Vuotare gli archivi: A caccia di animali
 

a cura di Patrizia Frosi 

con Patrizia Aliria Fabbri, Diego Paganelli, Daniela Spiranti, Arthur Turant
 

master Simone Biagini


 
Giovedì 21 giugno 2001

MAILFROM: Arthur
MAILTO: Patrizia

Cara Patrizia, i tecnici della FATO sono riusciti a decodificare parte del database di Merlino. Il materiale che vi hanno trovato è molto ma molto interessante. Ritengo che sia opportuno approfondire le nostre conoscenze sui fatti che vi sono mostrati. Dato che Abraham è in Siria con me, per il momento ti affiderei l'incarico. Qui di seguito troverai il rapporto che i tecnici mi hanno fatto avere, leggilo con cura e fammi sapere che cosa ne pensi. Spero che accetterai di dedicarti a queste ricerche. I filmati che Merlino aveva mi hanno turbato davvero. L'idea di pedofili che oltre a profanare il corpo di bambini li utilizzino per i loro riti mi fa andare in bestia. Oltretutto sappiamo bene che non sempre si tratta di riti innocui, il sovrannaturale esiste, eccome se esiste. Quindi credo che sia nostro dovere, come FATO, come Destinanti, ma soprattutto come persone civili andare più a fondo su questa faccenda. Non mi illudo che queste attività saranno facili, anzi credo che dovrete muovervi con la giusta astuzia e cautela. Ho usato il plurale perché intendo chiederti un'altra cosa oltre a fare delle indagini. Ti chiedo di svolgere questo compito con i nostri novizi, o meglio con coloro che si stanno avvicinando a Destino. Di seguito ti fornirò l'indirizzo per contattare una donna, si chiama Daniela Spiranti, e ha lavorato come ignara per anni alle Edizioni Oceaniche. L'ho incontrata e l'ho introdotta ai nostri Misteri, ma ora ha bisogno di comprendere che essere empathici, che essere destinanti non è solo conoscenza, ma anche e soprattutto azione. Pertanto ti chiederei di contattarla a nome della FATO, nei tempi e nei modi che riterrai opportuni, e di affiancarla a te in questa ricerca. Inoltre penso che questa possa essere l'occasione adatta per ricontattare Diego Paganelli e riaccoglierlo in seno a Destino.
So che non deluderai il Sovrano
Che Egli ti benedica.

Arthur
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Patrizia apre l’attach e comincia ad esaminarlo.
Le fotografie ritraggono una trentina di persone diverse, a volte con il volto coperto da una maschera nera o demoniaca, a volte a viso scoperto che hanno rapporti con bambini e bambine di varie età, più o meno dai 6 ai 12 anni. Tra le foto ce ne sono anche di riti satanico/orgiastici e sacrifici umani, quasi tutti infanti. Nel database ci sono anche alcuni filmati: uno dei quali la colpisce particolarmente: 13 uomini e donne che indossano maschere demoniache impegnati in un'orgia sfrenata, evidentemente ripresa da una telecamera nascosta. Verso la fine dello “spettacolo” una figura ammantata di nero introduce nella stanza in cui si svolge l'orgia, un salotto particolarmente grande, probabilmente la sala di una villa, un gruppo di bambini e bambine, nudi ed evidentemente terrorizzati. Per circa 15 minuti i “demoni” soddisfano le loro voglie sui piccoli passandoseli l'un l'altro poi se ne vanno lasciandoli feriti e terrorizzati nella sala. La figura incappucciata rientra accompagnata da 6 grossi tizi, stile buttafuori da discoteca che spingono i bambini fuori dalla sala. Le luci si spengono. Per circa 10 minuti non si vede nulla poi si sente solo un lontano cantilenare, probabilmente in latino. Per qualche istante sul filmato sono rimaste impresse delle figure vaghe, quasi fatte di fumo, che sembrano aleggiare e prendere forma nella stanza per poi spostarsi fuori dal campo visivo dopo circa 2 minuti di buio il filmato finisce. 
Gli altri file riguardano una serie di pagamenti ricevuti: sembra che Biagio stesse ricattando molte personalità italiane e straniere che aveva probabilmente identificato da foto e filmati.
Le immagini sono un pugno nello stomaco, e l’irrazionale speranza che siano frutto di un montaggio deve cedere alla consapevolezza che sono autentiche, che quelle oscenità sono state perpetrate veramente.
 

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22 giugno 2001
MAILFROM: Patrizia 
MAILTO: Arthur

> Patrizia, spero che accetterai di dedicarti a queste ricerche.

Mio caro Arthur, è naturale che accetto. Queste violenze disgustano anche me. E certi rituali non sono del tutto innocui. Sono certa che anche Diego sarà della mia opinione. Quanto alla nuova alterazione, bè, mi fa piacere che ci siano altre persone che vogliono seguire Destino Sovrano. Però vorrei sapere due cose: a quale scopo Biagio li ricattava? Denaro ? Informazioni? Farli smettere? E quando li troviamo che cosa dobbiamo fare? Continuare a ricattarli? Ucciderli? Mi è chiara la missione, ma vorrei sapere cosa vi aspettate che io faccia. 
Che il Sovrano guidi i tuoi passi.

Patrizia
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25 giugno 2001
MAILFROM: Arthur 
MAILTO: Daniela
        Aliria

Amiche e Sorelle, vi scrivo da Damasco. Ieri ho rischiato di tornare al Sovrano, e le ferite bruciano molto. Grazie a Damien e Abrham sono salvo. Questo dimostra come sia importante che i figli del Sovrano collaborino tra loro, che si trasmettano la conoscenza come brocche che travasano l'acqua l'una nell'altra. Aliria, Figlia di Destino, ti affido questa nostra nuova Sorella, affinchè tu la guidi sui primi passi della strada del Sovrano. Daniela, Figlia di Destino, ti affido a questa nostra Sorella, affinchè tu possa apprendere da lei come gli uomini del Sovrano si muovono nel mondo per compiere il Suo volere. Presto quando torneremo dalla Siria tutto il Movimento si riunirà e allora potremo abbracciarci e guardarci in faccia.
Fino ad allora che
Fortuna vi arrida
Necessità vi guidi
Morte vi accompagni
 

Arthur
Maestro del Segreto
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25 giugno 2001
MAILFROM: Patrizia
MAILTO: Daniela

Cara sorella, benvenuta tra i figli di Destino Sovrano! Tu arrivi ora e dovresti avere il tempo di apprendere e io dovrei insegnarti cosa significa appartenere a Destino, ma ritengo che il modo migliore per imparare sia servire. Abbiamo avuto notizia che un gruppo di scellerati si serve di bambini innocenti per soddisfare le proprie abiette voglie durante riti orgiastici e, non paga di questo, li usa per sacrifici umani, tesi ad evocare e compiacere spiriti maligni, allo scopo di ottenerne l'aiuto e i favori. Il nostro compito è quello di indagare e scoprire tutto il possibile, e poi eliminare questa mala genìa. E' una missione difficile e molto pericolosa, nella quale dovremo muoverci con astuzia e prudenza. Se accetti, sarò a Roma mercoledì, potremo incontrarci, conoscerci e concertare una strategia. Fammi sapere.
Che Destino Sovrano ti sorrida.
Patrizia
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26 giugno 2001
MAILFROM: Daniela
MAILTO: Patrizia 

 > Cara sorella, benvenuta tra i figli di Destino Sovrano!

 Ti ringrazio, Aliria. Non sai quanto le tue parole mi confortino. 

>E' una missione difficile e molto pericolosa, nella quale dovremo muoverci con astuzia e >prudenza.

Arthur mi ha detto che mi aspettava una strada difficile e che avrei, con ogni probabilita', rischiato la vita. Accetto questo rischio, sorella, anzi, e' quasi un sollievo che l'oscurita' che ancora mi minacciava cominci finalmente a lasciar posto alla luce.

> Se accetti, sarò a Roma mercoledì, potremo incontrarci, conoscerci e concertare una strategia. 

Ci saro': e sono ansiosa di conoscerti.

Daniela Spiranti
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Roma, mercoledì 3 luglio 2001

L' appuntamento con Daniela è fissato per mercoledì, alle 10 nella sede romana della Fabbri S.p.A., un palazzotto ai Parioli, nota zona residenziale. 
Daniela è riuscita ad arrivare puntuale. Si aspettava di essere spaventata, dubbiosa, incerta: invece, arrivando, le capita di pensare semplicemente e soltanto che stavolta è stata puntuale. Chissà se Arthur apprezzerebbe. 
Al suo arrivo, le basta dire il suo nome per essere immediatamente accompagnata. E' evidente che è attesa. Una segretaria la guida per i corridoi fino ad una porta che, aperta, rivela un ampio salotto, arredato con eleganza con mobili in legno chiaro. Dentro ci sono due persone: una ragazza e un giovanotto. 
- Signorina Fabbri, la sua ospite. - annuncia la segretaria, ma la ragazza ti sta già venendo incontro, sorridendo, ti abbraccia con calore.
- Ciao! Io sono Patrizia e sono veramente felice di conoscerti! E lui è Diego Ravenna. -
La ragazza ha circa trent'anni, snella, con lunghi capelli castani mossi e occhi verde/castani. Il giovanotto è alto, magro, occhiali e capelli castani, 30 anni circa.
Dopo le presentazioni c'è il caffè, estranei che vanno e vengono, si chiacchiera un po’. Nonostante sia gia' il terzo, Daniela non riesce a rinunciare al caffe' che le offrono: sorseggia lentamente. Cerca di rilassarsi. Racconta a Patrizia che ha lavorato per qualche anno come autrice di testi divulgativi per ragazzi: scriveva di storia. La divertiva viaggiare, partecipare alle riunioni con gli editori piu' diversi, e poi tornare a Roma e chiudersi in qualche biblioteca. Ma soprattutto scrivere. E' questo che le manca ora che lavora come redattrice. “Ora”? Non può fare a meno di pensare che anche questo e' gia' passato.
 

