calore nonostante il freddo invernale.

Abrham sentì il magone sciogliersi come una palla di neve al sole. La visione sembrò aprirgli gli occhi.

Lo sguardo di Damien si diresse subito verso la sorgente di luce e sorrise…

Arthur raggiunse rapidamente la zona dei troni entrando nella cortina di luce. Si voltò verso gli altri.

- Il Sole Invernale, Il Sovrano Dormiente. Il Sole è il Sovrano, come lui oggi ci sembra distante e freddo, ma in questo luogo, questi freddi raggi sono luce e calore. Un segno di come il Sovrano anche se distante possa essere percepito e seguito. Venite Figli di Destino, venite nella Luce del Sovrano! Egli vi chiama!-

La voce di Arthur è gaia e squillante, sembra quasi che vi stia invitando a prendere il sole.

Abrham chiude gli occhi.

… Che cosa succede? pensa la parte razionale di Abe, quella parte che lo pone sempre in discussione. Cosa pensi che succeda? si risponde da solo. Abbi fede Abrham...per una volta nella tua vita....abbi fede. Ricorda il peso del nome che porti.... Tu porti il nome del Padre della Fede. Abrham apre gli occhi, lucidi, esitanti così come i suoi movimenti. Con passo lento e tremante entra nella luce.

Alle parole di Arthur Mitrescu associò l'immagine del sole del mattino, un sole caldo sulla pelle, bruciante, che non permette di continuare a riposare, accompagnato da un'esplosione di energia incontenibile che scorre liberamente nel corpo. Così è la verità, così è la vita, terribilmente esigente, a volte spaventosa. Ma il buio in cui ci spinge la paura è mille volte peggio. “Vai avanti!” urlò il suo senso del dovere. Esitò un istante.. ordine gerarchico? No, davanti al Divino certi concetti perdono il loro debole significato. Seguì Abrham.

Patrizia osserva affascinata i mille riflessi che danzano sulle pareti, dando alla grotta un aspetto fiabesco, rincorrendosi ed intrecciandosi, illuminando ora l’una ora l’altra delle figure dipinte sulle pareti. Lentamente avanza entro il fascio di luce, percependone il calore sulla pelle, quasi una carezza.

Damien con sicurezza si avvicina al trono centrale dei sette...come già fece...

Nel momento in cui i Predestinati entrarono nel fascio di luce, su di loro scese una calma sovrannaturale. I deboli raggi del sole invernale illuminavano i loro volti come tiepide carezze. L'intera caverna era ricca di riflessi, e i troni vuoti sembravano avvolti da una luce splendente. L'acqua della pozza posta al centro della grotta riluceva come uno specchio d'argento. Il Maestro del segreto si scoprì il braccio sinistro, privo di bende, su cui si vedeva una lunga ferita recente. I predestinati non ebbero bisogno di indicazione, istintivamente si avvicinarono alla pozza e la osservarono. Nell'acqua è riflesso il volto di Arthur, la luce trasfigura il riflesso, e' difficile tenere a fuoco l'immagine sull'acqua che si increspa. Un sottile rivolo di sangue è stato versato, smuovendo la superficie, forse il sole si è spostato, ma la luce sembra mutare. Dalla sorgente la luminosità sembra crescere, in impulsi irregolari. Rapido il maestro del Segreto si mosse tra i Predestinati, la mano destra veloce scorreva sulle fronti di ciascuno. lasciando un segno vermiglio. Sulla fronte i destinanti cominciarono ad avvertire un calore sottile che in pochi secondi aumentò di intensità. Arthur si voltò, nei suoi occhi per un istante bruciò una fiamma cremisi. Poi Arthur iniziò a Narrare, la sua voce risuonò forte e profonda sotto le volte millenarie della grotta, ed i risvegliati seppero, senza ombra di dubbio, che colui che parlava era Artù, non Arthur, e che nella sua voce era il potere della Narrazione. Seppero, in ogni fibra del loro essere, che quanto stava dicendo era realmente accaduto.

 

Nelle profondità della grotta circondato dagli scranni degli antichi dei giace inginocchiato colui che un tempo sedeva di diritto su uno di essi. Ha gli occhi chiusi, in contemplazione, cercando di afferrare nuovamente un barlume di quell'energia che un tempo era per lui fonte vitale. Una sottile striscia rossa attraversa il suo avambraccio sinistro, e qualche goccia cremisi scivola lungo il braccio. Il silenzio, unica risposta alle sue preghiere, ricorda al giovane che ormai da troppo tempo il Sovrano non manifesta il suo volere agli uomini. Era così semplice un tempo. Sarebbe bastato chiudere gli occhi ricordando il Labirinto con le sue infinite vie, lo sbocciare repentino e l'accartocciarsi dei fiori grigi che ne ornavano le pareti di siepe, il lontano mormorio del mare ove un tempo si infrangevano le onde dell'Oceano delle Possibilità, il cuore di Okeanos. 

Il Giardino di Destino...
Arthur ricordava ancora l'odore di quei fiori; il suono delle Onde di Okeanos. Erano state le prime sensazioni che aveva avvertito quando Destino di Discordia lo aveva lasciato. Taliesin aveva fatto in modo che nel Culmine dell'Euforia, Arthur entrasse nel Giardino. Per un Ultimo incontro con il Sovrano, finalmente riunito nei suoi Tre Volti. Quante volte prima del Ritorno si era abbeverato alla Fonte della Vita, innumerevoli volte aveva vagliato con lo sguardo i possibili futuri del suo ospite in modo da scegliere colui che meglio avrebbe servito suo Padre. Un tempo avrebbe incontrato le Triplici in quel giardino, espressione vivente del Sovrano, guida e sibilla infallibile. Lo avrebbero consigliato, aiutato, non avrebbe dovuto scegliere da solo, portare da solo un così pesante fardello. Un fardello Necessario. Era stato questo il suo primo pensiero quando Le Moire aveva smesso di parlare. Le Primogenite erano al fianco del Padre in quel momento che precedeva la Partenza.

Un tempo era un dio.

E ora un semplice Uomo, ma non per questo la sua Fede in Destino aveva ceduto.

