Vuotare gli archivi: Demogorgon
 

a cura di Carlo Fedele e Patrizia Frosi 

Autori Vari

master Elio “Digio” Di Giovanni


 
Venerdì 13 luglio 2001
FOLLIA COLLETTIVA O SCONTRO RELIGIOSO?
 

Il governo siriano ha fatto trapelare solo ora, dopo giorni dall'accaduto, di un grave fatto avvenuto ad Al-Quneitra, sulle alture del Golan. La città in rovina, visitata recentemente dal Santo Padre, Giovanni Paolo II, è stata teatro di un massacro in cui hanno perso la vita quasi duecento persone. Pare che gli abitanti cristiani e musulmani della zona si siano scontrati per giorni all'interno della città e alla fine abbiano combattuto una battaglia nei pressi della stessa chiesa in rovina che il Papa aveva consacrato alla Pace Universale. I pochi superstiti, ricoverati al vicino campo aiuti della Croce Rossa affermano di non capire che cosa sia loro accaduto. Ricordano però la figura di un vecchio, i cui figli erano morti durante un attacco israeliano, che li istigava gli uni contro gli altri, facendo credere ad entrambe le fazioni che la fazione avversaria fosse pedina di Israele. Il personale medico della Croce Rossa ha però rilevato che tutti i superstiti si trovano in stato confusionale, come se fossero stati drogati. C'è il forte sospetto che dietro al massacro di Al-Quneitra si nasconda una verità ben più terribile... quella di esperimenti su cavie umane... con gas allucinogeni, tremendi se usati in caso di guerra.
 

Giorgio Pulitzer - Dai fatti alle parole
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25 luglio 2001
Da Arthur a Fato.
Fratelli in Destino, ho bisogno di essere raggiunto a Ginevra. Il rituale che dobbiamo fare per liberare Damien dal Guardiano necessita di un buon numero di persone. Pertanto chiunque di voi al momento non sia oltre oceano o non abbia altri impedimenti, salti in macchina alla volta di Ginevra. Non esitate, partite subito. Un nostro fratello ha bisogno di aiuto, non esitate. E' Destino a chiamarvi.
 

Arthur
Maestro del Segreto
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25 luglio 2001
Da Patrizia a Fato
> Fratelli in Destino, ho bisogno di essere raggiunto a Ginevra. Il rituale che dobbiamo fare per 
> liberare Damien dal Guardiano necessita di un buon numero di persone.
 

Al momento sono a Roma, ma posso assentarmi per qualche giorno. Sarò a Ginevra domani, a costo di viaggiare tutta la notte. Daniela e Diego sono con me, e se vogliono venire anche loro li accompagno io. 
Nel nome del Sovrano
Patrizia
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25 luglio 2001
Da Daniela a Fato
Non so se potrò essere di qualche aiuto, ma e' inutile perdersi in dubbi. Sono con Patrizia e viaggerò con lei.
A presto, Daniela.
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Ginevra, Villa della Contessa, 26 luglio 2001
 

Durante la mattinata un'altra macchina raggiunge la Villa. Dalla macchina scendono due donne: quella alla guida è di altezza media, con lunghi capelli castani ricci ed intensi occhi verde/castano L'altra ragazza invece ha capelli rossi, occhi verdi, magra e appare discretamente in forma. Turant si fa loro incontro abbracciandole calorosamente e scambiandoci alcune parole. Poi rientra insieme a loro e le presenta agli altri.

- Fratelli, vi presento Patrizia e Daniela. Sono anche loro figlie del Sovrano, e ci hanno raggiunto per aiutarci nel rituale. Con il loro arrivo abbiamo raggiunto la quota di 14. –

Le due donne salutano tutti i presenti, abbracciando affettuosamente il loro fratello Abrham, poi Arthur dà loro la fotocopia di due pergamene e le accompagna ad uno dei tavoli, dove le destinanti si immergono subito nella lettura e nello studio.
 

Da Blasius Pelacani, doctor de astrologia
al jovine Nicolas Chryffs,
Parma, addì 22 d’avrile anno domini 1416

Veggio d’ogni parte farsi presta la morte, e dunque in piena cognizione dello mio destino libero e dritto nello mio arbitrio, vengo a farti voce di ciò che giovanni di Luni, figlio di Guglielmo, astrologo in Bononia scrisse in glossa ad una lectura del doctor Cecco d'Ascoli, là dove insieme posammo i nostri intelletti nell’ultima lectione: "oportet medicum de necessitate scire ac considerare naturas stellarum et earum coniunctiones ad hoc ut diversarum aegritudinum et dierum criticorum habeat notionem", et passim  "medicus sine astrologia est quasi oculus qui non est in potentia ad operationem".
Come Taddeo, che fu lo mio maestro, in tal modo mi rivolgo a te per scoprire alla tua vista rude il segreto. Tal segreto è riposto in lunae curiam sibbene ognuno trae speranza che mai di necessità sia spinta l’azione a farne uso. Or noi che di saggezza meniamo il cammino habbiamo cognizione di ciò che la mala volontà degli homini ardisce vocare a sé sfidando la sorte. E se fosse pur dugento, e mille, e settantasei anni, e settanta volte sette, accade ordunque che s’appressi la fine oltre l’abisso seppur non chiamata ma per solo per sé giunta, in virtù di accapriccio o di supremo destino. Or tu sei custode di tal segreto e certo saprai prenderne cerca se mai ci fosse la bisogna.
  

Curioso questo riferimento a Taddeo da Parma che nel 1318 scrisse un commento alla Theorica Planetarum di Gherardo da Sabbionetta (XIII sec.) per gli studenti di arti mediche di Bologna. Il trattato spiega in che modo sia possibile ottenere, con facili procedure grafiche, le longitudini dei pianeti dalla macchina tolemaica. Il riferimento a Tolomeo deve avere un senso. Verificare i rapporti tra Tolomeo e Luni.
 


Patrizia si avvicina ad Abrham, in un momento in cui lui fa una pausa.
- Ciao, fratello. Mi fa piacere di rivederti tutto intero! Potresti fare a me e a Daniela un rapido riassunto di cosa avete fatto fino ad ora ?-

- Allora... da dove inizio? Diciamo che la nostra ricerca di un modo per fermare Demogorgon in Siria si è conclusa con il sacrificio di Damien: il Guardiano adesso è imprigionato nel suo corpo da più o meno 3 settimane. Non potevamo operare rituali perché la Rete era assente così abbiamo aspettato che venisse ripristinata. Abbiamo scoperto inoltre che il vecchio rituale delle sentinelle poteva non funzionare e lo abbiamo sostituito con uno trovato in una pergamena da Horus. Lo abbiamo studiato e adesso ci apprestiamo ad operarlo. –

Abe viene chiamato e deve allontanarsi, lasciando la donna a riflettere su quanto le è stato detto. Ma come era arrivata lì la pergamena, e la strana lettera di Blasio Pellacani? L’ha trovata Horus, le ha detto Abrham. Horus. La giovane guardò affascinata la nota: bellissimo, vestito completamente di bianco, occhiali da sole, seduto in una poltrona li stava osservando lavorare. Non era mai stata così vicina ad uno dei loro Dei, solo una volta, Merlino, ma lui era così diverso... il suo fascino era tangibile, pervadeva l’aria, e anche se molti parevano non notarlo, aderiva alla pelle come un profumo raro. Avrebbe accettato di parlarle, di rispondere a qualche domanda? La giovane si avvicinò alla poltrona:

- Mio signore Horus, - esordì con un lieve inchino - questa pergamena che stiamo studiando, e la lettera che l’accompagna... mi hanno detto che l’hai portata Tu. Posso chiederti qualcosa della sua origine, e come l’hai trovata? –

Il Dio del Sole guardò la ragazza da dietro i suoi impenetrabili occhiali scuri, un'altra alterazione che si proclamava figlia del Sovrano, più facile a dirsi che a farsi, seguaci di un’idea partorita da un vascello svuotato ammantato da una corona usurpata, lo sguardo del Supremo Giudice cadde per lunghi attimi sull'autoproclamatosi Maestro del Segreto di Destino, affaccendato a dare ordini ai suoi neanche fosse un Dio, un sorriso divertito attraversò il volto della Nota.
- Tu saresti Aliria allora ?.. -
Più una affermazione che una domanda.
- La figlia dello Stregone... -
Forse un lieve cenno del capo di saluto.
- Si so che Mi ricorderò di te...-
Quello sguardo coperto da lenti oscure come il Futuro, quella voce posata e tranquilla propria di chi sa molto più di quello che dice e vede molto più di quello che Desidererebbe sapere, uno sguardo penetrante e spietato nella sua capacità di vedere oltre, di violare luoghi e posti nascosti e temuti, di lanciarsi al di là dell'oggi per spaziare nei feudi del domani più inaspettato o tornare fra i domini dell'ieri più dimenticato e remoto, solo per Desiderio.
- Chiedi delle pergamene ?.. Si GIUSTO vuoi sapere... Perché no... Tanto c'è ancora Tempo... Noi siamo arrivati ancora una volta in Tempo... Benché qualcuno preferisca scordarlo... Ci sarebbe il rischio di doverci ringraziare...- 
Lo sguardo del Falco Solare resta imperturbabile mentre spazia nella stanza.
- Comunque, sto divagando... Desideri sapere qualcosa sul "nuovo" rito... Benissimo, Desiderio di Conoscenza è sempre stato Mio alleato...-
Un mezzo sorriso del Dio del Sole a cui risponde un cenno del capo di Paolo Malatesta, che arrivato con lui sta annoiato in piedi appoggiato ad una parete.
- Mio Fratello Odhinn apprezza sempre i Miei giochi di parole... Dice che ascoltandoli si possono trovare verità assai interessanti... Ma divago ancora... Sii paziente... Il rito che Io e Lui abbiamo consegnato alle Sentinelle è un rito che permetterà di sostituire il vecchio oramai inutilizzabile... Ora grazie a Noi l'uomo ha nuovamente un’arma contro i Guardiani... Un dono assai prezioso se Mi è dato dirlo... Un dono che sarà ben presto dimenticato... Anzi, un dono che già ora, essendo stato fatto, perde di valore per molti di voi... Ma non è di tutti il concetto di gratitudine... Lo so ben Io che esisto da prima che questo mondo fosse plasmato... Il rito però non è propriamente nuovo... Esiste da molto, molto Tempo... Chi lo definisce nuovo è un cialtrone... E' stato lasciato da Sua Grazia Monsignor Navarra... Prima che i 7 decidessero di lasciare fisicamente questo reale... Sua Eccellenza l'Artefice in persona infatti lo aveva nascosto per proteggerlo... In modo che potesse essere ritrovato solo quando fosse stato Logico cercarlo e Necessario trovarlo... Così Mi pare a dir poco GIUSTO che proprio Desiderio di Necessità e Desiderio di Ragione lo abbiano rinvenuto nascosto al Vaticano... Ma forse sto affrettando i Tempi della storia...-
Il Consigliere di Desiderio scuote il capo portandosi con un movimento elegante della mano ingioiellata i lunghi capelli di miele dalle spalle a dietro la schiena.
- Circa un mese fa siamo partiti per la Siria... Io, Mio Fratello Odhinn insieme ad un manipolo dei Miei migliori guerrieri... Davamo la caccia al Demone dell'Ira... Compito a cui il Campione della Luce non può sottrarsi... Anche altri gruppi sono poi giunti in loco... Uno con le Sentinelle più o meno insieme al Mio... Ultimo quello di Arthur e altri... Dopo aver favorito una collaborazione fra i vostri e gli uomini di Distruzione, Desiderio ed Enigma... Angelo, Prima Sentinella, Mi ha consegnato alcune informazioni che indicavano la possibilità di trovare un mezzo per affrontare l'Assenza da Tempo perduto... Così abbiamo deciso di rientrare... Per quanto glorioso possa essere morire in un eroico suicidio collettivo contro un nemico imbattibile... E' assai più GIUSTO trovare il mezzo per rendere il nemico sconfiggibile... Responsabilità ed eroismo spesso non vanno d'accordo... Bisogna saper obbedire e stare al proprio posto... E infatti proprio perché così Noi abbiamo fatto... Ora l'uomo ha l'arma per affrontare i Guardiani... E' fin troppo facile morire gloriosamente... Ben più difficile e degno di rispetto è vivere obbedendo... Ecco, quindi questo è quanto... Le pergamene che avete furono nascoste dall'ultima incarnazione di Distruzione Terribile in persona... Affinché Noi le trovassimo al momento GIUSTO... Per portare in un momento fin troppo oscuro un’alba di speranza... Dono degli Dei all'uomo... Un dono tanto prezioso quanto assai poco apprezzato...-
Le parole del Giudice della Sacra Corte infine si spengono mentre il Potente Odhinn lo osserva in silenzio come a sottolineare le sue conclusioni, le parole di Horus sono foriere di 1000 verità, alcune passate altre ancora a venire.
- Questo è tutto figlia di Mio Fratello Merlino, per semplificare potremmo dire che l'abbiamo trovata solo perché l'abbiamo cercata e ve l'abbiamo regalata perché così è GIUSTO, non conveniente o intelligente, solo GIUSTO...-
Sorride divertito dalle sue stesse parole, sta diventando un filosofo, scuote il capo congedando con gentilezza la ragazza e rimanendo ammantato del suo solitario splendore a fissare lei e tutti gli imprevedibili Futuri che l'aspettano.
 

Ginevra, Villa della Contessa, 27 luglio 2001.
 