Poi rimangono soli.
- Cari fratelli, vi ho già accennato a quale sarà la nostra missione, ma prima di parlarne vorrei farvi vedere qualcosa. I tecnici della FATO sono riusciti a decodificare parte del database di Merlino. Il materiale che vi hanno trovato è molto ma molto interessante. –
 

Daniela la guarda con aria perplessa:
- Non ignoro del tutto chi sia Merlino ma non ne so molto. Che fine ha fatto? E' tra le Note che sono partite? O non se ne sa piu' nulla? –
 

Patrizia le sorride con aria contrita:
- Scusami. Sto dando per scontate delle cose che per te non lo sono affatto. Merlino era Destino di Enigma, Padre mio e di Diego in Pathos. Era incarnato nel corpo mortale di Biagio Biagini. La Nota ha lasciato questo piano di esistenza già prima dell'Armageddon. Di Biagio invece non abbiamo più notizie. I documenti che stiamo vedendo facevano parte del suo archivio. -
 

Sullo schermo al plasma del pc appare una serie di fotografie, poi tremola un attimo e le immagini cominciano a scorrere. Sembra un brutto film porno, reso ancora più osceno dall’uso di bambini, ed è con un vero choc che i due si rendono conto che le scene sono autentiche, riprese con una telecamera nascosta. 
 

Alla fine Patrizia resta in silenzio per qualche secondo. 
- Io l'ho già visto parecchie volte, ma riesce ancora a sconvolgermi. L'ho fatto esaminare dai miei tecnici, gente fidata, e mi hanno assicurato che è autentico. Adesso avete un'idea più precisa di con che cosa abbiamo a che fare. Dovremo muoverci con estrema cautela. Biagio aveva riconosciuto alcune di queste persone e le ricattava. -
 

La sensazione di irrealta' che Daniela prova e' quasi sconvolgente. Nonostante le avessero detto chiaramente quale sarebbe stato l'oggetto di questa “missione”, fatica a credere che possa essere vero. Si appiglia all'unica cosa che puo' riportarla alla sua realta' di un tempo: 
- Posso ascoltare di nuovo la cantilena in latino? –
 

- Certo! Riesci a capirla ? Io non so il latino, sto cercando qualcuno che possa tradurla, ma è una cosa estremamente delicata, e se riusciamo a farlo noi è meglio. -
 

- Posso provare: ho studiato latino al liceo e poi all'università, per poterlo insegnare in seguito. Certo, ormai e' qualche anno che non lo traduco: ma anche se non riuscissi a tradurla bene, una trascrizione parziale potrebbe essere d'aiuto. Se non altro potrei andare in biblioteca e cercare di rintracciare il testo da cui proviene. Ho ancora qualche amico a Filologia Latina... Ma c'e' qualcosa che ancora non mi e' chiaro: tra le foto che mi hai mostrato, ce n'erano alcune a viso scoperto. Sappiamo gia' di chi si tratta o non siamo ancora riusciti a identificarli? –
 

- A questo punto – interviene Diego - mi pare evidente che la scomparsa di Biagio possa essere legata a queste vicende, mi ricorda la trama del film di Kubrick “Eyes wide shut”, forse ha visto qualcosa che non doveva vedere. Forse ha tentato di fare qualcosa per quei bambini. Che abbia denunciato i fatti alle autorità? – poi continua - Lavoro come archivista presso l'Archivio di Stato di Bologna, la mia città. Visto il mio lavoro me ne intendo abbastanza di Storia, latino, ricerche i biblioteche ed archivi quindi potrei analizzare la nenia latina del filmato... -
 

“Chi pensavo di incontrare oggi?” Daniela chiude un attimo gli occhi mentre ascolta Diego parlare, anche lui, della nenia in latino. Sentimenti contrastanti: una missione pericolosa e qualcuno che le sembra cosi' simile a lei. Una persona normale trascinata in storie che nemmeno sospettava. E nonostante l'orrore di quello che ha appena visto, sorride pensando che anche Diego passava buona parte del suo tempo in una biblioteca. Ancora non sa quanto la sua vita verra' stravolta, non puo' averne una percezione chiara, ma comincia a percepire che questo stravolgimento non cancella il suo passato...
 

I tre cominciano a studiare il filmato. Daniela e Diego si concentrano sulla cantilena, riascoltandola più volte, ma senza nessun risultato: viene probabilmente pronunciata a voce normale in una stanza accanto, si riesce a sentire poco più che dei bisbigli, anche aumentando il volume o utilizzando tecniche di gestione del suono particolari. La qualità dell'audio non è un gran che.
 

Daniela chiede di rivedere le foto di Biagini a cui Patrizia ha accennato. Se i personaggi erano ricattabili, forse qualcuno e' perfino troppo noto. Il fatto che nessuno si sia preoccupato di rendere l'ambiente della villa piu' anonimo da' l'idea di gente che si sente estremamente intoccabile. 
- Patrizia, la Fato puo' aiutarci a controllare le foto e a cercare l'identita' di qualcuno da cui partire? Io non conosco l'esatta estensione e competenza di questa struttura. E nel caso la Fato non avesse questa possibilita', hai in mente qualcuno? I pagamenti di cui parlavi sono stati gia' studiati? Quale tipo di dati riportano?-
 

- Non si capisce nulla, Merlino era evidentemente un tipo disordinato. O forse il “disordine” è voluto per rendere impossibile qualsiasi interpretazione. Dopotutto Merlino era anche un figlio di Enigma.-
 

Le maschere indossate dagli “officianti” fotografati non sembrano avere nulla di particolare: maschere di cartapesta, simili a quelle usate per carnevale ma che raffigurano demoni dell'iconografia classica. Mento e naso allungato, corna nere a volte ricurve, pelle rossa o nera, pizzetto e denti acuminati. Le maschere sono tutte diverse. Alcuni hanno maschere raffiguranti caproni dal vello bianco, nero o rosso.
 

- So ben poco di “demonologia” continua Daniela - ma sono sempre molto fiduciosa nella capacita' di scovare qualche libro utile in una biblioteca. E adesso mi viene in mente che era uscito qualche mese fa un libro sulla storia del diavolo e che l'autore, che io conoscevo per le sue poesie, me ne aveva mandato una copia in omaggio. Mi ero limitata a sfogliarlo: chissa' che non sia il caso di guardarlo meglio... Patrizia, non ti nascondo che sono in dubbio. Non riesco a capire se questa puo' essere una traccia da seguire o se stiamo dando importanza a travestimenti... grotteschi. I malvagi che si travestono da demoni davanti a bambini...- 
Si siede: è improvvisamente stanca. Sale su il disgusto. Ma non può lasciarsi andare. 
- Che cosa significa la parte finale di quel filmato? Cosa sono quella specie di macchie nere? Come hanno ottenuto quell'effetto? –
 

- Questa è un’altra cosa che mi piacerebbe sapere. Potrebbe anche non essere un “effetto speciale” -
 

L’ambiente non è assolutamente anonimo, sembra una villa. Ci sono divani, tappeti, quadri alle pareti che raffigurano scene ispirate, probabilmente, a testi biblici. Un quadro è quasi sicuramente la Torre di Babele.
 

- La Torre di Babele di Bruegel? – osserva Daniela - E' conservata a Vienna. Certo, non ho idea se ne esista anche un'altra versione in qualche collezione privata o se quella che vedo deve essere per forza una riproduzione. Patrizia, forse sara' solo una perdita di tempo, ma e' meglio non trascurare niente. Possiamo collegarci in Rete e fare una ricerca in questo senso? Se trovassimo accenni a una versione custodita presso una collezione privata...-
 

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MAILFROM: Arthur
MAILTO: Patrizia

Ciao Patrizia. ora che sono tornato cercherò di essere più utile a tutti. Come vanno le cose sul materiale che ci ha lasciato Merlino? Avete fatto qualche progresso? In questo momento lo sto visionando di nuovo, spero di riuscire a farmi venire qualche idea in proposito.