Il gracchiare di una cornacchia lo desta dal leggero oblio in cui è scivolato permettendogli di vedere una figura seduta sullo scranno che un tempo fu del Figlio di Enigma. Una maschera bianca senza fessure nè lineamenti copre il volto dello sconosciuto così come un pesante domino scuro ne cela i capelli ed il corpo. Si alza con fatica artigliando con dita pallide i braccioli dello scranno, per poi avvicinarsi silenziosamente all'uomo.

Arthur osservò nel silenzio la figura avvicinarsi, l'espressione si indurì leggermente per la tensione. Finalmente dopo mesi di attesa avvertì su di lui lo sguardo del Sovrano. Con serenità attese la Scelta che L'Enigma del Destino gli avrebbe posto.

- Senti il rumore delle onde? Il sussurro degli spiriti nel vento? -

dice con un filo di voce mentre punta una mano verso l'ingresso della grotta dal quale giunge una forte luce e l'odore dell'acqua salmastra, quasi a volerlo invitare a precederlo in quella direzione.

Arthur voltò la sguardo nella direzione indicata. Non crede che le parole possano rispondere alla domanda della Nota. La Conoscenza poteva essere acquisita soltanto attraverso L'Azione. L'espressione dell'irlandese si addolcisce e chinando il capo in segno di rispetto si appresta ad aprire la strada alla Nota. Il Maestro del Segreto si diresse con passo deciso verso la luce, la mente serena nella ricerca del Destino. Un'esplosione di luce lo accoglie varcando la soglia, per pochi istanti ricorda un'ebbrezza lontana e si perde nella dolce sensazione mentre un fremito lo scuote. Quei suoni, quegli odori, gli sono familiari. Li aveva dimenticati da tempo ed ora lo assalgono prepotentemente, lo penetrano e travolgono.

- Okeanos...- vorrebbe balbettare ancora accecato dalla luce.

- Si. - è la risposta al pensiero inespresso.

Il cuore si gonfia di gioia, il Sovrano è lì, aleggia su quelle acque, principio e fine di ogni cosa.

- Sire, imploro il tuo Giudizio! - non fu un grido, ma un'emozione. Come un riflesso a lungo represso scatenato dalla percezione del Sovrano. Un’emozione carica di ansia, dolore, aspettativa.

Le onde sono i flutti del mare delle possibilità, le acque che lo generarono ed accudirono all'inizio della Narrazione. Il vento porta le voci degli spiriti che furono e i sussurri di quelli che attendono di essere. Non può più trattenersi e cerca di guardarlo ancora una volta, in basso, sul fondo dell'altissimo strapiombo, oltre la nebbia del tempo.

- Sire, vi prego, lasciatemi Capire! – è la silenziosa preghiera dell'irlandese mentre il suo sguardo e il suo spirito si perdono nell'osservare le Trame della Narrazione.

Ma la voce, dura e sprezzante, lo ferma penetrando in lui come un coltello.

- Non lo fare. Colui che era parte di te è tra i flutti, non ti è dato contemplarne le infinite possibilità. Voltati e guarda verso di me, la vista del mare delle possibilità ti è stata negata. Per scelta della scintilla che ti animava non potrai più osservarne le correnti eterne. Il tuo essere si fonderebbe con esse, vivendo ogni possibile vita, tutti i passati che non sono stati, gli innumerevoli presenti e gli infiniti futuri che mai saranno. Vivresti in ogni istante quelle vite, verresti dilaniato da ogni possibile morte gustandone il dolore prima dell'oblio. -

Arthur socchiuse gli occhi, come a voler mettere a fuoco la visione.

- E' vero, sarei annientato. Con la sorte che spetterebbe all'Uomo che aspirasse all'onniscienza. Tuo Fratello se ne è andato però mi ha lasciato la malinconia del Suono delle Onde. Ma hai ragione non mi è dato contemplare l'arazzo. -

Arthur volge prima lo sguardo ai suoi piedi, osservando lo stretto lembo di terra su cui si trova, una piccola sporgenza sull'infinità dietro di lui. Con la vista ancora confusa dalla luce affronta il volto mascherato della nota. Era giunto il Momento. Il maestro del Segreto avvertì chiaramente un sottile cambiamento nella Narrazione. Ora aveva l'assoluta certezza di essere ad una Scelta. Ad un momento della narrazione i cui risultati avrebbero influenzato eventi futuri. Ebbe paura, ma ne fu rincuorato. Soltanto uno stolto non avrebbe avuto paura in quel momento. Sapeva che questo incontro era voluto dallo stesso Sovrano. Il momento in cui Il Maestro del Segreto avrebbe dovuto giustificare le sue azioni. Non al Pathos, ma ad una delle Sette Notte di Destino, Figlio del Sovrano.

- Hai portato il Pathos ad affrontare sé stesso. Le tue azioni sconsiderate hanno precluso ai figli che ti erano stati affidati l'unica via per la conoscenza. Il tuo orgoglio scatenerà presto la guerra che porterà alla fine della narrazione. I figli degli uomini sono confusi, credono di poter rinnegare la fonte che li alimenta, credono di poter ricacciare nell'oblio coloro che li hanno generati. Ci siete quasi riusciti quella notte maledetta, tu e i tuoi compagni avete seguito il sogno di Psiche confondendo l'Anomalia con il volere del Sovrano. Hai detronizzato la divinità sostituendola con un vuoto fantoccio; come puoi sperare che basti per alimentare la fiamma della fede? La fiamma che non riscalda più il cuore dell'uomo e lo lascia in balia dei suoi istinti, dimenticando le Vere emozioni e lo scopo primo della sua esistenza: la Narrazione. -

Ogni parola colpì come una sferzata il giovane.

Gli occhi azzurri rimasero fissi sul volto senza lineamenti, ma nello sguardo non c'era sfida né rancore, solo e semplice sollievo, sollievo per la fine di una lunga attesa.

- Perché tutto questo? -

Queste parole scatenarono in Arthur una forte sensazione di speranza. Forse il momento che aveva atteso da lungo tempo era arrivato. Le Parole di colui che un tempo era Merlino erano le parole di un Dio. Non potevano essere ignorate in alcun modo.