La stanza della Villa era sprofondata nel silenzio. Da giorni gli empathici discutevano tra loro e si affannavano a studiare la pergamena e il rituale. Gli sguardi si rincorrevano da un volto all'altro, così come le supposizioni e le congetture. Ma la determinazione degli empathici era chiara, la consapevolezza che in una stanza a pochi metri di distanza legato a un letto giaceva Damien, e il Guardiano imprigionato in lui, forniva loro la forza di fare e disfare numerose ipotesi. La preoccupazione era forte, nessuno riusciva  a scacciare dalla mente la consapevolezza che se non avessero agito in fretta tutto quanto fatto e sofferto in Siria sarebbe stato inutile. E nel mondo avrebbe di nuovo camminato l'Incarnazione della Violenza. 
Turant sedeva a cavalcioni di una sedia, rifletteva sulle conclusioni a cui erano giunte Michaela e Alex, gli sembravano valide e sufficienti per tentare il rituale. Lo sguardo dell'irlandese si spostava da un volto all'altro, e come gli accadeva da giorni non poteva fare a meno di pensare a come fosse strano il Pathos. A come fosse simile ad un Oceano che esplode in una tempesta tremenda per poi calmarsi nel giro di pochi minuti. In quella stanza insieme a lui c'erano tanti altri empathici. Un gruppo così eterogeneo non avrebbe avuto modo di esistere prima dell'Armageddon, quando le faide erano forti e la paura reciproca impediva ogni collaborazione. La cosa lo rendeva felice e speranzoso, forse il Nuovo Millennio sarebbe stato veramente diverso.
Guardò Horus e Odhinn, le due Note di Desiderio, sedute su due poltrone a osservare come lui la scena. Erano stati loro a procurare la pergamena di Navarra con il rituale delle Sentinelle.
Appoggiato alla finestra Louis osservava il parco della villa, forse pensando a Kuneitra, a quei pochi istanti che avevano condotto all'imprigionamento del Guardiano e al sacrificio di Damien. Di fianco a lui Luca sorseggiava un bicchiere di vino. 
Chini sul tavolo invece Black, il Tengu e Abrham stavano studiando delle carte astronomiche e consultando diversi volumi. Volevano verificare la possibilità che i numeri della pergamena segnalassero delle coordinate.
Flavius, Daniela e Patrizia invece stavano leggendo le copie delle pergamene che erano state fornite da Michaela e Alex.
Daniela sente improvvisamente addosso tutto il peso della stanchezza del viaggio. Sfiora con le dita il materiale della pergamena: ricordi di un esame di paleografia latina che la fanno sorridere tra sé e sé, nonostante la gravità della situazione. Si guarda intorno, getta uno sguardo sui tre che, chini al tavolo, stanno studiando carte astronomiche. Non e' proprio il caso di interromperli. Anche se vorrebbe parlare a Marco. E ad Abrham. Ringraziarlo del suo benvenuto in questa realtà così disorientante. Ma non e' il tempo ne' il luogo. 
A poca distanza Michaela, Alex e Angelo parlavano fittamente tra loro. Probabilmente le due Sentinelle e la loro compagna stavano vagliando le possibilità di compiere il rito. Turant comprendeva la loro titubanza, d'altra parte erano loro, le Sentinelle del Pathos, a doverlo condurre. Guardò l'orologio, era quasi l'ora di andare a dare il cambio a Stefano. Il giovane destinante stava sorvegliando ininterrottamente il corpo di Damien da molte ore. L’irlandese prese la parola avvicinandosi a Michaela e Angelo:

- Forse è giunto il momento di passare all'azione. Credo che si sia in un numero sufficiente per officiare il rituale, per lo meno per tentarlo. Non possiamo stare a studiare e ristudiare, non possiamo perché Damien sta per morire. E Demogorgon liberarsi. Le analisi di stamattina sono peggiori del previsto, il processo di degrado sta accelerando e sapete bene cosa significhi questo. Angelo, Michaela, tentiamo tracciamo i due cerchi e prepariamoci. Non credo che se sbaglieremo qualcosa libereremo il guardiano. Anzi credo che non succederà nulla. E se falliremo potremo riprovare. Io direi di dare inizio alle danze, qui subito. O almeno di stilare una descrizione definitiva del rituale, e prepararci ad officiarlo. –

Abrham si avvicina:
- C'è ancora qualcosa da definire: abbiamo ipotizzato che i numeri sulla pergamena 3° 8' 30'' per Tolomeo equivalgano al pi greco. Adesso penso sia da escludere che esse siano coordinate perché per le coordinate vengono date due serie di gradi. Il riferimento all'Almagesto come potrebbe aiutarci? Mi spiego: rimane comunque il fatto che ignoriamo quanto i cerchi debbano essere larghi precisamente. Il nome di Demogorgon lo conosciamo, visto che c'ero anche io in Siria quando lo abbiamo trovato, ma la frase riportata nella nuova pergamena quando va pronunciata? Io non so se succederà qualcosa nel caso in cui il rituale che opereremo sia errato, però so questo: non credo che Damien possa avere molte probabilità di resistere adesso... e' invecchiato, i suoi tessuti si distruggono a causa di Demogorgon e la morfina contribuisce a questo. Quanti tentativi pensate possa sopportare? –

- Ma pi greco è esso stesso una misura: 3,14. – interviene Patrizia - E proprio del cerchio. Non potrebbe indicarne il raggio, in una qualche unità di misura? -

- Tempo fa ho lavorato ad un libro sui primi viaggi di scoperta - dice Daniela - ho dovuto studiare il possibile su cartografia e mappe dell'epoca. Per quello che ricordo, l'Almagesto occupa un posto abbastanza importante nella geografia e Tolomeo adotta un valore di pi greco approssimato (3 + 17/120). Per quanto riguarda pi greco, che come sapete e' il rapporto tra la circonferenza e il diametro, viene utilizzato normalmente come misura di angolo, e rappresenta la semicirconferenza (misurata in unità di raggio, o se volete, col raggio uguale a uno). La rilevanza di un angolo e' suggerita anche dall'astrusa espressione in gradi primi e minuti utilizzata per il pi greco. Questo però non ci porta molto lontano: l'unico suggerimento che mi viene in mente e' quello di disporci a semicerchio. Ma il pi greco non e' anche il simbolo del Pathos?-
 

Ginevra, Villa della Contessa 27 Luglio 2001 sera.
 

Stefano Riva osserva attentamente il corpo esanime dell'Araldo delle Moire. Damien è perfettamente immobile. A Stefano viene quasi il dubbio che non respiri. Pone la mano sul petto dell'uomo e la ritrae sconcertato. Il corpo è caldissimo, e il battito del cuore è accelerato a ritmi tutt'altro che umani. Poi dalla bocca di Damien, addormentato con dosi massicce di morfina, esce un grugnito, simile a un basso ringhio. Stefano Riva viene scosso da un brivido involontario. Non era la voce di Damien. Era Demogorgon, Guardiano dell'Assenza. 

- Shit!!!- è l'unico commento che esce dalla bocca dell'irlandese non appena Stefano comunica la notizia.

Marco che dopo il rituale della Rigenerazione era rimasto piuttosto assorto, talvolta perplesso e irraggiungibile ha un lampo di lucidità. Trema visibilmente, vittima di un attacco di panico. Nei suoi occhi si legge il terrore... si rifugia in un angolo dove nessuno può vedergli il viso e respira... afferrando il controllo con i forti rostri... così come le sue mani artigliano l'aria con morbosa ritmicità. Poi il corpo si rilassa in un istante. La testa compie un’oscillazione all'indietro e poi sul volto di Marco si dipinge un’espressione ferma e sicura. Forse un’ottima tecnica di rilassamento. Tengu prende la spada avvolta nel raso bianco.

Arthur si alza e con lunghi passi abbandona la sala. Prima di uscire:

- Io scendo, da adesso in avanti seguirò istante per istante le condizioni di Damien. Non credo che riusciremo a tenerlo sedato ancora a lungo. Mi auguro che si riesca a preparare il tutto prima che sia troppo tardi, se sapessi come fare lo avrei già fatto. Ma i Guardiani non sono la mia specialità. -
L'espressione del giovane è indecifrabile, ma il tono ha perso la nota amichevole che lo aveva caratterizzato fino a quel punto.

Marco si avvicina a Daniela, l'accarezza con lo sguardo, le sorride... ma è gelido. Lo sguardo si posa subito su Claudio... poi su Michaela, su Flavius, su Alex, su tutti i presenti più o meno intensamente. Un cenno del capo a Luis... Si guarda intorno come se stesse cercando qualcosa e poi segue Arthur silenzioso. Oltre la soglia la lama scintilla per un istante. Ottime condizioni. Torna nel fodero. Tengu affianca Arthur rimanendo silenzioso e rispettando la profonda preoccupazione dell'amico. Sembra tranquillo anche se dentro alla bolla di vetro qualcosa batte i pugni per uscire.