Arthur
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Dopo aver passato la mattinata studiando filmati e foto, Diego decide di andare in biblioteca a ricercare notizie sui giornali, riguardanti sparizioni di bambini o riti satanici. 
- Si potrebbe sentire dalla polizia se qualcuno ha denunciato qualcosa. Magari qualche antiquario o esperto potrebbe identificare i quadri alle pareti, in qualche modo potremmo risalire al proprietario e quindi alla villa in questione. - 
Diego scopre che due dei bambini risultano rapiti 3 anni fa a Roma mentre una bambina probabilmente è stata rapita a Verona 2 anni fa. Nel filmato sembrano un po' più grandi, forse di due anni, quindi probabilmente risale all'anno scorso. I dati dei bambini:
Federico Iannolo - nato 1987 a Napoli, residente con i genitori a Roma - scomparso mentre tornava da scuola.
Francesco Mazzini - nato 1987 a Roma. Per due anni è stato cercato ovunque dai genitori (avvocati della capitale) anche per mezzo della televisione.
Ilaria Scalzi - nata 1989 a Verona. Viveva con la nonna materna dopo che entrambi i genitori sono stati arrestati. Scomparsa durante una gita scolastica allo zoo.
Le ragazze invece continuano a studiare le foto e scoprono che due dei “buttafuori”, che non hanno il viso coperto, potrebbero essere Marcello e Giovanni Ferrini, due fratelli molto conosciuti nell'ambiente degli stadi e dalla polizia romana. Più volte denunciati per atti di vandalismo e percosse è stato loro interdetto a vita l'accesso agli stadi italiani. Ufficialmente sono dei meccanici ed hanno un'officina a Ciampino.
Una ricerca veloce in Internet permette a Daniela di scoprire che la Torre di Babele... sono due: una Grande Torre e una Piccola: la prima e' quella che ricordava, conservata a Vienna, presso il Kunsthistorisches Museum; l'altra e' al Museum Boymans-Van Beuningen di Rotterdam; non sembrerebbe esserci nulla in una collezione privata, ma e' anche vero che il materiale che si trova con una ricerca cosi' superficiale si limita agli aspetti piu' conosciuti. Prima di escludere del tutto questa traccia e' forse il caso di consultare una monografia di quelle vecchio stampo, su carta... Tutto sommato, basterebbe fare un salto alla redazione delle Edizioni Oceaniche. 
- Non credo che la nostra ricerca su questi individui possa avanzare di molto con interpretazioni del genere: “Per tutta la cristianità medievale ed europea, la torre di Babele è metafora dell'opposizione tra “città celeste” e “città terrena”. E' il modello concreto, offerto dalla cultura del tempo, della città da negare, diffuso anche mediante innumerevoli iconografie, come il famoso dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio del 1563. L'immagine della città di Babilonia è dunque simbolo negativo della presunzione, della superbia dell'uomo e della sua tecnica: una città che si dice costruita dal popolo per entrare in contatto con il cielo e distrutta dal Signore come punizione”. -
 

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MAILFROM: Arthur
MAILTO: Daniela
        Diego
        Patrizia 

Bene fratelli, vedo che abbiamo iniziato a muovere qualche passo in questa faccenda. Non vi nascondo che l'intera storia mi disgusta nel profondo, ma credo che sia nostro dovere andare a fondo e cercare di capire cosa abbiamo di fronte. Nel più felice dei casi si tratta soltanto di finti satanisti che sfruttano i loro riti per dare soddisfazione alle loro voglie bestiali. Se così fosse una volta capiti i dettagli potremo fare in modo che questa attività cessi. Nel peggiore dei casi, dietro a questi riti si potrebbe nascondere una setta dedita all'adorazione di un Guardiano, un vero demone, con tutte le conseguenze del caso. In questa circostanza è nostro compito di empathici, e soprattutto di Destinanti fare in modo che questo culto cessi e se ne perdano le tracce. Abbiamo i nomi di alcune delle vittime. Non credo che sia saggio andare a interrogare le famiglie, potremmo attirarci addosso l'attenzione dei parenti e della polizia. L'unica cosa che potrebbe funzionare è spacciarsi per giornalisti che vogliono raccogliere delle testimonianze su questi casi di sparizione. Tenendo ben in mente che ogni accenno a riti e pedofilia sarebbe fuori luogo perché dimostrerebbe che noi sappiamo un po’ di cose su cosa è successo a questi bambini e quindi potremmo averne delle grane. Ad ogni modo da queste informazioni possiamo dedurre che questa setta opera su tutto il territorio italiano, essendo i luoghi dei rapimenti sparpagliati per tutta la penisola. Sembra comunque chiaro che una delle loro basi di operazioni sia a Roma. Quanto ai buttafuori, tempo fa il Movimento di Destino ebbe a che fare con una setta detta della Mano Bianca. Era una setta satanica che adorava la mano sinistra di Cristo. Questa setta si scontrò con noi e con il Pathos per la caccia al sigillo di Psiche. Anche questa setta aveva una delle sedi principali a Roma e utilizzava come bassa manovalanza dei soggetti come questi due buttafuori. Abbiamo ancora troppo pochi elementi per collegare questa setta alla Mano Bianca, e farlo potrebbe portarci fuori strada. Ad ogni modo credo che un giro in questa officina non sia una cattiva idea. Se magari qualcuno di voi avesse qualche problemino alla macchina perché non andare a fare una revisione? Penso che la prima mossa sia di prendere le misure di questi due individui e vedere se in qualche modo possono condurci al resto della setta. Raccomando la massima prudenza, dato che potrebbero insospettirsi facilmente. Io per il momento rimango alla villa di Ginevra ad assistere Damien, le cui condizioni stanno peggiorando progressivamente.
A presto
 

Arthur
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25 luglio 2001
Da Arthur a Fato.

Fratelli in Destino, ho bisogno di essere raggiunto a Ginevra. Il rituale che dobbiamo fare per liberare Damien dal Guardiano necessita di un buon numero di persone. Pertanto chiunque di voi al momento non sia oltre oceano o non abbia altri impedimenti, salti in macchina alla volta di Ginevra. Non esitate, partite subito. Un nostro fratello ha bisogno di aiuto, non esitate. E' Destino a chiamarvi.
 

Arthur
Maestro del Segreto
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- A quanto pare le cose sono cambiate rapidamente. – osserva Patrizia rivolta agli altri due, dopo aver scaricato la posta. Dobbiamo partire subito. D’altra parte non possiamo abbandonare del tutto l’indagine... potremmo far così: andiamo io e Daniela e tu rimani qui a continuare il lavoro. che ne dici, Diego? – 

- Per me va bene, anche se non mi va molto di lasciarvi andare da sole ad affrontare un guardiano... Ci terremo in contatto via mail. E... state attente! -
 

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MAILFROM: Diego
MAILTO: Arthur
        Daniela
        Patrizia 

Ok io vado a Ciampino all'officina dei due scagnozzi. Mi fingo uno sprovveduto turista automunito che ha fatto bollire l'acqua del radiatore (dopo il viaggio in autostrada sotto il sole!). Mi guardo un po’ in giro, se riesco controllo l'ufficio dei due per vedere se c'è qualcosa che può attirare l'attenzione di un Destinante. Se a Ginevra ci fosse bisogno di me chiamatemi.

Diego
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MAILFROM: Arthur
MAILTO: Diego
 

Mi pare una buona idea Diego, ma stai attento mi raccomando. Inoltre osservando nuovamente i filmati ho notato che uno dei partecipanti al rito, un grassone schifoso, indossava al dito un anello d'ambra. Da notare che alcuni dei seguaci della Mano Bianca con cui ho avuto a che fare portavano un anello simile. Un anello d'ambra con una mosca dentro: questo non significa automaticamente che quei bastardi siano della Mano Bianca, ma ci informa che con tutta probabilità questa setta è collegata a quanto accaduto nei filmati.
 

>Se a Ginevra ci fosse bisogno di me chiamatemi.
 

Ti ringrazio, ma a Ginevra ora siamo in un numero sufficiente. Piuttosto fai attenzione, quei tizi lì non mi sembrano esattamente i tipi che ti allontanano gentilmente se curiosi tra le loro cose.

A presto
Arthur
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L'officina è piccola e malmessa. I due stanno riparando una moto di grossa cilindrata. Grossi, sporchi e non rasati ricordano al destinante dei cinghiali. Un brivido gli scorre lungo la schiena all'idea di essere scoperto dai due a rovistare tra la loro roba. Dopo esser stato preso, non troppo benevolmente, per i fondelli a causa del suo accento del nord  e per il fatto che fuori da Roma non sa guidare nessuno viene portato da uno dei due in un ufficio disastrato dove, calcolatrice alla mano, gli viene fatto un conto approssimativo. L'altro intanto si mette a lavorare alla macchina. Accampando la scusa di dover andare in bagno Diego riesce a restare da solo nell'ufficio. Rovistando non sembra scoprire nulla di particolare a parte qualche numero di telefono scribacchiato su alcuni post-it, che intasca, e in un cassetto alcune riviste pornografiche da cui sembrano spuntare delle foto. Dopo essersi assicurato che i due stanno lavorando alla macchina dà un'occhiata alle tre foto porno. Ritraggono tutte un tizio sui 40 che sta abusando di una bambina di non più di 10 anni in quello che sembra essere un magazzino buio. Troppo preso dalla rabbia e dal disgusto Diego non si accorge del rientro di uno dei fratelli. Fa appena in tempo a richiudere le foto nel cassetto che l'altro gli si avventa addosso come un bufalo inferocito, il giovane viene rapidamente messo contro un muro e selvaggiamente picchiato al grido di “bastardo, ladro, figlio di puttana”. Diego tenta una disperata quanto inutile difesa mentre l'altro fratello accorre in aiuto. 
- Ora te la facciamo passare noi la voglia, bastardo! - dice il primo schiacciando faccia al muro il giovane. Un potente colpo alla schiena gli toglie il respiro, il mondo diventa improvvisamente scuro mentre sente braccia potenti che lo stringono mentre altre cercano di strappargli con violenza i pantaloni.
 