- Per la Narrazione, Signore degli Specchi, per quella piccola parte che ho imparato a Discernere. Dopo la Notte dell'Armageddon, nei mesi del Silenzio, e anche dopo con la Nuova Rete, i Figli di Destino hanno dovuto cercare nel nulla il loro sentiero. Non potendo udire i loro signori hanno cercato di ascoltare le emozioni del loro cuore. Hanno cercato dentro di loro quella piccola parte dei 49 che è in ciascun essere umano. A modo loro hanno cercato di lavorare per il bene del Pathos convinti che nel Nuovo Millennio il Volere del Sovrano fosse tornato a essere quello originario, vegliare e osservare, per agire quando necessario. Custodire la Narrazione. Per questo diedero la caccia a Demogorgon, per impedire che devastasse la Narrazione. Nei mesi che seguirono l'Armageddon però fu chiaro che le Note rimaste si stavano asserragliando, trasformando i loro Accordi in scorte. Che ancora una volta i Motori della Narrazione erano sempre più vicini a diventare personaggi della Narrazione. Per questo ho intrapreso le azioni necessarie affinché il Limite venisse nuovamente Tracciato. La Punizione che ci avete inflitto ne è la contingenza attuale, le Note hanno dimostrato il loro potere, e hanno sancito il rapporto tra Divino e Uomo. Ciò che ho fatto, l'ho fatto per il Limite. Su una tastiera ho scritto che ti disconoscevo. Sappiamo entrambi che non vuol dire nulla. Un Uomo non è in grado di rinunciare a una delle tensioni che è in lui. Ed ora, qui nel Sacrario, non posso che rinnegare le mie parole. Tu sei Destino di Enigma, e io ti devo rispetto e obbedienza perché questo è il Secondo Limite. E grande è il conforto di poter finalmente sentire le parole di uno dei Sette di Destino. La fiamma della mia fede brucia pura Signore degli Specchi! Ho cercato di agire sulla base di quel poco del volere del Sovrano che conoscevo. Destino non forniva Segni, e così ho dovuto cercarli. Ho dovuto forzare gli eventi affinché questo momento fosse possibile. Affinché i Figli di Destino indicassero il Volere del loro Sire. Mio Signore accetterò il tuo giudizio, e chiedo il Tuo aiuto per chiedere il Giudizio del Sovrano e di tutta L'Armonia di Destino, affinché ci sia indicato il Volere del Nuovo Millennio e l'operato sia giudicato. -

Arthur tace un attimo e poi aggiunge:
- Un bambino non può reggere il telaio di un adulto, semplicemente non può. -
Poi sereno attende la reazione del dio.

- La tua Fede è forte, se così non fosse non ti sarebbe mai stato permesso di guidare l'armonia, quindi non temere per la tua vita poiché non verrai punito, non oggi. -

Il sollievo per il riconoscimento della sua fede, fece ignorare all'irlandese la grazia ricevuta. Non temeva Morte da molto tempo ormai, sapeva che sarebbe venuta nel suo Momento, non prima, non dopo.

- Il tuo errore più grande è stato cercare di percepire le vie del Sovrano come la Tensione a Discordia ti ha insegnato. La nota non è più in te, il fragile involucro che un tempo la ospitò non può più contemplare ciò che chiami l'arazzo, non può più percepirne l'intima essenza. Non vi è modo alcuno che questo accada. Hai perso per sempre l'accesso all'essenza della nota, non puoi più percepire e modificare con atto cosciente il flusso del Destino. Puoi solo viverlo e seguirne il breve tracciato che ti è dato di vedere. -

…tentare di percepire come una Nota? Cercare di vedere la Trama del Destino? E' vero, ci ho provato. Ma era l'unica cosa che potevo fare. Il Servo deve far fruttare il denaro del padrone. C'è una parabola in proposito…

- Fino a quando continuerai a cercare di modellare il mondo così come facevi un tempo la sconfitta sarà il tuo unico risultato, il tuo ruolo è cambiato. Il fragile simulacro di rete che hai contribuito a creare è la prova tangibile della vera eresia... -

…il mio Ruolo. Il Sollievo che i Padri ci sono ancora, che una Guida esiste ancora. La possibilità di conoscere il proprio Errore. Mi piacerebbe riuscire a spiegare l'angoscia del dover Agire senza avere la Conoscenza, ma sempre ricercandola. La Rete prova dell'eresia? Nel senso di rete Anomala? …

- …cercando di riunire in sé poteri che esistono per essere divisi e in continuo contrasto, in balia di forze che non potete sperare di controllare. Il seme non è più qui ad aiutarvi a indirizzare la narrazione. La rete si sta sfaldando poiché il Destino più non fluisce in essa, accadrebbe lo stesso se un altro dei pilastri venisse a mancare. -

…pericolo! la rete e Destino in pericolo? Il blocco del flusso sta distruggendo la rete? Oppure è l'unione di poteri che devono essere divisi? Gaia e il Pathos?…

Per un istante il volto senza lineamenti sembra coperto da un'ombra cupa e scura che riempie il cuore di Arthur di una profonda tristezza. 

- Avete cercato il riflesso del microcosmo nel macrocosmo basandovi su ciò che siete stati, su i poteri che un tempo vi erano stati donati. Poteri che ormai non sono più. -

…microcosmo nel macrocosmo. Gli eventi del microcosmo avevano richiamato il macrocosmo. Finalmente avrebbe avuto un Segno un'indicazione…

- Ti sbagli figlio della Discordia. Il microcosmo ha tentato di giocare con il macrocosmo senza esserne veramente parte, non lo ha richiamato. L'uomo da solo non ha il potere di ricostruire una rete, il Seme non è più tra voi .- è la risposta della Nota al silenzioso pensiero. 