Angelo che piu' passa il tempo e piu' nel suo viso si legge una sofferenza che a stento riesce a mascherare si rivolge ad Arthur: 
- Mio caro fratello, non lasciarti travolgere dall'ira e dalla rabbia che come sai e' cibo per Demogorgon, cerca di mantenere ancora per un po' il distacco da queste emozioni. -

- Lo so - risponde l'irlandese fermo sulla soglia - Ma è difficile, un mio amico, un mio Fratello in Destino, sta andando incontro a un Fato ben peggiore della Morte. E non è facile. Purtroppo come ho detto so ben poco di rituali che riguardino i guardiani. Quello che posso fare adesso, è assicurarmi che Damien non soffra. E predisporre le cose in modo che Demogorgon trovi difficile scorazzare nuovamente libero per il pianeta. -

Lo sguardo di Angelo panoramica su tutti:
- Stiamo facendo tutti uno sforzo immane per capire bene come fare il rituale, ed ho già verificato che al momento non ne siamo in grado. Ma e' necessario farlo entro e non oltre il 29 luglio. Ritengo esatta la versione di Alex sui tre numeri che danno come risultato pi greco, perché e come dobbiamo utilizzarlo ancora non lo sappiamo, è anche interessante ciò che dice Patrizia e cioè che il pi greco in sé stesso e' una misura e quindi 3,14 potrebbe essere la distanza fra la Sentinella e gli altri, io so soltanto che questo e' per noi un nuovo rituale di cui non conosciamo le dinamiche e facciamo appello ad una energia che non abbiamo ancora sperimentato, ma per questo la nostra fede dovrebbe sostenerci. La soluzione come sempre e' alla nostra portata, non occorre sapere altro oltre la pergamena che ormai tutti voi possedete, non perdiamo la fede e la determinazione con cui siamo arrivati qui, concentriamoci sulla pergamena, è lì che troveremo la soluzione. Un ultimo sforzo per il Pathos. -

- Si, un ultimo sforzo, per il Pathos, ma soprattutto per l'uomo – aggiunge Arthur, la sua espressione si è visibilmente rasserenata quando lascia la stanza in compagnia di Marco e Flavius.

Dopo poco meno di un quarto d'ora Tengu appare senza preavviso e silenziosamente davanti alla porta aperta della stanza. Con passo cadenzato e leggero raggiunge il centro senza lasciarsi scappare nè un espressione nè una parola.
Improvvisamente però la forma impeccabile si scioglie animandosi dei soliti movimenti oscillatori e sinuosi che caratterizzano Marco. Il ragazzo traballa un poco come sotto l'effetto di un forte shock. Si appoggia e comincia a parlare: 
- Damien sta malissimo. Ha appena avuto una crisi. Ho udito il verbo di Demogorgon uscire dalle sue labbra screpolate. L'ho sentito gridare. Sono venuto ad avvertire. Arthur se ne sta occupando. Ora Damien si sente meglio. Arthur...- gli occhi finalmente si accendono e cominciano a scintillare lucidi di lacrime anche se Marco si trattiene. Con voce rotta, calda, infantile e terribilmente preoccupata: - Arthur dice che sta chiamando Balban, un suo fratello, in aiuto e gli chiede dove è. Magari è il vero nome di uno degli altri tre... non so io... l'ho visto e non ho mosso un muscolo tutto improvvisamente mi sembrava così chiaro e... ragazzi non credo di sentirmi molto bene... ci sta uccidendo piano... questa storia ci uccide piano e credo di respirare solo grazie alla fede degli eterni...-
Marco dopo lo sfogo tira un grande respiro.
- Scusatemi... passiamo a valutare cosa il Guardiano ha detto “Auxilio mihi succurre, Balban....” e poi “...Balban...frater... ubi es...”, poi ha detto un'altra frase ma era in azteco e io non lo conosco... riguarda Ayesha... probabilmente un'imprecazione...-

Flavius arriva poco dopo lo sfogo di Marco, tiene gli occhi bassi e si avvicina al Desiante.
- Stai meglio? - chiede con voce atona.

- Non ti preoccupare... sto bene. - Marco sorride debolmente cercando di rassicurare tutti quanti. Poi guarda gli altri: - Il tempo che ci rimane e' poco, dobbiamo prenderne atto. -
 

Ginevra, Villa della Contessa, 28 luglio 2001, mattina.
 

Turant si buttò su uno dei divani, cercando di prendere sonno, ma non riusciva a chiudere occhio. Dormicchiò per un paio di ore, nell'attesa che tutti si svegliassero e come oramai era divenuta abitudine si riunissero nella sala. Fu svegliato dall'arrivo di un'altra macchina alla villa.
L'irlandese si mosse verso l'ingresso per vedere di chi si trattava. Tengu e Black erano già fuori aspettando il nuovo arrivato. Arthur lo riconobbe, si trattava di Max Simonasky. Bene, era contento che ci fosse anche lui. Ora veramente erano davvero una delle migliori accozzaglie empathiche che avesse mai visto. Sperava soltanto che si riuscisse a combinare qualcosa. Quando tutti furono riuniti nella sala che era diventata un po’ il quartiere generale della situazione Arthur prese la parola. Descrisse le condizioni fisiche di Damien, di come il suo metabolismo fosse stato accelerato oltre ogni umana comprensione dallo spirito del Demone, e di come dopo giorni di totale incoscienza la possessione da parte di Demogorgon avesse cominciato a palesarsi.

- Questa notte Demogorgon ha parlato: la sua prima frase è stata in una lingua sconosciuta. Potrebbe essere azteco per quello che ne sappiamo oppure la lingua ancestrale dei guardiani. Ho riconosciuto una sola parola: Ayesha. Il resto suonava più o meno così: “SWASTGHHLY ZOLTHOTL AYESHA! QUALTITZICOTL IMTIZDIDAL”, poi invece ha proseguito in latino, dicendo: “Auxilio mihi succurre, Balban.... Balban... frater... ubi es...?...“ e infine ha aggiunto in inglese: “... stalk... stalk... in the shadows of Dreaming...” - Turant tace un attimo - Mentre accudivo Damien ho riflettuto su queste parole. Per quanto riguarda la prima frase credo che il significato ci sia precluso, ma la seconda è invece chiara. Il guardiano sente di essere in trappola e cerca l'aiuto dei suoi fratelli, di suo fratello Balban. Quale sia esattamente questo guardiano non lo so. Potrebbe essere uno degli altri tre fuggiti nella notte dell'Armageddon oppure potrebbe essere anche Barbariccia. Il nome che ha usato assomiglia tanto a Barbas, che è uno dei nomi mistici di Barbariccia, anche se non quello Vero. L'ultima frase è inquietante: in agguato nelle ombre del Sognare. Demogorgon sta risvegliandosi, e non credo che riuscirò a tenerlo a bada per più di uno o due giorni. Non abbiamo più tempo pertanto credo che sia ora di preparare il rituale. Abbiamo fatto fin troppe congetture. Ma non abbiamo messo ancora nulla in atto. Se siete d'accordo io comincerei a preparare la sala per il rito. –

- E sia... a ‘sto punto prima di fare altre congetture tanto vale vedere cosa succede con una prima versione del rituale...- commenta Flavius.