- Aspetta, arriva qualcuno !- sente appena dire.
 

Mani forti lo sbattono sul terreno.
- Non farti più vedere, bastardo di un ladro!- sente, mentre una porta gli viene richiusa alle spalle.
 

Diego dolorante e stordito risale in macchina e riesce a raggiungere la sede della Fabbri. Qui riesce a scoprire che i numeri di telefono corrispondono a:
- due discoteche
- un club privato
- un internet point
- due telefoni della capitale, uno intestato a Giovanni Fassino (barbiere) e uno a Marcello Vieri (disoccupato).
Gli ci vorrà qualche giorno per riprendersi dalla botte.
 

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MAILFROM: Daniela
MAILTO: Diego

Caro Diego, stiamo tornando piu' in fretta che possiamo. Riguardo ai tre bambini: con le nuove informazioni, pensi che una ricerca in biblioteca su questi tre casi specifici ci aiuterebbe ad acquisire qualche altro elemento? Se volessimo fingerci giornalisti per indagare senza destare troppi sospetti, forse dovremmo documentarci meglio. Forse gli articoli del periodo riportano sospetti e tracce che allora sono state scartate ma a noi potrebbero dire qualcosa... 

A presto, Daniela.
 

ps. Damien e' salvo.
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Diego, appena rimessosi, si dedica alle indagini sui locali di cui ha trovato i numeri di telefono: l’internet point sembra un posto normale, frequentato da studenti che fanno ricerche e turisti che scaricano la posta.
 

E’ una festa quando le due ragazze arrivano da Ginevra: baci, abbracci e risate, ed il racconto di tutto quello che è capitato. Le due si preoccupano molto per la faccia malconcia di Diego, ed il giovane deve penare non poco per rassicurarle. Poi il lavoro interrotto riprende.
 

Daniela passa una mattinata in Emeroteca, alla Biblioteca Nazionale, a spulciare i giornali in relazione alla scomparsa dei tre bambini identificati, per vedere se riesce a collegare qualcuno dei nomi trovati da Diego o se trova altri indizi.
 

- Mentre cerchi, vedi se riesci ad individuare il posto preciso in cui sono scomparsi. – le dice Patrizia -  Ho una mezza idea, ma mi serve questa indicazione. Il più preciso possibile. Io  intanto mi faccio il giro degli uffici. Buona Fortuna!- 
 

Fortuna arride alla ricerca di Daniela, che trova parecchi articoli sui bambini scomparsi. Federico Iannolo - nato 1987 a Napoli, residente con i genitori a Roma, scomparso mentre tornava da scuola: sembra fosse figlio di due poveracci che tiravano avanti con lavoretti occasionali. La vicenda non ha avuto una particolare risonanza forse proprio per la condizione economica della famiglia. La vicenda è rimasta sui giornali per 3 giorni poi più nulla. Sempre davanti alla scuola, circa 1 mese dopo è stato arrestato un dentista, tal Luigi Gherri, con l'accusa di atti osceni in luogo pubblico (è stato trovato fermo in macchina mentre guardava le ragazzine uscire dalla scuola, con le brache calate). Dalle indagini è però risultato estraneo al caso Iannolo e se l'è cavata con una pena pecuniaria. Francesco Mazzini - nato 1987 a Roma. Per due anni è stato cercato ovunque dai genitori (avvocati della capitale) anche per mezzo della televisione: questo caso ha fatto un po' più di scalpore, forse per il viso angelico del piccolo (biondo, riccioluto, occhi azzurri) o forse per i contatti dei genitori. Sembra che i due avessero anche assunto un investigatore privato ma dai giornali non risulta altro. Ilaria Scalzi - nata 1989 a Verona. Viveva con la nonna materna dopo che entrambi i genitori sono stati arrestati. Scomparsa durante una gita scolastica allo zoo: Altra storia di miseria e abbandono che, tristemente, ha occupato appena un trafiletto di giornale. La bambina si trovava con la scuola in visita allo zoo ed è riuscita a scappare al controllo della maestra che si è accorta della scomparsa solo dopo una ventina di minuti.
 

Patrizia va alla camera di commercio, al tribunale ufficio società, all'Inps, all'Inail e cerca tutto il possibile sui locali individuati da Diego: attività commerciali, proprietari, soci, giro d'affari, debiti, banche con cui lavorano, i nomi di chi ci lavora, eventuali passaggi di proprietà, cause in corso. Lo scopo di tutto questo è vedere se ci sono dei collegamenti tra le varie attività, per esempio se i proprietari sono gli stessi, se qualcuno è socio qui e lavora là. Ma non ci sono collegamenti evidenti.
 

Visto che la sua faccia malconcia potrebbe essere riconosciuta dai componenti della banda di pedofili e che non può farsi vedere nei luoghi delle indagini Diego fa un po’ di domande in giro. Un suo amico monsignore lo presenta ad un ricercatore del gruppo di ricerca sulle sette, presentandosi come giornalista chiede notizie su eventuali gruppi o sette dell'area romana, gli mostra la foto del quadro della Torre di Babele di Bruegel che si vedeva nel filmato: ebbene il ricercatore non rimane affatto sorpreso...
 

A casa di Daniela, di fronte ad uno splendido piatto di bucatini all'amatriciana:
 

- Per il club privato direi di fare una ricognizione di giorno – esordisce Patrizia - per vedere in che zona è, l'aria che tira, e poi tornarci di sera: due entrano facendo finta di essere una coppia e l’altro resta fuori, pronto ad intervenire in caso di difficoltà. Direi di tenere Diego il più defilato possibile: i gorilla dell'autorimessa non la prenderebbero per una coincidenza se lo trovassero in un posto di cui loro hanno il numero in officina. - Si gira verso l'amico - Oppure potremmo provare a cammuffarti un po’: cambiare il colore o il taglio dei capelli, farti crescere la barba, cose del genere. Dobbiamo agire con una certa cautela e prendere qualche informazione: di solito per diventare soci di questi club bisogna essere presentati da qualcuno. Pensavo anche di chiamare un altro Destinante, visto che Diego non può farsi vedere tanto in giro e visto che cosa abbiamo di fronte. – 
 

Sergej Mitrescu riceve una telefonata:
 

- Ciao, sono Patrizia! Come stai? Senti, c'è una cosa di cui vorrei parlarti: Arthur ci ha dato delle informazioni su un gruppo di satanisti che ... bè, non posso spiegarti tutto al telefono, ma sono decisamente pericolosi. Per il momento ce ne stiamo occupando io, Diego ed una destinante che tu ancora non conosci, Daniela. Avremmo bisogno anche del tuo aiuto. Adesso siamo a Roma. Puoi raggiungerci ?-
 

- D'accordo, compagna, arrivo appena possibile. Grazie della telefonata, sarà un piacere incontrarvi. Ci vediamo... - 
 

- Va bene. Ci vediamo a casa di Daniela. Ciao!-
Patrizia riattacca, poi si rivolge agli altri:
- Sergej si unirà a noi. Gli ho dato appuntamento qui, Daniela, spero non ti dispiaccia. -
 

- Non mi dispiace affatto. Mi piacciono le case piene di gente... e poi sono curiosa di conoscere Sergej. -
 

Daniela si allontana, va in camera sua: quando torna ha tra le mani il quaderno che gia' avete visto a Ginevra.
- Scusatemi se torno sempre sulle stesse cose, ma investigare proprio non fa per me. - e vi guarda con un sorriso un po' costernato. - Patrizia, continuo a pensare alla tua proposta di andare al club privato facendo finta di essere una coppia in cerca di “emozioni forti”. Se Diego deve stare attento a non farsi notare, come la formiamo questa fantomatica coppia? Con Sergej? E chi va di noi due? Ne abbiamo di cose da fare: io pensavo di parlare anche, fingendomi giornalista, con i parenti dei tre bambini scomparsi, ma lascerei questa traccia per ultima, per ora...-
 

Il club privato è una sorta di club/internet point a luci rosse, un posto dove è necessario essere soci, e sembra essere molto frequentato. Entrare non dovrebbe essere troppo pericoloso, almeno a giudicare dalla gente che entra ed esce, un po' di tutti i tipi. Osservando il locale vedono un tizio che esce per buttare un secchio di bottiglie vuote, le ragazze lo abbordano chiedendogli come sia il locale. Vengono così a sapere che ci sono dei computer con webcam in varie stanzette ciascuno contenente vari programmi per chat e videoconferenza. Lo si definirebbe un posto per cybersessuomani. E' intestato a Margherita Ridolfi, 49 anni, di Roma. 
 