- L'Anomalia ha portato questa narrazione ad un noioso e troppo lungo epilogo. Epilogo che sempre più si sta avvicinando alla fine perché più nulla è rimasto da narrare dopo che avete cercato di soppiantarci. Non esistono più personaggi, solo motori della narrazione. Avete mille scintille di emozione ma nessuno che le usi per accendere una lieve candela che rischiari il vuoto dell'Assenza. -

…Epilogo.... Epilogo..... ho orrore per questa parola. Orrore perché trovo che definisca esattamente la verità. L'equilibrio tra Motori della Narrazione e personaggi. Ecco l'intima natura del Limite. Era questo il punto. Note non più motori, ma personaggi. Uomini Motori e non Personaggi. Si, la Necessità che il Limite venisse ribadito era necessaria…

- Il Limite definisce chi sono i Veri Narratori e i Personaggi del racconto. – 

pronuncia la Nota quasi parlando a se stessa.

L'espressione di Arthur mutò per un istante, sul suo volto si formò un'espressione di trionfo. Quelle parole, quelle parole, finalmente pronunciate da una Nota. Forse tutti i sacrifici non erano vani, forse si sarebbe potuto trovare un nuovo equilibrio. La Lotta contro gli Dei aveva dunque una soluzione.... I pensieri di Arthur erano già pronti a correre nelle infinite implicazioni che le parole della Nota portavano, ma cercò di concentrarsi su quell'istante, su quanto stava accadendo.

- Credi forse che nella notte dell'Armageddon l'Assenza abbia perso ? L'Assenza sta vincendo, poiché il suo scopo non è mai stato la cancellazione di questo mondo ma la fine di ogni storia. L'uomo, dimenticandosi di essere un personaggio, un attore il cui copione nessuno ha scritto, si confronta ormai con ciò che è stato e mai più sarà. Perderà questa battaglia se non saprà cambiare tattica al momento giusto. -

Arthur tacque per alcuni secondi.

- No, Figlio del mio Sovrano. Non perderemo questa Battaglia. L'uomo anela a tornare l'attore il cui copione nessuno ha scritto. Davvero. Ma non può farlo nel caos dei Motori che agiscono da Personaggi. Per essere Personaggio l'uomo ha bisogno dei narratori. Dal disagio di questa situazione è nata quella attuale. Ma io sono pronto a fare ciò che è Necessario, come lo sono sempre stato. Se la rete e la Narrazione sono in pericolo io sono pronto a fare qualunque cosa. Anche disfare tutto ciò che ho costruito, senza esitazione. Ho provato a Seguire il Volere del Sovrano quando non lo conoscevo. Ora il mio Desiderio più grande è poter tentare di chiedere il Consiglio dell'Armonia di Destino, anche di coloro che sono Partiti. Indicami la Via, Insegnami ciò che ho dimenticato, Destino di Enigma -

- Coloro che sono partiti sono qui con me. Adesso. Se i tuoi occhi fossero in grado di reggerne la vista vedresti il riflesso del Sovrano tra i flutti di Okeanos ed in esso i volti di coloro che cerchi. Essi sono parte di me come io lo sono di loro. Chiedi dunque ed avrai risposta. -

 
Arthur accettò queste parole, come un fulmine a ciel sereno. Avrebbe voluto poter vedere nuovamente il Volto di suo Padre Destino di Sogno, o ascoltare la Voce della Primogenita. Ma si doveva fidare. Dalla fiducia nasce la Fede, e la sua Fede doveva essere Vera. Alzò quindi lo sguardo sul volto ultraterreno di Destino di Enigma, ne osservò la mancanza di lineamenti, ne percepì l'alienità e la possanza. Poi si voltò a osservare nuovamente la Luce che gli precludeva la vista di Okeanos. Se i sette di Destino erano li, avrebbero udito ciò che aveva da dire, e forse avrebbe ricevuto risposta. Arthur socchiuse le labbra, ma non uscì alcun suono. Innumerevoli volte aveva preparato le domande da porre ai suoi Dei, ma ora nel momento in cui era realmente possibile porle esse sembravano scomparse. Rimaneva un'unica consapevolezza che presto sfumò in una sensazione.... La sensazione di essere nel Flusso della Narrazione, che lì in quel luogo e in quel tempo le forze della Narrazione stessero operando per sciogliere un Nodo delle Trame, affinché nuovi fili potessero intrecciarsi per creare nuove storie. Turant si lasciò cullare dalla sensazione, dalle emozioni che nascevo da essa. Si lasciò guidare dentro sé stesso, alla ricerca delle parole che avrebbero comunicato ciò che provava, ben sapendo che non erano necessarie perché coloro a cui erano dirette ne erano la fonte stessa.

- Sette Domande per i miei Sette Signori

Sette Domande per i Figli dell'Uomo
Sette domande per comprendere e meglio servire.
Sette domande per credere, per crescere nella fede
Questo è quello che voglio chiedere come Uomo votato a Destino
Questo è quello che voglio chiedere come Maestro e Vostro Figlio.

Al mio Signore Destino di Distruzione:

Quanto è lecito per i Figli di Destino lottare per Mutare la Narrazione -

Risponde la furia del vento con folate impetuose ed incostanti. Urlano i flutti schiantandosi contro lontani scogli. Rombano tuoni lontani persi in soffocanti nuvole scure. La voce della Tensione ad Enigma si intreccia al caos vorticante, senza tentare di superarlo, quasi danzando con esso:

- La Narrazione è figlia ed amante dal Sovrano, muta continuamente perché essa stessa non sa quale fine cercare, quale epilogo ha scelto per lei il suo signore. Lotta, si divincola, si contorce combattendo fino a ritrovare l'unica vera via. Nemmeno la Narrazione può sfuggire a Morte. Le storie ne sono il sangue; racconti novelle e vite la linfa. Lottate perché non finiscano e la Narrazione avrà ancora scopo. Senza di esse l'unico mutamento possibile è la Distruzione che precede la Fine. -

- Al mio Signore Destino di Desiderio:

Se i Figli avranno speranza di rivedere il Padre nel Nuovo Millennio, come già è accaduto per altri suoi Fratelli. - 

Il vento muta diventando rovente. Sbuffi di calore che tolgono il fiato. La figura mascherata si copre il volto con l'oscurità della veste impazzita nel vento, la voce è un sussurro carico di promesse.