Marco interviene:
- I giorni di studio che ho passato sullo scorso rituale alla fine sono stati minimamente influenti rapportati all'importanza della Fede... noi CREDIAMO nella Forza del Pathos... con noi ci sono due SENTINELLE... abbiamo la forma di un rituale, ne abbiamo il testo... allora che si cominci. -

Turant si allontanò e quando rientrò nella stanza teneva nelle mani una piccola cassetta e una corda arrotolata. Si portò al centro della sala, in cui era stato fatto spazio sufficiente ad effettuare il rito.

- Credo che sia inutile fare altre supposizioni, passiamo all'azione. Gli Eterni ci assisteranno, ne sono certo. E anche se c'è la possibilità di fallire non dobbiamo rinunciare a tentare. Oggi mi sono dedicato a cercare di interpretare le parole del rito, quelle leggibili sono: “ bagabi laca bachale lamac cabi nomen achabade karreljios baske bano nomen .....ske baske bano he nomen”. Abbiamo il problema delle prime parole dell'ultima frase. Nel testo della pergamena si intuisce la presenza non perfettamente leggibile di quattro o cinque lettere. L'intuito e la speranza mi suggeriscono di completare così l'ultima frase: “he baske baske bano he nomen”: se andate a osservare bene la pergamena, magari ingrandendola noterete che sicuramente la seconda parola dell'ultima riga è baske, il problema sono le prime due lettere di cui si intuisce solo la presenza. Per una questione di simmetria nell'invocazione credo che si tratti delle lettere “HE”, e per quel poco che si vede di esse potrebbe anche essere. Provate a dare un'occhiata anche voi e vedere se la cosa vi convince o meno.-
Poi l'irlandese srotola la corda e dopo averne fissato un capo al pavimento prosegue:
- Per quanto riguarda il rito in sé credo che dovremo tracciare due cerchi per terra: propongo che anche il raggio dei due cerchi sia 3,14. Ho tagliato la corda in questa misura in modo da poterli tracciare con precisione. Poi come indicato dalla pergamena scriveremo il nome del guardiano al loro interno, e nell'intersezione disegneremo il pi greco. Se osservate la pergamena c'è una freccia che indica l'intersezione di due cerchi, una freccia che parte dalla dicitura indicante il pi greco. Io credo che significhi sia che lì deve essere inciso il simbolo del Pathos, sia che il guardiano debba essere posto in quel punto. Al centro dei due cerchi si disporranno Angelo e Michaela, in qualità di sentinelle. Attorno a loro sui cerchi esterni ci disporremo noi altri, in due gruppi come suggerito da Angelo. Il gruppo di Angelo: Alex, Luis, Luca, Arthur, Black, Flavius. Il gruppo di Michaela: Abrham, Marco Tengu, Daniela, Patrizia, Stefano e Max. In questo modo avremo due gruppi di sette persone. Horus e Odhinn assisteranno e veglieranno sul rito. E nel caso arrivi Barbariccia o chi per lui si potranno occupare della cosa. Non appena saremo pronti, andrò a prendere Damien. Sarà legato e su una barella. Probabilmente non appena inizieremo il rito il guardiano se ne accorgerà e potrà reagire, quindi avremo poco tempo, pochissimo tempo. Credo che le parole debbano essere pronunciate dalle sentinelle con l'appoggio di tutti, e inoltre non sono convinto che il rituale debba essere complicato. Da quando conosco il Pathos mi sono fatto l'idea che la complessità non è necessariamente un indice di potenza del rituale, anzi. Anche il precedente rituale delle sentinelle non era complesso. Nella semplicità e nella speranza che sta la nostra forza. –

- E' probabile... anche se anche io non so affatto esperto in rituali per bandire... per bandire i Guardiani intendo...- osserva Flavius.

Turant comincia a tracciare i due cerchi a terra con un gesso, aiutandosi con la corda in modo da fare un lavoro discreto.

- Vuoi una mano Fratello? – gli dice Flavius, quasi sorridendo, accovacciandosi a fianco di Arthur ed aiutandolo con la corda.

Marco dà una mano dove necessario. La spada è lontana. Si prepara ad officiare il rituale e nella sua mano, stretto, è nascosto il suo tesoro. La Forza dell'Ardore.

Angelo si alza dalla poltrona in cui era rimasto sprofondato nei suoi pensieri, si avvia verso Arthur e lo ferma:
- Aspetta perché nel momento in cui inizi a tracciare i cerchi il rituale e' avviato, facciamo un ultimo giro di opinioni in modo di avere chiare le azioni da fare. Partendo da ciò che hai detto proviamo ad immaginare delle varianti da effettuare, ricordiamoci anche delle “sette parole meravigliose” alle quali fa riferimento la pergamena che abbiamo trovato tra le mani di Ayesha. -

-Se e' così ok... ipotizzare le varianti prima di cominciare e' meglio... qualcuno ha qualche idea sulle parole meravigliose? – chiede Flavius.

Arthur si alza e abbandona il disegno che stava iniziando a tracciare.
- Hai ragione, vediamo di mettere giù qualcosa prima. Non possiamo tentarlo così alla cazzo se no rischiamo troppo. Il punto è che c'è qualcosa che continua a sfuggirci, qualcosa che abbiamo sotto gli occhi ma non riusciamo a individuare. Pensiamoci ancora un po’ su, nel frattempo andrò sotto a preparare Damiengorgon per il rito. –
 

Ginevra, Villa della Contessa 29 luglio 2001, mattina.
 

E' mattina presto alla villa, la notte è trascorsa insonne per molti, impegnati come sono stati a cercare una chiave per interpretare correttamente il rito. Angelo, Alex e Arthur si sono addormentati intorno al tavolo su cui hanno lavorato fino all'alba. Il trillo di un cellulare sveglia l'irlandese che con una smorfia si appresta a rispondere.

- Ciao. Siete arrivati? Si, vi spiego la strada - poi attacca. - Stanno per arrivare Francesca, Paolo Campbell, e forse anche Bruno. -

Circa una mezz'ora più tardi Arthur è all'ingresso della villa a dare il benvenuto agli amici. L'aspetto dell'irlandese è abbastanza malconcio. Si vede che non dorme bene da notti, e le occhiaie sono parecchio profonde, ciononostante riesce ad accogliere i nuovi arrivati con un sorriso stanco.

- Benvenuti ragazzi. Siete arrivati giusto in tempo per il gran finale. Oggi, o cacciamo Demogorgon da dove è venuto, oppure quello riprenderà a scorrazzare per il mondo, ma venite accomodatevi -

Arthur conduce Francesca e Paolo all'interno della Villa, fino a un grosso salone con un bel soffitto a cassettoni che rappresenta il firmamento. La sala sembra nel caos più completo. Molti mobili sono stati spostati verso le pareti per lasciare spazio sufficiente al centro della sala. Qui e là, su poltrone e sedie una quindicina di persone sta facendo colazione. Molte facce sono conosciute, altre meno. Francesca si guarda attorno e saluta.

- Per farla breve, la situazione non è delle migliori. Abbiamo un rituale con tutte le indicazioni di massima, peccato però che continui a sfuggirci la chiave per interpretarle correttamente. Damien è agli sgoccioli, dentro il suo corpo sta conducendo una lotta immane contro il guardiano, e credo che stia per soccombere. Oggi tenteremo in ogni caso il rito. Se falliamo, ritenteremo. Stanotte con Angelo e Alex abbiamo fatto una bozza, ma non è ancora definitiva. -

- Come posso rendermi utile?- domanda Francesca.