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MAILFROM: Arthur
MAILTO: Destinanti

Ho ricevuto da Lunello e giro a voi. Al momento sto per lasciare la città di Aton e cercare di raggiungere la tomba del faraone. Ho dato istruzioni a Lunello di fare qualche ricerca. seguono i risultati.
Sull'investigatore: Michele Aversi, di Roma. Ha già lavorato con i due avvocati probabilmente per cercare informazioni legate al loro lavoro. Il nome è nel database di Merlino, biagio se ne era servito quando stava facendo ricerche sulla Mano Bianca.
Sulla proprietaria del Club: Margherita Ridolfi... ex Mario Ridolfi, transessuale, e sotto questo nome è presente nella lista di Biagio, accanto ad alcuni pagamenti (3 milioni in 2 rate) e ad un codice alfanumerico (3E7N9U1O).
Inoltre ho il fortissimo sospetto che il database di Merlino sia stato protetto con l'aiuto di Enigma. Chiunque ci si metta a lavorare sopra perde la concentrazione e non riesce a cavare un ragno dal buco. Penso che dovremo farne a meno, almeno per il momento.
Ps: sto per fare un'escursione in solitaria nel deserto. Se dovesse succedermi qualcosa Patrizia rimane la referente per questa faccenda. Per il resto Damien riceverà informazioni.
Destino ci guidi
 

Arthur
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La casa di Daniela e' al quinto piano di un condominio in zona Montesacro: si arriva con l'ascensore fino al quarto, poi le scale. E' una mansarda: aperta la porta, ci si trova di fronte a un ambiente ampio, che da' su un terrazzo minuscolo. A sinistra, un tavolo (di quelli con cavalletti) ospita un computer; il muro e' tutto coperto da una scaffalatura ingombra di libri. Un'occhiata intorno e potete notare due riproduzioni: una di un quadro di Mondrian e l'altra della Citta' Ideale. Sulla destra c'e' un divano, un tavolo basso, cuscini vari e qualche sedia pieghevole poggiata a un muro. Per il resto: un bagno (doccia, ma niente vasca), cucina (stretta e non abitabile), due camere da letto (in entrambe, i letti sono a due piazze... o quasi). Discreto disordine, libri che spuntano un po' ovunque, qualche foto e cartolina poggiata qua e la'.
 

Squilla il citofono di casa Spiranti:
 

- Ciao, sono Sergej Mitrescu... non ho sbagliato indirizzo, vero? -
Nonostante il cognome esotico, la voce non tradisce un accento straniero... o meglio la pronuncia è un miscuglio confuso di parlate (italiane, estere, boh?)
 

Risponde una voce femminile: - No, non hai sbagliato, sali. Quinto piano. -
 

Passano due minuti, e ancora l'ospite non ha raggiunto la porta dell'appartamento. Concludete che, per qualche assurdo motivo, Sergej non ha preso l'ascensore ma ha deciso di farsi cinque piani di scale a piedi. 

Mentre aspetta, Daniela si rivolge a Patrizia, come se fosse stata colta da un dubbio: 
- Patrizia, ma Sergej fa parte del Movimento di Destino? - 
 

Patrizia le è accanto con un sorriso divertito sulle labbra: - Oh, certo ! E' un'alterazione di Taliesin, cioè Arthur. E' un tipo ... Bè, lo conoscerai! -
 

Finalmente sentite bussare alla porta. Quando viene aperta, fa il suo ingresso un giovane dall'aspetto inconsueto: indossa abiti vecchi e costellati di toppe, un paio di scarponi incrostati da fango secco e una coperta da pic-nic a mo’ di poncho. E' alto, robusto, capelli castani e occhi azzurro cupo, sul viso notate le cicatrici di ferite recenti. A meno che segua l'ultimo grido della moda, si tratta di un vagabondo, un clochard, un barbone. Porta sulle spalle uno grosso zaino blu da trekking.
.

- Ciao compagni, finalmente ci incontriamo. -
 

La donna che ti ha aperto la porta e' sulla trentina, capelli rossi corti, occhi verdi che non riescono a nascondere un moto di sconcerto (ricaccia in fondo un ricordo suscitato dal tuo modo di vestire...) e poi di sorpresa quasi divertita (tra se' e se' sta pensando che la noia proprio non e' di casa dalle parti di Destino...), mentre ti rivolge un ampio sorriso: -Benvenuto Sergej. Sono Daniela. - Indossa un paio di pantaloni neri e una maglia verde che le lascia scoperte le spalle. Il viso e' senza trucco. Non ha orecchini o collane o simili, con l'unica eccezione di un orologio nero e un cerchio d'argento molto semplice al polso sinistro. Ti stringe la mano, si fa da parte per lasciarti passare. 
- Ti serve aiuto? - ti chiede facendo un cenno verso lo zaino che hai sulle spalle e che ha tutta l'aria di pesare non poco. - Da dove vieni? Non ci avrai mica raggiunti a piedi...- Ha appena parlato che ha gia' l'aria di essersi pentita. Aggiunge in fretta: - Scusami. Sarai stanco. E io ho il difetto di essere un'ospite curiosa ma distratta. Dimmi se vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare o se vuoi riposare prima di cominciare a parlare di cose serie...- 
 

Patrizia lo abbraccia con calore, sorridendogli – Bene arrivato, compagno! Lei è Daniela, una nuova alterazione di Destino! Diego lo conosci già. Che cosa hai fatto alla faccia ? Il G8?-
 

Chiacchiere, caffè, i quattro giovani scherzano, rilassati. Momenti preziosi. Ma sono qui per fare un lavoro. Patrizia tira fuori una cassetta e la inserisce nel videoregistratore.
- Prima di cominciare vorrei che vedessi questa. -
I destinanti passano alcune ore raccontando che cosa si è fatto e facendo il punto della situazione.
 

- Vorrei fare un sopralluogo davanti alla scuola dove è scomparso il bambino. – esordisce Patrizia.
Gli altri la guardano perplessi.
- Non credo che troveremo una traccia, sono passati anni. No, è per qualcos'altro - si interrompe un istante, poi riprende a parlare lentamente - Stanotte tenterò di avere ulteriori indizi con un sistema decisamente insolito: userò la magia di Merlino. Merlino mi ha donato parte dei suoi poteri, rendendomi capace di vedere nel passato. Intendo cercare di rivivere la scena del rapimento: potrei vedere le facce dei rapitori, magari qualche numero di targa, e con un po’ di fortuna anche dove l’hanno portato... Non ho idea di che cosa succederà, ma spero di ricavarne qualcosa di utile. A dire la verità non l'ho mai usato, per cui non so esattamente come funzioni, ma secondo me vale la pena di provare! Mi farebbe piacere se mi accompagnaste, ecco... non vorrei andare da sola...-
 

- Direi proprio di no. Ti accompagno volentieri: vegliero' io su di te mentre compi il rituale, anche se forse sarebbe meglio l'aiuto di Diego, in caso di complicazioni, o di Sergej...- Daniela cerca lo sguardo di Diego - Che ne dici? -
 

- Ok Daniela, con te andrei ovunque, sono curioso di vedere cosa siamo in grado di fare. Se i nostri poteri esistono ancora. Sono sicuro che Destino, qualunque cosa sia, ci assisterà. – le risponde il giovane.
 

Daniela arrossisce: e' sorpresa. - Spero di meritare tanta fiducia. - risponde a voce bassa. Poi si rivolge a Patrizia: - Come vedi, non sarai sola! - e le sorride.
 

Il resto della giornata trascorre in sopralluoghi davanti alla scuola ad alla casa di Margherita Ridolfi, la proprietaria del club, che risulta situata in una zona periferica e adeguata alle sue possibilità economiche. 
 

Roma, esterno notte, periferia.
L'auto parcheggia vicino alla scuola di Federico Iannolo, in un quartiere semiperiferico un po’ squallido. Nuovi palazzoni tutti uguali. Patrizia scende dalla macchina e si guarda intorno. La scuola, che si affaccia su uno slargo dove un'aiuola striminzita con al centro un albero stento fa da spartitraffico, la strada, macchine parcheggiate, poche finestre da cui trapela la luce dei televisori. Nessuno in giro. E' buio intorno a lei. 
 