- Desiderio muove la vita, dà forza alla Narrazione, spinge verso il mutamento come alla ricerca ed alla comprensione. I figli hanno complottato per allontanare il Padre che ora segue altre trame, attendendo i suoi ultimi figli fedeli. Quando non vi saranno più desideri cesserà la spinta per il racconto della vita ed allora i Figli si riuniranno al Padre in nuove trame od in eterna Morte. -

- Al mio Signore Destino di Enigma:

Se i Padri torneranno a consigliare i Figli, riconciliandosi e riscoprendosi -

Il vento si placa mentre la luce aumenta oltre ogni sopportazione costringendo il maestro del segreto ad inginocchiarsi coprendosi gli occhi. 

- I Figli hanno allontanato i Padri e non sarà più concesso loro di vederne il volto. La Narrazione è stata sconvolta e dilaniata, non vi è riconciliazione, non vi sarà riscoperta. Solo il completamento dello scopo riunirà gli esuli. Il consiglio non può essere negato, influenza ogni cosa, è espressione dell'essenza del Padre. Non vi è cura per la stoltezza passata, il bivio è stato superato, il ponte appena percorso è crollato. Il suono degli ultimi passi si perde tra i nuovi, i figli dell'uomo ricorderanno o saranno vittima degli stessi veleni? -

- Al mio Signore Destino di Discordia:

Se la narrazione è realmente in pericolo, e ciò che è Necessario scongiurare -

Mentre l'ultima parola svanisce nel riverbero della nebbia lontana mille voci si uniscono in un sommesso brusio. Flutti di vento che crescono, si consigliano, complottano e bisbigliano. Con il volto verso l'orizzonte e le spalle all'uomo l'ultima nota parla nel vuoto, forse rispondendo alle voci, forse riportandone le parole.

- Ad ogni cosa è dato un termine perché possa rinascere in un altro luogo. Il sovrano presiede la morte e venera la vita. Ora voi siete i suoi protetti, nell'ultima età della vostra razza. Non è da temere la fine, è da evitare lo spreco. Che l'ultimo uomo, nell'ultima battaglia, pronunci un poema cadendo sotto il peso degli anni, che ogni momento sia linfa e forza per la Narrazione. Create storie, lottate per preservarle, solo esse vi allontaneranno dalla fine, sono la chiave che conduce all'ultima destinazione. -

- Al mio Signore Destino di Psiche:

Qual è il Destino dell'Anomalia, il suo ruolo nel Destino, nel Volere del Sovrano. -

I bisbigli diventano urla confuse e stridenti. Rantoli di annegati in fondo al mare, bambini che lottano tra i flutti piangendo con gli occhi pieni di sale. Donne che gridano strappandosi i capelli mentre la fine si avvicina. La sabbia riluce come uno specchio in frantumi riflettendo la luce del cielo, dividendola nei sette colori.

Enigma parla con voce di bimbo: - Altri hanno risposto -

urla con possanza d'adulto: - il bimbo è debole, la rupe, la rupe -
grida come una folla: - che rotoli, che sanguini -
canta come menestrello: - che sia almeno spettacolo -
piangendo come madre: - vola aggraziato... tanto avrebbe avuto da dire -
balbetta soffrendo come un vecchio: - almeno un istante, abbiamo sognato -
sussurra come spirito: - ne è valsa la pena ?. Il tempo risponderà -

- Al mio Signore Destino di Sogno:

Qual è il Sogno verso cui devono camminare i Figli di Destino nel Nuovo
Millennio. -

I frammenti di luce rimbalzano nel cielo, riflettendosi negli arcobaleni che hanno creato, le stelle osservano nascoste dalle nuvole. La nota studia il cielo solcandolo con le lunghe dita. Legge i colori della luce.

- Una narrazione che si nutre di sé stessa, dell'anima e del corpo. Infinita come il tempo. Le radici sono cresciute uscendo dal terreno. Sono unite nel tronco che sfida il cielo come torre svettante e senza futuro. Che siano fronde, foglie e frutti, rami nodosi e contorti, casa di vita e di ogni creatura. Che ogni storia abbia dei fiori, che germogli creando nuova vita. -

- Al mio Signore Destino di Destino, alle Primogenite attraverso cui parla il Padre:

Imploro il loro periglioso consiglio, un’indicazione, una guida per conoscere la Volontà del Sovrano nel Nuovo Millennio. -

Il silenzio cade pesante oscurando il cielo, nascondendo la luce. Punti, fiaccole brillanti formano mille figure in una volta infinita. Tre sono le voci, una la bocca. 

- Per quanto possano essere diversi gli specchi e la loro disposizione ogni riflesso è figlio dello stesso modello. Ogni possibile sguardo è già stato gettato e nulla può essere aggiunto all'ovvio che non ne renda più oscura la comprensione. E' tempo di riflettere, verrà il momento di agire. -

- In ultimo, Miei Signori, vi chiedo di giudicare le mie azioni, poiché è solo il vostro giudizio quello che accetterò. Le mie ragioni vi sono Note, in esse è nascosto un errore, esso nasce dalla mia natura Umana, pertanto fallace. E i nostri errori nascono dalla mancanza della Conoscenza che solo voi potete fornirci. Ma ora per la prima volta dall'Armageddon è possibile per i Figli mortali di Destino ricevere una guida, un'indicazione. Finalmente possiamo Apprendere. E' il ripetersi dell'Alleanza tra l'Uomo e Dio. I Figli mortali di Destino non percepiscono più la sua presenza nella Narrazione. Il Perché vi è noto. La Sofferenza che questa privazione porta è grave ma è più grave quella che ci viene causata dall'incertezza, dalla sensazione che la Punizione provenga dal volere di Note che non conosco il Sovrano, e che non abbiamo alcun interesse per i suoi figli mortali. Per questo vi chiedo di giudicare voi le mie azioni e quelle del Movimento, di farlo voi, perché voi siete i nostri padri, perché voi siete ciò che proviamo nelle nostre emozioni. Soltanto quando sapremo che l'Armonia di Destino ha deciso che questa condizione ci è necessaria potremo comprenderne il senso. -

La voce della nota non ammette repliche, colpisce con la forza di un maglio nella sua limpidezza.