Angelo fa' un cenno ad Arthur:
- Direi che e' giunto il momento di radunare tutti ed iniziare Intanto vorrei ripetere cio' che ha detto Marco, per la riuscita del Rituale e' fondamentale la Nostra Fede. –

Horus sorride quasi divertito...
- Fede ?.., Si ne avrete proprio bisogno amico mio..., ed è un qualcosa che ultimamente è assai raro..., spero bene per Damien..., lui di Fede a quanto pare ne ha avuta anche troppa...-

- Prima di disegnare i cerchi e' bene che tutti si dispongano all'interno – continua Angelo - quelli che resteranno fuori dovranno sorvegliare ed essere pronti ad intervenire in caso di imprevisti. La disposizione sara' la seguente: Primo Cerchio: io, Alex, Luis, Luca, Arthur, Black, Flavius. Secondo Cerchio: Michaela, Abrham, Marco Tengu, Daniela, Patrizia, Stefano e Max. Horus guidera' il gruppo esterno di sorveglianza. – 
Horus ascolta in silenzio...
- Benissimo Maestro del Segreto di Distruzione, Io guiderò la sorveglianza come tu dici, se Demogorgon dovesse sfuggire al vostro controllo, interverremo Noi...-
Dà un’occhiata d'intesa rapida verso suo Fratello Odhinn, un sorriso uno scambio di parole non dette, fra loro non c'è bisogno di parole... 
- Perfetto, chi non è coinvolto nel Rito risponderà a Me, ergo oltre a mio Fratello penso almeno Pk, Francesca e Bruno..., se Demogorgon si impossessasse di un altro corpo qui presente..., sparate per uccidere..., non so se potremmo reintrappolarlo..., però aspettate una mia indicazione..., niente colpi di testa..., non voglio vittime inutili...-

Angelo riprende a parlare:
- In base a quanto studiato questa notte, anche se abbiamo ancora un po' di dubbi, direi di procedere prima con la formulazione del rituale da parte di un cerchio e poi seguira' il secondo cerchio. L'idea e' quella di disincarnare Demogorgon da Damien con un cerchio e rispedirlo negli abissi con l'altro cerchio. Io e Michaela staremo al centro di ognuno dei cerchi, gli altri si disporranno a raggiera intorno a noi e nel cerchio interno. Nel punto della convergenza tracceremo il simbolo del Pathos. Inizieremo con un’invocazione agli Eterni e quello che pensiamo possano essere le sette parole e cioe' “V.I.T.R.I.O.L. Visita Interiora Terrae, Rettificando Invenies Occultum Lapidem”. Potremmo scriverle nel bordo esterno, poi Michaela, che avra' con se' la collana, iniziera' a declamare la formula: “bagabi laca bachale lamac cabi XIPETOTEC achabade karreljios baske bano XIPETOTEC he baske baske bano he XIPETOTEC” gli altri ripeteranno con lei, poi sara' il turno dell'altro cerchio con la stessa procedura... Facciamo uno sforzo e chiudiamo entro stasera. -

Horus controlla la sua vecchia pistola con un mezzo sorriso... Apre la sua sacca logora per estrarne un'antica sciabola... Quanto Tempo che non affronta un Guardiano in battaglia... Quasi in Lui vi è una innaturale e diabolica speranza... Qualcosa che subito allontana dai suoi pensieri... Ci saranno altre lotte, altre occasioni... Osserva tutti disporsi per il Rito, mentre intorno a Lui l'aria si fa sempre più calda, come se il Sole del deserto iniziasse a riscaldare innaturalmente la stanza... Il suo sorriso è sempre più diabolico mentre la sua espressione diviene sempre più disumana e innaturale... Ad ogni istante sembra sempre più simile al volto contorto di Damien... Lentamente Desiderio di Morte, l'Uccisore di Seth sembra svegliarsi...
- Per affrontare un Demone, ci vuole solo un altro Demone...- sentono sussurrare con compiacimento coloro che si trovano vicino a Carlo...
 

Ginevra, villa della Contessa, 29 Luglio 2001 h. 20.30
 

Turant si era allontanato da qualche minuto. Il momento era giunto. Tutto era pronto per tentare il rituale. Gli empathici attendevano in silenzio il momento della Verità. Il momento in cui avrebbero affrontato il demone per l'ultima volta. o almeno così speravano. La porta della Sala si aprì. Impercettibilmente, ma distintamente l'aria si fece più fredda. Turant entrò. Il volto tirato dalla stanchezza, ma gli occhi accessi da una determinazione profonda. Dietro di lui una sedia a rotelle, su cui sedeva un vecchio. Ma non era un vecchio. La vista di Damien gelò il sangue nelle vene di tutti. Chi lo conosceva stentava a riconoscerlo: il volto era tirato, la pelle secca, i capelli caduti a ciocche erano di un grigio sporco. Il corpo era legato alla sedia da grossi legacci di cuoio. Alle gambe, alle braccia, al petto e alla testa. Damien sembrava immobile, ma ogni tanto un rictus, una contrazione sembrava spezzarne in due il corpo. Una bava verdastra gli colava ad ogni sussulto dall'angolo destro della bocca, e gli occhi spalancati, rivoltati all'indietro, sembravano due braci ardenti, di un rosso intenso. Nonostante questo, la creatura che un tempo era stata Damien Diomenni, Araldo delle Moire, sembrava in uno stato incosciente. L'atmosfera della stanza si saturò di un’indefinibile sensazione di disagio e di agitazione. Quell'essere non era Damien. Davanti a loro c'era Demogorgon, Guardiano dell'Assenza, Demone dell'Odio e della Violenza, il Drago a due teste, l'Idolo delle Montagne... La sedia a rotelle veniva spinta da Stefano, il giovane militare che con Turant e Abrham aveva accolto gli altri empathici alla villa. La porta di accesso fu chiusa da fuori, per alcuni istanti si intravide la presenza di un terzo uomo, un uomo ombroso, alto, muscoloso, di età indefinibile, volto insignificante, che rimase all'esterno. Poi il silenzio. Nella stanza solo gli empathici e il Demone. Il Pathos e l’Assenza.
Un malessere intenso scosse le Sentinelle, ma presto ripresero il controllo lasciando nei loro volti un’espressione di determinazione di fronte al loro Nemico, da li' a poco e con la benedizione degli Eterni avrebbero ricacciato l'immondo negli Abissi. Angelo ebbe un ultimo pensiero per Ayesha, uno sguardo per Michaela ed un sorriso per Alex prima di iniziare il rituale. Che gli Eterni ci assistano.