Si rivolge agli altri tre: - Io vado. Andrà tutto bene. -
 

Si dirige verso l'aiuola, si inginocchia e posa le mani sul terreno.
Gaia.
La Madre Terra. 
Allarga le dita e l’accarezza.
Tira fuori di tasca qualcosa avvolto in un pezzo di seta verde. Lentamente apre l'involto. La lama d'acciaio lucente, appena forgiata, brilla per un istante, anche nella pochissima luce. E' un pugnale lungo circa 20 centimetri, fatto un unico pezzo di acciaio, senza saldature, l'elsa non ha alcuna copertura e si attorciglia in un'elegante spirale, così come gli altri due “bracci” che formano la guardia. Dove la lama si congiunge con l'elsa è inciso il simbolo dell'infinito con in mezzo una Y. L'Eternità e il Bivio che da sempre rappresentano Destino. La ragazza si concentra sull'immagine di Federico, il suo volto, la scuola. Un bambino. Un bambino fra tanti. Poi si incide il palmo della mano sinistra. Il sangue scorre, nero nella notte, riempie l'incavo del palmo, cola fra le dita a bagnare la terra, la Madre Terra. Buia è la notte, come un'altra notte nel deserto, quando altro sangue non suo era scorso a bagnare altra terra, a diventare parte di lei. E le parole di Merlino risuonano alte e forti nella sua mente: “Patrizia, oggi inizia il tuo cammino tra le nebbie del tempo. Conosci i rudimenti dell'arte, conoscerai la magia. In te vi è molta forza, coltivala e vedrai oltre le nebbie del tempo. Apro i tuoi occhi alla visione, il tuo cuore al dolore di ciò che non può essere cambiato.”
 

Pochi istanti di silenzio seguiti da un turbine di caos, clamore, rumori, grida, esplosioni di luce e tenebre si inseguono senza sosta. Un cielo azzurro percorso da velocissime nubi di colore cangiante. Una nebbia densa e fredda, milioni di anime vagano in essa e ti sfrecciano attorno, guardi le loro vite le senti passare, morire, rinascere. Voci di bambini, clacson che suonano senza sosta, una bestemmia, voci di madri che si uniscono come in un canto, il giorno, luce, luce accecante...
Vedi i bambini che escono da scuola giocando e scherzando, inseguendosi mentre le madri tentano di trattenerli e portarli verso casa. I giochi iniziati in classe tardano a finire e i bambini cercano di raccontarsi tutto ciò di cui non hanno potuto parlare durante la lezione. 
Nella marea di volti riconosci quello di Federico, un po' magro, probabilmente non diventerà un bel ragazzo ma il cuore ti si stringe mentre lo vedi scherzare con degli amici prima che questi vadano verso le loro case. I suoi occhi tradiscono la sua innocenza, non sa cosa il Destino ha in serbo per lui. Si dirige verso un tizio, innocuo, all'apparenza, scherzano, Federico sale in macchina, vorresti gridare, tendi le mani verso di lui, non ti puoi muovere, non lo puoi afferrare, l'uomo mette in moto la macchina e si dirige verso di te, passano sfrecciando attraverso il tuo corpo, cerchi disperatamente, con tutte le tue forze di fermarli... “No! Federico! No!” gridi “non andare con lui” Federico si volta, forse ti ha sentito o forse sta solo guardando indietro...
 

Riprendi improvvisamente conoscenza, la mano ferita brucia in modo insopportabile, ti alzi barcollando per arrivare alla tua macchina. Il tragitto sembra lunghissimo, mentre cerchi di riportare alla mente ciò che hai vissuto... una traccia... il volto del tizio... la macchina... la targa... e non puoi trattenere le lacrime pensando alla prima volta che hai visto Federico, nudo, inerme e tremante, pietanza di un banchetto inumano.
 

Il Tempo scorre lentamente. Non riuscite a staccare gli occhi dalla figura inginocchiata per terra. Poi un gemito, e Patrizia si rialza a fatica. Si dirige barcollando verso di voi, tenendosi la mano sinistra che continua a sanguinare. Il suo volto è rigato di lacrime.
- Ho visto... non... non può... essere... è troppo... io... portatemi a casa... fa male... troppo...- 
La ragazza si accascia, poi fa uno sforzo per rimanere cosciente. - A casa... domani... sono esausta...-
La riaccompagnate alla foresteria della Fabbri, Daniela la mette a letto. Patrizia sprofonda immediatamente nel sonno.
 

Sono più o meno le 11 del mattino dopo quando vi riunite tutti nel soggiorno che Daniela e Diego hanno già visto. Patrizia ha un'aria sbattutissima, la mano sinistra fasciata. Vi sorride stancamente, poi comincia:
- Il rituale ha avuto successo. Ho visto il rapimento di Federico. E' stato portato via da suo zio, Franco Iannolo, ho identificato la targa. Ha 42 anni, fa l'ortolano ed ha un banchetto a Campo de' Fiori. - fa una pausa - Questo apre nuovi e, se possibile, ancora più disgustosi scenari. Significa che il bambino è stato venduto da suo zio. Non è mai apparso direttamente e non è mai stato intervistato. Ho ripensato a tutta questa storia, agli indizi che abbiamo, al filmato, e ci sono un po’ di cose che mi sono venute in mente. I bambini erano ancora vivi due anni dopo i rapimenti. Questo significa che debbono avere un posto dove tenerli, qualcuno che li accudisca, un'organizzazione piuttosto solida. E potrebbero essere ancora vivi. Abbiamo l'elenco dei pagamenti che riceveva Biagio, e dei nomi nel suo dossier: dovremmo cercare di accoppiarli alle foto che abbiamo ed alle facce del filmato. Io posso scoprire da che banche arrivano, quali sono italiani e quali stranieri. Abbiamo ancora un paio di nomi sui quali indagare, i proprietari dei numeri di telefono che Diego ha trovato nell'officina: Giovanni Fassino, il barbiere, e Marcello Vieri, il disoccupato. Poi c'è l'investigatore, Michele Aversi, il nome che ci ha comunicato Lunello. E Margherita Ridolfi, ex Mario Ridolfi, tre milioni ed un codice che dovremmo cercare di decifrare. Potremmo organizzarci così: Diego potrebbe andare a fare un sopralluogo dal barbiere, vedere chi lo frequenta, parlarci un po’ con la scusa di un taglio di capelli. Se ti riesce puoi anche filmare lui e l'interno del locale: i palmari della FATO, che avete tutti, hanno una microcamera inserita. Daniela potrebbe andare dall'investigatore, con la scusa di far fare delle indagini su un fidanzato che non si decide a sposarla, perché forse è già sposato. Anche tu hai il palmare, e vale lo stesso discorso. Sergej, tu potresti occuparti del disoccupato. Ed io vedrò di scoprire tutto quello che posso sui movimenti bancari di Biagio. Per il club privato, dal momento che come abbiamo visto si può entrare facilmente, possiamo andare io e Daniela fingendo di essere andate lì per rimorchiare, e voi due restate fuori a coprirci, oppure possono andare Daniela e Sergej, e noi due restiamo fuori a filmare. In questo caso dovremo comprarti qualcosa di adatto da mettere. – 
La ragazza fa una pausa. Si passa una mano sulla faccia. 
- Scusate. Vi sto dando ordini a tutto spiano... non era mia intenzione. Le mie sono soltanto proposte. Se qualcuno ha delle idee migliori per me va bene. -
Capite che l'esperienza della notte precedente deve essere stata terribile per lei, e non l'ha ancora superata.
 

Il database di Biagio è nel caos più completo, o forse voi non siete in grado di capirne la logica. Cercate più volte le informazioni ma ai vari pagamenti sono collegati codici sempre più assurdi che non si ripetono all'interno del database, codici che quasi sicuramente sono senza significato e servono per mascherare altro. Quando pensate di fare confronti con le foto in vostro possesso non arrivate a nulla. L'unico nome conosciuto che sembra essere interessante è quello di Michele Aversi a cui Biagio ha pagato 3.500.000 lire, il 12 febbraio dello scorso anno.
 

Dalla discussione con il barbiere non esce molto a parte il fatto che quando Diego accenna ad un recente caso di  pedofilia il barbiere si altera un po' affermando che i giornalisti non si rendono conto, o non vogliono far sapere, che il più delle volte queste porcherie avvengono all'interno del nucleo familiare, spesso ad opera del padre sulla figlia... ma su certe cose preferiscono tacere e puntare il dito su bersagli più facili... poi passate a parlare di formula 1 e di traffico.
 

Prima di andare dall'investigatore, Daniela chiede a Patrizia una foto di Biagio Biagini. Cerca l'indirizzo dell'investigatore sugli elenchi del telefono e chiede a Diego di accompagnarla: o meglio, di attenderla fuori dall'edificio e di avvertire gli altri o fare qualcosa nel caso di un'assenza troppo lunga. Si rende conto che, se l'incontro con l'investigatore andasse male, questo espediente non servirebbe a molto, ma la presenza di Diego la rassicura. Passa da casa: indossa un abito molto semplice, verde erba, una borsa nera non molto grande in cui infila il cellulare (ma non il palmare). Ha deciso di raccontare all'investigatore di voler rintracciare un certo Marco Silvestri: lo ha conosciuto a una festa e ha avuto con lui una relazione di cinque-sei mesi. Dopo un mese all'incirca, il tipo le ha rivelato di essere sposato: cosi' ha giustificato il mistero di cui si circondava, il fatto di non andare mai da lui, e simili. Ma i monosillabi con cui rispondeva alle tante telefonate su cellulare non l'hanno mai convinta del tutto di questa versione dei fatti. Ora e' sparito, portandosi via alcune foto... “imbarazzanti”, carteggi  vari e persino dei soldi. Alla fine di questo racconto, Daniela ha intenzione di tirare fuori dalla borsa la foto di Biagini e di aggiungere subito, anticipando eventuali sospetti: 
- Non e' un caso che io sia qui. Marco si comportava ancora piu' stranamente del solito negli ultimi tempi e io cercavo di decifrarne i motivi. Lo spiavo, in un certo senso. E' cosi' che ho visto il suo nome su un foglietto. E sono qui perche' spero che lei conosca Marco, che per qualche motivo che ignoro sia stato contattato da lui, che possa aiutarmi...-
 

Daniela, con aria disperata, abbassando la voce, gioca nervosamente con il bracciale che ha al polso: fa scorrere lo sguardo intorno, come se provasse ritegno, disagio, quando parla delle foto e delle lettere, poi fissa gli occhi in quelli dell'investigatore in una richiesta d'aiuto.
 