- Le vostre azioni sono già state giudicate, nessuno che non conosca il Sovrano può parlare, agire o punire in sua vece. L'incertezza si è tramutata in paura, la solitudine in una falsa consigliera. Il veleno del sospetto è stato versato nelle coppe e con avidità avete bevuto. Il Sovrano insegna che nulla accade per caso che nessun filo può lasciare la Trama. Figlio di Taliesin io ti chiedo: Riesci ora a vedere nella violenza del sopruso l'insegnamento del Sovrano ? Era Necessario ? Cosa ha portato e cosa porterà? -

Il maestro del segreto di Destino aveva taciuto a lungo. Le parole di destino di Enigma risuonavano nella sua mente come un’eco distante.

- Hai compreso la necessità di tutto ciò? - sembrava essere la domanda che il dio gli rivolgeva... Arthur non potè fare a meno di abbozzare un mezzo sorriso, era stata la Necessità che aveva guidato le sue azioni fino a quell'istante. La Necessità che aveva sentito nel suo spirito umano, la Necessità che lo aveva spinto a sfidare la fortuna anche a rischio della Morte. Fece un profondo respiro, per l'ultima volta avrebbe espresso le sue convinzioni augurandosi che l'ultimo dei suoi dei le accettasse.

- Si Destino di Enigma. Ho compreso la Necessità di ciò che è avvenuto. Ho compreso la Necessità della Punizione e della separazione dalla Rete. Ma tu, che puoi leggere nella mia anima, sai che ho agito facendo ciò che era Necessario. Il Limite non era più chiaro, la Narrazione stava volgendo verso il suo epilogo poiché l'equilibrio tra i Figli e i Padri era confuso, instabile. Era Necessario che qualcuno rendesse palese la domanda che albergava nei cuori di molti. E quel qualcuno dovevo essere io. Destino dall'alba dei tempi osserva e conduce l'intrecciarsi delle trame, e agisce per preservarle. Questo è il vero compito dell'Armonia e del Movimento di Destino. Ed è per questo compito che ho agito in questo modo. Le mie azioni e le azioni di coloro che hanno agito con me hanno portato il Pathos a un punto di rottura, ma era necessario che questo punto venisse raggiunto. Ora i Padri cominciano a domandarsi cosa provano i Figli. -

La voce che lo interrompe, calda, lenta e gentile ricorda qualcosa al maestro del segreto, come se già l'avesse sentita, in un altro luogo, in un altro tempo.

- E come al solito, i figli non pensano cosa provano i padri. Rifletti figlio della Discordia, non ti sei chiesto il perché di azioni tanto distanti dalla Parola ? Molte cose sono cambiate, gli Dei camminano tra gli uomini come mai hanno fatto prima, lontani alla via del Sovrano, incapaci di comprendere quale sia la loro via. Siete stati puniti perché avete cercato di arginarne la deriva con solidi muri di effimere convinzioni. Che il re torni sul trono ed il suddito alla sua mensa, questo è scritto nei Limiti, questo il sigillo che è stato infranto e punito. -

Si, pensa Arthur. Poco importa se la loro prima reazione è stata la Punizione. Essa era Necessaria perché è scritta nei Limiti, ma ora il piccolo fiocco di neve ha iniziato a rotolare e presto diverrà una valanga inarrestabile. E questa valanga potrebbe travolgere il Pathos, ma potrebbe anche non farlo. In fondo il Destino è indeterminato fino alla sua realizzazione.

- Dobbiamo uccidere i nostri dei prima che loro ci

uccidano non perche' ci va di ucciderli ma perche'
i nostri dei sono convinti di essere degli dei
invece non sono che attori che hanno perduto il
copione non riescono a ricordare la parte e contraffanno
l'immagine di se' senza specchi
fantasmi urlanti senza voce
noi dobbiamo uccidere i nostri dei prima che loro ci
uccidano e' questa pertanto la legge ed il testamento
senza astio per nessuno noi vogliamo avvertirvi
quando la statua cade giù
il piedistallo rimane ...-

La voce della nota tronca i versi del giovane in un misto di rabbia ed esaltazione.

- Non riportare parole altrui figlio di Taliesin. Traggono in inganno colui che le pronuncia e coloro che le sentono. Gli attori della narrazione sono gli uomini. Non vi sono nè mai vi saranno altri personaggi. Le Tensioni sono i registi e il loro canto la scenografia ed il copione. L'attore che improvvisa non può far parte della compagnia e deve essere allontanato. L'uomo ha avuto molti dei e ciascuno di essi è stato creato dai miei fratelli. Le Note non sono solo divinità, sono il principio creativo che ha generato gli dei del mondo. Senza le Note non vi sarà più creazione, non più storie, l'epilogo tanto atteso. E' questo che volete ? Allora vi siete allontanati dalla narrazione più di quanto fosse concepibile. Non ascoltate le parole della Psiche, non sono dirette a voi. Rispondete solo alla voce del Fato o le vostre azioni partiranno dall'errore rovinando nella catastrofe. -

- Ascolta Padre Destino, attraverso il tuo Figlio in Enigma la promessa degli Uomini di Destino. Ascolta come essi rinnovano la loro Alleanza nei tuoi confronti. Da ora, per i secoli a venire, vita dopo vita, generazione dopo generazione, i Predestinati custodiranno la Narrazione, osserveranno il suo svolgersi, aiuteranno coloro che la favoriscono e ostacoleranno coloro che la portano verso la dissoluzione. Da ora i Predestinati veglieranno sulle conseguenze delle loro azioni affinché lo scontro e la lotta dell'Uomo con gli Dei portino nuova linfa, Nuova Narrazione. Perché questo è ciò che il Sovrano dice al cuore dell'Uomo. Perché questo è ciò che il Sovrano dice attraverso la voce dei suoi Figli Immortali. -

Poi Arthur tace un istante, il suo braccio sinistro perde sangue in abbondanza e una luce sinistra brilla negli occhi dell'uomo. Una luce indomita, senza timore, ricca dello splendore del Risveglio e della Conoscenza. L'irlandese vorrebbe parlare ma la vista della Tensione lo interrompe. La maschera della nota è svanita, al posto del volto solo il vuoto e la tenebra.