L'irlandese stava osservando con sempre maggiore ansia l'orologio, e di tanto in tanto lo sorprendevano a controllare il suo palmare.
- Uff, speravo che facessero in tempo. Stavo aspettando delle informazioni, speravo che potessero aiutarci a comprendere qualcosa di più. Spero mi chiamino prima dell'inizio del rito. Altrimenti ne faremo a meno. - In quel momento squilla il telefono e Arthur risponde febbrilmente. - Lunello, sei tu... dimmi presto! -
Poi comincia a parlare ad alta voce, risulta evidente che sta ripetendo quello che gli viene detto al telefono:
- Tolomeo e altri astronomi di questa faccenda utilizzavano questi accostamenti. Un riferimento che trovi spesso è l'assegnazione di lettere greche ai pianeti:
Alpha Sole
Beta Luna
Delta Mercurio
Gamma Venere
Epsilon Marte
Eta Giove
Theta Saturno
Riferimenti alla quantità 3,14, o al pi greco, o alla sua espressione in gradi (3 -8 -30) e al suo utilizzo nei calcoli astronomici con particolare riferimento a quanto scritto da Taddeo. Il numero 3, 8, 30 viene definito come il pi greco espresso in radianti 3+(8/60)+(30/3600)=3,1416, così come lo indicava Tolomeo, è riportato nei calcoli sulle ipotesi di calcolo della circonferenza terrestre. Qualunque riferimento all'utilizzo della sfera armillare con il pi greco o in qualche modo innovativo e diverso dai metodi canonici utilizzati al tempo: il pi greco veniva utilizzato con la sfera armillare in alcuni accostamenti come valore in gradi misuranti l'esatto angolo fra le intersezioni delle orbite dei pianeti, indicanti particolari allineamenti celesti. Grazie Lunello. Ci sentiamo in settimana. -
Turant si volta verso gli altri.
- Bene integriamo queste informazioni con quello che abbiamo già. Usiamo la misura del pi greco come angolo dell'intersezione tra i due cerchi. La misura in radianti ovviamente. In questo modo dovremmo riuscire a tracciare bene il diagramma del rito. Abbiamo anche un nuovo abbinamento con i pianeti, Black, Abraham vedete se riuscite a calcolare la posizione dei pianeti di oggi secondo la sfera armillare, magari viene fuori una disposizione particolare. Anzi usate la sfera armillare per calcolare in quali accostamenti planetari è utilizzato il pi greco, potrebbe essere la disposizione da aggiungere. Ritengo comunque fondamentale che l'intersezione tra i due cerchi sia studiata ed eseguita con la misura in radianti. La freccia indicava quello. –

Claudio lo guarda perplesso:
- Calcolare in quali accostamenti planetari è usato il pi greco. Una combinazione piuttosto enorme temo, sai? Prof, calcoliamo la posizione velocemente, di questo coso - una pacca sulla sfera armillare in ferro battuto - ne ho abbastanza. Poi avrò bisogno di lei. Vedremo di avere le combinazioni possibili... E comunque la corrispondenza lettere pianeti l'ho già sentita... corrispondenza pianeti e lettere... corrispondenza pianeti eterni... corrispondenza lettere eterni? Mmm, no non ha molto senso, scusate. -
Il portatile cambia posizione, con conseguente incespicare nel cavo dell'impacciato ragazzone... E le dita si muovono veloci, per salvare una realtà, per salvare un Fratello, ma dopo ore di lavoro con la sfera armillare non riesce a venire a capo di nulla che indichi una precisa rispondenza fra la disposizione dei ritualisti e quella delle orbite dei pianeti con angolo pi greco.

Angelo alle parole di Arthur:
- Ecco l'ultimo dettaglio, tracciamo nuovamente i cerchi e iniziamo. -

Rapidamente i cerchi vengono cancellati e ridisegnati con 3,14 metri di diametro e con l'angolo d'intersezione espresso in pi greco, mentre Stefano spinge la sedia a rotelle al centro dell'intersezione. All'interno del primo cerchio si dispongono Angelo de Sarzana, Alexandra De Ambrogiis, Luis de Blank, Luca Fabbricotti, Arthur Arthur Turant, Claudio Black, Flavius Spiner. Angelo ha al collo uno strano medaglione di fattura molto antica. Da un lato mostra la lettera pi greco incisa, dall'altro, visibile solo quando si china, una lettera Alpha. All'interno del secondo cerchio si dispongono Michaela Pellegrini, Abrham Nicosvik, Marco Tengu, Daniela Spiranti, Patrizia Aliria Fabbri, Stefano Riva e Max Simonasky. Gli altri rimangono all'esterno. Michaela porta al collo una collana etnica di argento beduino tempestata di lapislazzuli. Angelo e Michaela si dispongono nel centro esatto dei cerchi, mentre gli altri si dispongono a lambire le circonferenze tracciate sul terreno. 

Alex prende un gesso e comincia a scrivere “Visita Interiora Terrae, Rettificando Invenies Occultum Lapidem” nel cerchio esterno di entrambe le figure aggiungendo alla fine “TUTTO E' SPIRITO, LO SPIRITO E' TUTTO” prima legge di Ermes. Quindi traccia il pi greco nell'intersezione dei cerchi, in prossimità della sedia su cui Demogorgon comincia a respirare pesantemente.
- Magari non servirà a niente ma vorrei che tutti dopo aver invocato gli eterni ripetessimo le parole che ho scritto -
Quindi sposta la sedia sul simbolo che ha tracciato e si mette al suo posto in attesa di cominciare.

Black osserva i preparativi con la coda dell'occhio, tentando di capirci qualcosa... Poi, a bassa voce:
- Siete del tutto certi che si possa usare lo stesso nome per evocare il demone e poi per scacciarlo subito dopo... vero? In ogni caso... la morfina lo ferma, giusto? Dovremmo prepararne un po’ “pronto uso”... just in case.. -

Daniela Spiranti prende posto sul suo cerchio, e' stranamente tranquilla: sa che potrebbe non sopravvivere, ma al momento del rituale si trovera' accanto a persone nelle quali ripone la piu' totale fiducia. Come dice Turant, che il Sovrano ci assista.

Gli Empathici prendono tutti posto, poi si guardano negli occhi per incominciare e Angelo con un cenno di assenso dà l'avvio al rituale. Tutti iniziano a pronunciare la frase V.I.T.R.I.O.L. “Visita Interiora Terrae, Rettificando Invenies Occultum Lapidem”, aggiungendo alla fine “TUTTO E' SPIRITO, LO SPIRITO E' TUTTO”, poi Michaela inizia a declamare la formula:

- Bagabi laca bachale lamac cabi
XIPETOTEC
achabade karreljios baske bano
XIPETOTEC
he baske baske bano he XIPETOTEC. –

Gli altri membri del suo cerchio ripetono con lei la frase:

- Bagabi laca bachale lamac cabi
XIPETOTEC
achabade karreljios baske bano
XIPETOTEC
he baske baske bano he XIPETOTEC. –

Damien sembra agitato, come se avesse un incubo. Sembra scuotersi inquieto sulla sedia a rotelle. Poi Angelo comincia a ripetere la formula:

- Bagabi laca bachale lamac cabi
XIPETOTEC
achabade karreljios baske bano
XIPETOTEC
he baske baske bano he XIPETOTEC. –

E i membri del suo cerchio ripetono in coro:

- Bagabi laca bachale lamac cabi
XIPETOTEC
achabade karreljios baske bano
XIPETOTEC
he baske baske bano he XIPETOTEC. –

Di nuovo Damien sembra agitarsi, inquieto. Ma non sembra accadere nulla.
 