L'investigatore conferma di aver conosciuto questo tizio che non gli si è presentato come Marco Silvestri ma con un altro nome; nome che non farà perché riguarda solo il suo cliente. Dice comunque di non avere sue notizie dal settembre 2000.
 

Daniela lo osserva con attenzione studiandone il comportamento, poi fa un ultimo tentativo: 
- Mi creda, apprezzo la sua correttezza professionale: non voglio sapere il vero nome di Marco, voglio tornare in possesso delle foto e dei documenti che mi ha preso: non puo' aiutarmi in nessun modo? -
 

L’investigatore le risponde di non aver avuto più notizie del cliente e di non sapere dove rintracciarlo.
 

Daniela confronta mentalmente la data con le informazioni della Fato e si rende conto che l’investigatore ha perso i contatti con Biagio poco prima dell’Armageddon.
 

Appena fuori della porta, la donna si sofferma con la scusa di non trovare qualcosa nella confusione della borsetta, giusto per vedere se accade qualcosa, se le capita di ascoltare un frammento di telefonata e simili. Scende, preferibilmente in ascensore, per poter chiamare Diego, che la aspetta sotto, e avvertirlo di non muoversi e aspettare un po', nel caso l'investigatore la seguisse, ma nulla del genere accade.
 

Sergej si accorda con un paio di amici dei centri sociali di Roma, raccontando di dover rintracciare un gruppo di fasci che hanno pestato lui e altri compagni di Torino (fino ad ora ha trovato solo uno che assomiglia a uno dei fasci). Li convince a recitare la parte dei selezionandi di una ditta fantomatica. Quindi prenota una sala convegni in un qualsiasi albergo per una qualsiasi ora. Telefona a Marcello Vieri e si spaccia per il rappresentante di una ditta che si occupa di indagini statistiche. Gli offre di partecipare a una selezione che porterà all'assunzione di un gruppo di “operatori”. La selezione si svolgerà presso la “sala convegni” dell'Hotel Moderno. Il suo turno è fissato per le ore 10. Non occorrono competenze specifiche. 
 

Marcello Vieri, nato a Roma 34 anni fa, 5 fratelli e una sorella, residente e domiciliato a Roma, convive con da un anno la ragazza e i due figli di lei (6 e 11 anni). 
Precedenti lavorativi: qualche lavoretto occasionale come facchino, bracciante agricolo e collaborazioni con una cooperativa. Licenza media inferiore, nessun precedente penale.
 

Sergej sottopone Marcello ad una serie di domande di rito che riguardano i suoi precedenti lavorativi e la fedina penale. Quindi gli propone un quiz psicologico orale con alcune domande simili a quelle della visita di leva (senti le voci, ti piacciono i fiori, ti piacciono i bambini, ecc) e più “piccanti”. Le domande “piccanti” riguardano reati violenti (rapina, rissa, pedofilia, vandalismo, omicidio). 
Alle domande piccanti risponde in modo abbastanza ingenuo e spontaneo, si riscalda un po' raccontandovi di quando gli hanno rubato il motorino e si ferma appena capisce che non ve ne frega nulla. Per quanto riguarda la pedofilia risponde con sincero disgusto.
Il test si conclude con la simulazione di una intervista tra l'operatore e un passante, cui farà delle domande per una ricerca statistica.
 

E' una calda serata a Roma. La Rossa e la Mora sono davanti all'ingresso del club privato. Dall'altro lato della strada una macchina parcheggiata, dentro un tipo che ha l'aria di aspettare qualcuno che non arriva. La Rossa indossa un vestito lungo, stile giapponese, abbastanza attillato, senza maniche, due spacchi laterali lungo le gambe. Scarpe alte, ma con tacchi larghi, adatte anche a correre, se dovesse servire. In borsa un cellulare di quelli che nascondono una macchina fotografica digitale. La Mora indossa un vestito nero molto accollato, con le maniche lunghe, molto severo. Solo che il tessuto è pizzo elasticizzato. Nella quantità corrispondente ad una federa, più o meno.
Alla mano sinistra porta un guanto di pelle nera con le mezze dita, molto dark lady, in borsa, cellulare e palmare della FATO. Entrano, si guardano intorno con l'aria di chi pensa “Bè, vediamo com'è la merce”.
 

Il locale è indubbiamente diverso da come se lo aspettavano. Superato l'ingresso vengono avvolte da un'atmosfera calda e soffocante. Il club è illuminato da luci rosse che spandono ovunque una luce sporca e pesante. Un giovane e muscoloso buttafuori, con un drago tatuato sul braccio sinistro, le guarda con uno sguardo tra il sorpreso ed il perplesso mentre entrano in uno stretto corridoio avvolto dal fumo. Un forte odore di tabacco bruciato satura l'aria mischiandosi ad una impercettibile ma pungente fragranza di erbe. La sicurezza scompare dai loro volti mentre si chiedono in che posto sono finite. Una donna in piedi dietro il banco chiede loro con voce tenorile di pagare le trentamila di ingresso. Un giovinetto magro, dall'aria viscida e sudaticcia, seduto alla cassa prende i soldi, si aggiusta gli occhiali guardandole e riconsegna una tessera su cui campeggia la scritta “consumazione omaggio”. Si aggiusta dei piccoli occhialini che il sudore gli sta facendo scivolare sul naso e continua a squadrarle come un macellaio guarderebbe un quarto di bue. - Merce di lusso.- borbotta, troppo forte per non essere sentito dalle due che si stanno addentrando nel locale. Superata una porta a due ante vengono assalite da una cacofonia di suoni, ristate, gemiti, musica a tutto volume, parole gridate da una parte all'altra della sala. La stanza è di circa 6 metri per 4, occupata in parte da tavolini rotondi e in parte da divani addossati su pareti a specchio. In un angolo del locale un ragazzo vestito da donna, con una parrucca bionda sta cantando “Music” imitando alla meglio Madonna su un cubo di legno nero. Un gruppo di persone batte intanto il tempo con le mani saltando e vociando in direzione del cubista. Le due riescono a trovare un posto su un divano evitando accuratamente di sedersi dove un precedente cliente ha rovesciato un qualche cocktail zuccherino. Attendono qualche minuto osservando gli altri avventori seduti su degli sgabelli al banco del bar o in giro per la stanza con l'aria di chi cerca qualcosa, o qualcuno. Un piccolo televisore posto sopra lo specchio del banco trasmette ininterrottamente un film pornografico che vede un gruppo di uomini impegnati in un'orgia silenziosa che, a quanto pare, risulta particolarmente noiosa per i clienti che posano gli occhi alternativamente sulle nuove venute e sull'improvvisata cantante. Due porte ed una scaletta a chiocciola conducono fuori della stanza. Una è aperta su quella che sembra una stanza buia illuminata fiocamente dalla luce di alcuni monitor mentre l'altra reca la scritta “Bagno per soli uomini” e sembra estremamente frequentata (a giudicare dal numero di persone che entrano e non escono se non dopo un bel po'). 
 

Daniela ha cercato di ignorare i commenti sulla “merce” e di non pensare neanche per un momento al guaio in cui si e' cacciata. Per tranquillizzarsi, osserva attentamente ambiente e persone lungo la strada per arrivare al tavolo. Una volta seduta, ordina subito da bere: e si fa attirare da un cocktail che ha uno strano nome, identico a quello di un fumetto: Gli Invisibili. Solo dopo averlo chiesto, si rende conto che forse rhum e vodka in un colpo solo non erano la scelta migliore per la serata. Ma l'effetto dell'alcol, in un posto cosi', potrebbe persino essere utile. 
 

Patrizia si guarda intorno, poi dice a Daniela, abbastanza piano perché nessun'altro senta:
- A quanto pare ci è sfuggito un piccolo dettaglio: questo è un club gay/lesbo. Dovremo far finta di essere una coppia. Tu come te la cavi come attrice? -
 

Daniela risponde con un sorriso ambiguo, negli occhi quasi una traccia di sarcasmo al pensiero della situazione, poi si sporge verso Patrizia, con una mano le scosta delicatamente i capelli dall'orecchio e a voce bassa le risponde: - Faro' quel che posso, sorellina... se avessimo problemi, fingi di arrabbiarti con una scusa qualsiasi, mollami uno schiaffo e usciamo, chiaro?-. Nel mentre, Daniela sta giocherellando con una ciocca dei capelli di Patrizia. Prima di allontanarsi, le stringe una mano in un gesto che vuole essere rassicurante: spera che, dall'esterno, il tutto possa essere apparso come lo scambio di “coccole” tra due amiche abbastanza intime. Nonostante la sua scarsa sopportazione per il fumo, Daniela in questo momento rimpiange di non avere una sigaretta con la quale distrarsi: appena le arriva il cocktail, un liquido incredibilmente trasparente, comincia a giochicchiare col bicchiere. E intanto si guarda attorno. Sta cercando qualcuna delle facce che ha visto ormai non sa piu' quante volte nel video e nelle foto del database di Biagini.
 