- Ogni Risvegliato che abbia giurato il patto e che abbia promesso obbedienza e venerazione a un Immortale è protetto dalla benevolenza degli Eterni e sottoposto al loro volere... Obbedienza e venerazione. Adorerete coloro a cui è dovuta la vostra venerazione. Banchetterete della loro esperienza e vi disseterete alla fonte delle loro parole. La superbia vi ha portato a credere di comprendere il Disegno meglio di un figlio del Sovrano, avete agito contro di lui ed i miei simili e per questo siete stati puniti. Riconoscerete l'errore e ve ne allontanerete per sempre, solo in questo modo avrete nuovamente ciò che vi è stato negato. Non vi sarà altra occasione nè appello, mai più sarà concesso ai figli del Sovrano di errare ora che ne avete ascoltato le parole. -

L'oscurità che nasconde il volto della nota si dilegua come nebbia lasciando filtrare sempre più una luce dorata. Il bagliore diventa rapidamente accecante e a nulla serve al maestro del segreto coprirsi gli occhi.

- Il velo della notte si è levato e la conoscenza ti è stata rivelata. Le tue parole avvamperanno come il fuoco quando porterai la luce ai tuoi fratelli.  Le tue labbra pronunceranno il Nostro volere perché non vi sia dubbio alcuno sulla veridicità delle tue parole. -

L'irlandese cadde in ginocchio, la perdita di sangue lo indeboliva oltre misura, gli occhi non vedevano altro attorno a lui se non luce ed energia. Sfidando la luce abbagliante le ultime parole dell'irlandese sono un grido rivolto a qualcuno che pur invisibile e immanente è presente in quel momento, in quel luogo. 

- PADRE!!!!!!!!

ERA NECESSARIO CHE MI RIBELLASSI
ERA NECESSARIO CHE VENISSI PUNITO
ERA NECESSARIO CHE CONDUCESSI ALTRI SU QUESTO SENTIERO
ERA NECESSARIO CHE GLI DEI SI GUARDASSERO NELL'ANIMA
ERA NECESSARIO CHE GLI UOMINI RIFLETTESSERO SUI LORO ERRORI
ERA NECESSARIO AFFINCHE’ LA NARRAZIONE POTESSE RIGENERARSI
ORA ESISTE UNA POSSIBILITA’ DI SCONGIURARE L'EPILOGO E L'ARIDITA’ DEL PATHOS
ORA TUTTO E’ AFFIDATO ALLO SVILUPPO DELLA NARRAZIONE
PADRE PERDONAMI! -

L'oscurità lo avvolse come un manto ed il suo corpo esanime accolse l'oblio come una benedizione.

 

Patrizia trae un profondo respiro. Il Racconto di Arthur è terminato. Ora tutto è chiaro. I disegni del Sovrano sono stati rivelati. Lo hanno servito secondo il Suo Volere, come sempre. Un senso di pace si impadronisce della giovane. Si china sorridendo verso lo specchio d'acqua, che riflette la sua immagine, ed il segno che Arthur ha tracciato sulla sua fronte. Un'espressione stupita si dipinge sul suo volto ...

Mentre ascolta il racconto di Arthur, Daniela sente Emozioni contrastanti agitarsi in lei: percepisce cosi' chiaramente l'orrore per la parola “epilogo” di cui il Maestro parla... il dubbio di aver sbagliato, il dolore, l'incertezza degli ultimi mesi... getta un'occhiata fugace a Patrizia, alle reazioni che si dipingono sul suo volto. E mentre il racconto del Maestro prosegue, prova la strana sensazione di chi sia alle prese con qualcosa di troppo difficile: e cerca di appigliarsi a qualche frase... “Dobbiamo agire. Cio' che e' accaduto era Necessario, ma ora...” Patrizia si china sull'acqua e anche Daniela si avvicina per osservare il proprio riflesso. Vede i tratti del suo volto scompigliarsi piano nell'acqua che trema leggermente e ricomporsi...

Il racconto di Arthur fu seguito con molto interesse da Abrham. Sembra che il destinante sia molto più calmo di prima. Quasi risvegliandosi da un sogno e dall'incanto della Narrazione di Arthur, Abrham si sfiora la fronte; sulle sue dita percepisce il sangue con cui Arthur lo ha segnato. Abrham alza lo sguardo. 

- Arthur...Sia lode al Sovrano che ci indica la Via da seguire attraverso le parole di mio Padre. Prima che la  tua Narrazione iniziasse ci hai segnati con il tuo sangue. Cos'hai tracciato sulle nostre fronti? E che significati hanno i colori che portiamo? Non ce li hai mai comunicati ma adesso vorrei sapere-.

Le parole del Maestro del Segreto erano terminate da alcuni minuti. Il Racconto era durato alcune ore, e ormai dall'apertura della volta giungeva solo la flebile luce dell'imbrunire invernale. Anche la temperatura è discesa notevolmente. Una piccola lama di luce rossastra colpiva lo specchio d'acqua, sembrava che anche il liquido portasse un segno rosso. Arthur si alzò dallo scalino su cui si era seduto durante il racconto. Le ombre scese nella sala davano una sinistra solennità al momento. L'irlandese non aveva perso l'espressione solenne, e il volto, anche se  giovanile, lasciava trasparire esperienze che avevano lasciato un segno nell'animo. Arthur guardò i suoi fratelli in Destino, gli occhi lucidi corsero da un volto all'altro. Li aveva condotti al disastro, alla separazione della Rete, ma gli avevano rinnovato la loro fiducia. L'epilogo era vicino, e in molti dei Figli del Pathos avrebbero incontrato Morte. E Il Volto del loro signore non faceva eccezioni, anche tra loro avrebbe potuto colpire. Osservò i loro volti e vi lesse la determinazione a proseguire lungo le strade del Destino. Arthur immerse le mani nell'acqua scura della pozza.

- L'Epilogo è una Minaccia da non sottovalutare. La Vittoria dei Guardiani pregiudicherebbe l'esistenza stessa delle Note. Destino si oppone al Nulla. Noi ci dobbiamo opporre al Nulla. -

Arthur solleva le mani lasciando ricadere l'acqua che in parte porta via il sangue dalle sue mani.