Ginevra, Villa della Contessa, 29 Luglio 2001 h. 24.00
 

Angelo attese un po', non c'era delusione nel suo volto, i suoi occhi avevano seguito le reazioni di Demogorgon, percepito l'effetto delle parole, poi si massaggiò fortemente il braccio che continuava a pulsare provocandogli dei forti dolori. Controllò che il Vero Nome del Guardiano fosse scritto nei cerchi secondo il disegno della pergamena. Si avvicinò a Michaela, le sussurrò qualcosa all'orecchio, le praticò un leggero massaggio alla base del collo e ritornò alla propria posizione, poi si rivolse a tutti:
- Bene adesso penso e spero di aver individuato il problema, rifacciamo tutto come prima ma con la variante che adesso il rituale lo recitiamo tutti insieme e contemporaneamente, non perdiamoci d'animo la Fede e' la nostra forza. -
Ad un suo cenno il rituale ricominciò. Gli Empathici presero di nuovo tutti posto, poi si guardarono negli occhi per incominciare e Angelo con un cenno di assenso diede l'avvio. Tutti iniziarono a pronunciare la frase V.I.T.R.I.O.L. “Visita Interiora Terrae, Rettificando Invenies Occultum Lapidem”, aggiungendo alla fine “TUTTO E' SPIRITO, LO SPIRITO E' TUTTO” poi Michaela ed Angelo, insieme iniziarono a declamare la formula:

- Bagabi laca bachale lamac cabi
XIPETOTEC
achabade karreljios baske bano
XIPETOTEC
he baske baske bano he XIPETOTEC. –

Damien sembrava di nuovo agitato, Veniva colto da brividi inquieti, la bava colava sui braccioli della sedia a rotelle. Gli altri membri dei due cerchi ripeterono con le Sentinelle la frase:

- Bagabi laca bachale lamac cabi
XIPETOTEC. -

Poi si ammutolirono, perché qualcosa stava accadendo a Damien. L'Araldo delle Moire spalancò la bocca lanciando uno straziante ed acutissimo urlo di dolore disperato, come se tutte le sofferenze possibili al mondo fossero concentrate in un unico, terrificante urlo. Poi un vapore denso cominciò ad uscire dalla sua bocca spalancata, assumendo strane tonalità nere e verdastre. 

Uno strano sorriso apparve sul volto di Horus...
Un cenno del capo a suo Fratello Odhinn che era già in piedi...
- Questo è il momento dell'Uomo..., ora vedremo come si comporterà Fratello mio..., ora vedremo quanta strada ha fatto..., se falliscono...-
Un tetro sguardo d'intesa attraversò gli occhi di fuoco del Falco Solare e l'unico occhio di gelido zaffiro del Signore di Asgard...

Quando questo strano, aereo ectoplasma fu uscito completamente dalla bocca di Damien, l'Araldo delle Moire crollò inerte, come se fosse morto, sulla sedia. La nube di ectoplasma sembrò contorcersi e ruggire. Tutti i presenti nella stanza potevano sentire come un'oppressione fisica l'odio e la rabbia del Guardiano. 

Il dolore e la rabbia del Guardiano sembravano vero e proprio nutrimento per Horus che nella totale oscurità iniziò a brillare di una fievole ma sempre crescente luminosità azzurra, forse reale, forse solo effetto ottico dato dai raggi della luna e dalla tensione...

Ma i componenti dei due Cerchi non dimenticarono il loro compito e proseguirono il rituale con la seconda frase.

- Achabade karreljios baske bano
XIPETOTEC. -

Un vento innaturale riempì la stanza e tutte le luci, di qualunque genere, si spensero come ingoiate da un buio che era la negazione di tutto. I vetri della stanza si frantumarono in mille pezzi e le tende si alzarono scosse da un turbine violento. Poi la luce della luna filtrò dai vetri rotti illuminando una scena irreale. La parte del Disegno comune ai due cerchi, era come se si fosse illuminata di nero e aperta in una nera voragine che spariva inghiottita nel suolo. La carrozzella di Damien rimaneva sospesa sopra la nera voragine. Un artiglio rosso apparve per pochi, interminabili secondi dal nero Abisso, protendendosi faticosamente, come a tentare di ghermirlo. 
 

Il dolore e la rabbia del Guardiano sembravano vero e proprio nutrimento per Horus che nella totale oscurità iniziò a brillare di una fievole ma sempre crescente luminosità azzurra, forse reale, forse solo effetto ottico dato dai raggi della luna e dalla tensione...

Sulla fronte dell'Araldo inerte era apparso uno strano simbolo, come se vi fosse stato marchiato a fuoco: una spirale contorta, da cui si dipartiva una raggiera di linee che ricordavano sinuosi tentacoli. 

- Ecco adesso è il momento..., vuole il suo sacrificio comunque..., non sa perdere..., come Noi non vuole arrendersi...-
Appena un sussurro mentre gli occhi disumani di Horus seguono tutte le possibili vie che il Destino sta tessendo...

Ma presto l'attenzione di tutti fu attirata da quella che prima era sembrata soltanto una nube. Le volute di ectoplasma nero si stavano addensando. Una figura indistinta sembrò aleggiare al di sopra di Damien. In breve tempo si cominciarono a distinguere le fattezze dell'orribile apparizione. Era di forma vagamente simile a un rettile, aveva due teste, una delle quali sembrava urlare di agonia, ed era la fonte principale delle urla disumane che riempivano la stanza. L'altra testa, si girò su se stessa, e puntò lo sguardo infuocato su Michaela e sulla sua collana. In quegli occhi inumani balenò un lampo di comprensione:
-...TIBI, AYESHA, AETERNUS DOLOR ET TERRIBILIS EXECRATIO...- ruggì il Guardiano tentando di divincolarsi per raggiungere la Sentinella. Nella furia protese le immense braccia artigliate e la coda si agitò violentemente, colpendo la sedia di Damien, che schizzò violentemente attraverso la stanza, schiantandosi sulla parete. 

Gli occhi brucianti di Horus per un istante fuggevole si soffermano sulla ragazza impegnata e concentrata nel Rito... Ascolta con espressione concentrata e turbata le ultime parole sputate come veleno mortale dal Guardiano... Per un istante sembra perdersi dietro le infinite trame del Destino legate a parole così cariche d'odio e di Potere... Un lampo di tristezza attraversa il suo viso mentre la ragazza affronta un Destino toccato precedentemente ad altri...

Fu Angelo a riscuotersi dall'improvvisa apparizione. Alzò le mani e al suo segnale, tutti intonarono l'ultima frase:

- He baske baske bano he
XIPETOTEC -

La mostruosa creatura lanciò un grido furente e in pochi istanti venne risucchiata dall'Abisso nero spalancato fra i due cerchi. I suoi occhi brucianti e colmi d'odio trascinati nel buio e il suo lontano ruggito che si spegne nel Nulla furono una visione da incubo.
Poi più nulla.
Gli Empathici si guardarono l'un con l'altro ma sembrava che nessuno avesse subito delle ferite.

Arthur e Michaela corsero immediatamente da Damien, lo liberarono delicatamente dai rottami della sedia a rotelle.

- Ha qualche osso rotto - disse Michaela - Bisogna farlo ingessare subito. Le costole rompendosi potrebbero avere fatto dei danni interni. - 
Ma Arthur non riusciva a trattenersi dall'abbracciare l'amico. E abbracciandolo sentì il suo cuore che batteva ancora, un battito lento, ma regolare....
- Sei tornato, Damien, ce l'abbiamo fatta! -

Horus per un istante sorride soddisfatto... Dà un occhiata al Fratello che sorride a sua volta...
- Bene l'uomo ha iniziato a vincere le sue guerre da solo..., adesso lo aspetta una lunga strada irta di pericoli..., se però ci saranno molti uomini col coraggio di Damien..., e molti con la fiducia e insistenza di Arthur, Angelo, Michaela..., bè forse Noi non serviremo più...-
Poi dando un’ultima occhiata un po’ preoccupata verso Michaela...
- Forse...-
E insieme al Fratello Odhinn, abbandona la sala... Questa è una vittoria dell'uomo... E' Giusto che la festeggi lui... Gli Dei possono aspettare... Hanno tutto il Tempo dell'universo... Con un sorriso divertito il Falco Solare lascia la villa chiacchierando con il Signore di Asgard...
 

Post tenebram spero lucem.
 

 
 

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