Si accomodano al tavolo, da cui si può vedere più o meno tutta la sala. Ridono, scherzano tra di loro, ordinano da bere, la Mora tira fuori il cellulare e comincia a mandare sms, in realtà imposta il numero del cellulare di Diego, che è rimasto fuori, così in caso di guai può chiamarlo subito, lo poggia sul tavolo, sorseggia la sua bibita, poi ricomincia a frugare nella borsetta, ne estrae un'agenda elettronica con un adesivo di Pikaciù sul coperchio, la apre, la chiude, la posa sul tavolo. 
 

Mentre le investigatrici si stanno chiedendo cosa sono venute a fare in un posto del genere due ragazze sulla trentina si siedono al loro tavolo, una da una parte giusto sopra la macchia di cocktail e l'altra su una sedia che prende da un tavolo vicino. Una ha il volto un po' magro con capelli cortissimi rosso mogano occhi scuri che contrastano con la pelle molto chiara. Indossa un giubbotto di jeans e una maglietta sdrucita su cui si intravede all'altezza del seno una scritta tanto sbiadita da essere illeggibile. L'altra ha capelli scuri a caschetto, occhi verdi, una maglietta attillata ed un golf legato alla cintola. Da Lucia ed Alessia, interessate ad uno scambio di coppie con le due, vengono ad avere un'idea della planimetria del locale. La stanza dei monitor è una sorta di internet point in cui i computer sono collocati in cabine private, ciascuno dotato di webcam e connessione veloce mentre la scala a chiocciola conduce ad una vasta stanza al piano superiore in cui, nel buio quasi completo, si possono avere incontri senza sapere chi si ha davanti. Il bagno per soli uomini ha più o meno lo stesso scopo ma è un po' più illuminato. Il cantante, accaldato e sudato, è sceso dal cubo e sta bevendo una qualche bibita mentre un uomo sulla cinquantina, che a quanto pare ha offerto da bere, gli sta accarezzando la coscia sinistra mentre gli sussurra qualcosa in un orecchio. Le investigatrici intanto continuano a discutere con Lucia ed Alessia...
 

Daniela finge l'aria rilassata di una che voglia semplicemente fare quattro chiacchiere: con un sorriso chiede alla ragazza coi capelli color mogano chi sia la tipa che le ha intrattenute cantando fino a quel momento... Viene così a sapere che si tratta di Luigi Macchia, uno studente di Lettere all'università di Roma, poi, appena la musica si calma e rallenta chiede alla sua interlocutrice se la fa ballare, lanciando prima uno sguardo a Patrizia per capire se e' tranquilla o meno. Finito il lento le due tornano al tavolo.
 

Patrizia fa un po’ la carina con la tipa vicino a lei e poi le chiede se è tutto lì quello che offre il locale. 
- Ho sentito dire che era un posto molto “trasgressivo”... ma forse ho capito male... magari è un altro locale... -
 

Daniela decide di azzardare e allo stesso tempo parla con aria leggermente ironica, che potrebbe essere irritante e giustificare l'eventuale reazione “isterica” di Patrizia con conseguente allontanamento: 
-La mia amica, qui, ama i bassifondi...- Si alza, si mette alle spalle di Patrizia come per voler giocare con i suoi capelli e guardando bene negli occhi le due: - Ma, soprattutto... ama fare del male... specialmente a chi e' indifeso...- 
 

La tizia non capisce a cosa ti riferisci. Risulta chiaro dopo pochi altri scambi di parole che voi non siete interessate alle vostre interlocutrici quindi vi lasciano in pace. Nel frattempo in macchina Diego osserva preoccupato l'ingresso nel locale di uno dei due meccanici che lo hanno assalito all'officina... Il tizio, che le nostre eroine riconoscono dalla descrizione fatta loro da Diego, osserva il grassone mentre gira per il locale. Intanto il cantante, ondeggiando lentamente, forse per il caldo o forse per l'alcool esce dal locale accompagnandosi all'uomo che gli ha offerto da bere. Mentre i due stanno uscendo la vecchia conoscenza di Diego si avvicina e chiede al più vecchio qualcosa, questi risponde con aria divertita mentre il ragazzo gli si appoggia alla spalla evidentemente un po' brillo; il suo accompagnatore lo bacia sul collo e risponde ancor più divertito al preoccupato meccanico che si allontana guardando con un misto di invidia e desiderio il ragazzo. Incuriosite dallo scambio di parole le donne decidono di uscire mentre il meccanico entra nella sala dei computer. All'esterno raggiungono Diego e gli spiegano che forse è il caso di seguire i due uomini...
 

Mamma mia che sudata fredda davanti a quel locale! Diego aveva appena intuito il “particolare” orientamento sessuale dei clienti che entravano (ridacchiando al pensiero delle sue amiche dentro!) quando vede arrivare dallo specchietto il tizio dell'officina; il primo pensiero è quello di scappare a tutto gas ma poi pensa che la cosa migliore per passare inosservati è quella di fare finta di niente ed assumere l’aria di uno che aspetta. Poi per fortuna il tipo entra nel club; intanto arrivano Patrizia e Daniela, salgono in macchina e gli dicono: - Segui quell'auto! - lui risponde: 
- Non aspettavo altro ragazze...-
 

Seguendoli in macchina scoprite che l'uomo più vecchio ha una bella macchina (di cui segnate la targa) e abita a Ciampino in un appartamento al 5° piano. Da una rapida indagine su di lui grazie ai mezzi della FATO scoprite:
l'uomo si chiama Federico Allori, insegnante di scuola media, 52 anni. Una figlia. Divorziato da Margherita Giannelli nel 1995 (uccisa da un pirata della strada l'anno dopo) La figlia è stata affidata alla nonna materna. Convive da 2 anni con Francesca Martinelli, 43 anni, insegnante di Calcolo Numerico all'università di Roma (facoltà di scienze). La casa è di proprietà della convivente così come la macchina. Lui non ha precedenti penali ma la convivente si, un'accusa per atti di libidine nei confronti del figlio undicenne nel 1990. L'accusa è stata ritirata dall'ex marito (Luca Giacobini, 40 anni, pediatra) da cui ha divorziato lo stesso anno. Sulla figlia non trovate nulla, vive ancora con la nonna. Il padre non la va a trovare spesso. Facendo qualche domanda venite a sapere che il matrimonio con la Giannelli non andava molto bene e, in fondo, il divorzio è stato per lui una liberazione.
 

Daniela ha contattato Diego sul cellulare e sono arrivati insieme alla sede della Fabbri: si ritrovano a parlare, mentre aspettano l'arrivo di Sergej, nella stessa stanza dove, la prima volta, hanno studiato le foto e il video da cui e' partita la vicenda. Daniela si abbandona su una delle poltrone: e' stanca e l'idea di girare a vuoto la deprime non poco. 
- Diego, questo tipo di cui abbiamo preso la targa, questo Federico Allori, e' un insegnante ed uno dei rapimenti ha a che fare con una scuola  Mi chiedo se sia il caso di seguirlo, se la scuola possa essere la stessa del rituale eseguito da Patrizia o no... che ne dici? Certo, tu o Sergej potreste provare a rimorchiare la convivente...- Daniela si lascia sfuggire un gran sorriso - Io pensavo di andare a parlare con il pediatra, Luca Giacobini: potrei far finta di essere una giornalista che sta indagando sui casi di alcuni bambini scomparsi e che, rovistando in tante schifezze, in qualche modo e' incappata nel nome della sua ex...-
 

In quel momento arriva Patrizia che vi porge un foglio di carta con questa mail di Arthur:
 

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MAILFROM: Arthur
MAILTO: Abrham
       Patrizia 

Ragazzi, sono stato nella tomba di Aton. O meglio ho provato a entrarci, ma le sue protezioni mi hanno respinto. Prendete il primo volo per il Cairo e raggiungete i resti della Città di Aton. Io sarò lì ad aspettarvi. Credo che voi possiate accedere alla tomba del faraone, e soprattutto credo che la tomba celi dei segreti a voi destinati.

Arthur
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- Come vedete devo partire immediatamente per l'Egitto. Ho l'aereo alle tre di questo pomeriggio. Cercherò di tornare al più presto possibile. Comunque non vi abbandono: ho avvertito gli uffici della Fabbri di mettervi a disposizione qualsiasi attrezzatura vi serva. Spero di essere di ritorno presto, in modo da potervi aiutare in questa ricerca. State molto attenti, e che il Sovrano vegli su di voi. -
Vi abbraccia con affetto e se ne va.
 
 


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