- Tamburi lontani annunciano l'ultima battaglia. E' tempo che ciascuno dei Figli di Destino prenda il suo posto al servizio della sua Armonia. Le Sette Note di un Eterno rappresentano un'Armonia. Non è una parola dal significato casuale. Le Sette Note garantiscono un equilibrio dinamico e armonioso della Narrazione. E' perché le tensioni di tutti gli Eterni sono Presenti. -

Arthur trattiene un po’ d'acqua nelle mani e si porta davanti a Diego, con la mano umida cancella il segno dalla fronte.

- Anche il Movimento deve possedere questa forma di armonia. Anch'esso deve riflettere nel suo agire l'Armonia dei Sette. Il cammino delle Alterazioni di Destino comincia con la comprensione dell'importanza che sull'ordito del Sovrano gli altri sei si intreccino. -

Poi le dita di Arthur passano leggere sugli occhi di Diego Arthur si volta verso Daniela e Sergio avvicinandoli. Non sorride, la sua espressione è seria, intenta nella solennità dell'atto. Nuovamente cancella con la mano i segni sulla fronte.

- I Risvegliati che imparano a riconoscere il Pathos negli eventi che lo circondano, a percepire lo svolgersi della narrazione. Nel loro cammino le Alterazioni sperimentano la forza del Pathos, ne sono influenzate e cambiate. L'Alterazione Praticante impara a conoscere le sfumature con cui il Sovrano si manifesta e le segue spontaneamente -

Di nuovo il leggero tocco sugli occhi.

- Vi ho osservato a lungo, cercando di leggere in voi i segni dei sette, di comprendere come gli Eterni vivessero in poi. A te Daniela affido il compito di custodire il Destino del Sogno. Non domandarti come potrai farlo. Segui la strada un passo alla volta, come Borges narrava. -

Poi fu la volta di Sergej.

- A te Sergej affido Destino di Psiche. La Saggezza e la filosofia sono le chiavi per la comprensione del Destino. A te ricercare la Conoscenza, ma senza dimenticare che deve essere accompagnata dall'azione. -

Arthur appoggiò le mani sulle spalle dei due e li accompagnò di fronte a due troni facendoli salire fino al secondo dei sette gradini che separavano i troni dal piano.

- Alterazioni Praticanti, significa essere la Mano di Destino. Oramai la Conoscenza vi è stata data, è tempo che agiate. Che Borges e Averroè vi guidino. -

Il Maestro del Segreto si voltò poi verso Abrham e Patrizia. Il giovane si avvicinò ai due ponendogli una mano sulla spalla.

- Voi siete Figli di Destino di Enigma, consacrati a lui nella Sacralità dell'Accordo, ma in questa notte in cui l'Armonia del Movimento sarà ripristinata inizierete un nuovo cammino. Vostro Padre vi guiderà come ha sempre fatto, seguendo le sue vie e i suoi tempi, e il vostro legame non sarà mai messo in dubbio -

Arthur toccò la bocca di entrambi, ma non cancellò il segno sulla fronte.

- Viene il momento nel cammino del Sovrano in cui il Predestinato inizia a comprendere le Trame che si svolgono intorno a lui. E' in quel momento che comincia per lui il cammino richiesto a un Adepto. Gli Adepti del Sovrano hanno imparato a conoscere la Narrazione e le sue Trame. A loro viene richiesto di muoversi nella narrazione servendo il Sovrano instancabilmente. Essi sono il nerbo del Sovrano più di ogni altro. -

L'irlandese fece un passo indietro e osservò in volto i due amici:

- Avete servito il Sovrano con abnegazione e determinazione, per lungo tempo. Ora è il momento per voi di iniziare a muovere le Trame per i fini del Sovrano. Vi si chiede di agire nella narrazione affinché il destino sia preservato. Le vostre azioni saranno le azioni di Destino. Patrizia, a te viene affidato il compito di agire nella narrazione in sintonia con il Destino di Desiderio. Ciò che il Sovrano insegnò attraverso la tragedia di Edipo, non deve essere perduto, e deve guidare i tuoi passi di Predestinata. Abrham, servirai il Sovrano seguendo il sentiero di Destino di Discordia. E' un cammino pericoloso, poiché può portare allo sconvolgimento della Narrazione. Seguilo con le tue emozioni poiché nasconde l'unica salvezza: un Destino di Concordia. -

Poi accompagnò i due predestinati di fronte ai troni di Discordia e Desiderio, i due salirono i gradini esitando un istante, il vuoto trono di Enigma sembrava osservarli. Entrambi si fermarono sul quarto gradino, una sorta di sensazione interiore gli aveva suggerito di farlo.

Custode della tensione da Destino a Desiderio. Come avrebbe potuto servire il Sovrano in questo nuovo compito? si chiese Patrizia. E perché proprio lei era stata Scelta per vegliare su questa tensione, la cui Nota gemella camminava ancora fra gli uomini, unica fra di loro ad avere questo privilegio? Horus, il Falco Solare, Desiderio di Destino, il Giudice della Sacra Corte, il loro Giudice… avrebbe dovuto conoscerlo … forse era questo il Disegno, lo Scopo… il sentiero che il Sovrano aveva scelto per lei… ma dove l’avrebbe portata? 

Arthur infine raggiunse Damien ai piedi del trono centrale.

- Fratello, non c'è bisogno che io ti accompagni. Prendi il posto che ti spetta Araldo delle Moire -

Il Maestro del Segreto era rimasto ai piedi dei troni, vicino a Diego.

- In questa notte viene ristabilita l'Armonia di Movimento. Da ora nella Narrazione ci sono uomini e donne che si muovono seguendo le Sette Tensioni di Destino. Uno per ciascuna delle Sette Tensioni. Anche Destino di Enigma, attraverso le sconosciute azioni del suo araldo, è rappresentato. Anche Destino di Distruzione, attraverso le azioni di un uomo legato ad entrambi. -

- Ora il Movimento di Destino è pronto. La Nostra Missione è iniziata –
 

Questa teofania è il seguito di “Vuotare gli archivi: Sfidare gli dei

 

 
 

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