L'incontro di due spiriti
 

di Marzia Possenti ed Elio Guerriero 


La giovane donna sta dormendo sulla paglia; è coperta da un camicione di canapa macchiato di sangue ed è incatenata tramite un collare al muro della sua cella scavata nella pietra.
Nel dormiveglia le sembra di vedere avvicinarsi alle sbarre un uomo grondante d'acqua e vestito da sub che tiene in mano le pinne ed un sacco impermeabile. L'assurda immagine le sussurra: "Non gridare; vado a recuperare le chiavi e vengo a liberarti" dopodiché riprende a salire la scala.
Torna un quarto d'ora dopo con le chiavi del carceriere e le prova tutte prima di aprire la cella, ne deve provare altre due prima di sciogliere anche le catene.
Sorreggendola alla vita la fa salire lungo la scala scavata nella roccia; quando passano davanti all'enorme sala di tortura un brivido scuote il corpo della giovane.
L'uomo sembra accorgersene e borbotta tra sé e sé, con un tono ironico: "Mi ci mancava una pulzella da salvare a disturbare questa missione delicata".
"Missione? Ma di cosa sta parlando?", la voce di lei è deformata dai segni della sofferenza.
La scala scavata nella roccia dà accesso, tramite uno stanzino, ad un salone arredato con solidi mobili di quercia e quindi ad uno studio tappezzato da librerie con una specchiera; ci sono anche una scrivania, una sedia ed una poltrona di pelle.
Il sub conduce la donna alla poltrona e la fa accomodare: "Non preoccuparti, appena possiamo scappiamo di corsa. Ma prima devo fare una cosa."
Inizia quindi a rovistare tutti i cassetti della scrivania, consultando anche le carte.
Quando l'indagine è completa, si ferma e guarda la scrivania grattandosi la testa.
Poi si inginocchia accanto alla scrivania e sembra misurarne i lati; rimuove i cassetti, mette le mani dentro e dopo un attimo grida "Tombola!" e tira fuori un plico di lettere; lo consulta un po', poi esclama: "Leche! Quel gilipollas aveva uno scomparto segreto e manco lo sapeva; queste sono le lettere delle amanti di suo bisnonno! Mettiamole in saccoccia. Non si sa mai. Però siamo ancora a zero".
Infila le lettere nel sacco impermeabile e inizia a riguardarsi intorno.
La donna sembra riprendere forza e si solleva: "Come faceva a sapere che mi tenevano prigioniera qui? La manda Hermann?"
"Hermann chi?"
"Lasciamo stare, un mio amico... credo... Come si chiama?"
"Come mi chiamo? Diciamo San Giorgio; è quello che salvava le pulzelle dal drago, vero?" l'uomo ha sempre quel tono divertito. "Io non sapevo niente di te; sono qui per un'altra cosa. E se posso permettermi, trovarti mi è stato un po' d'impiccio. Già la fuga sarà meno facile, per esempio..."
"Però in compenso ti ha permesso di compiere una buona azione salvando una povera pulzella indifesa... sì, direi che Giorgio può andare!" la battuta si spegne in un gemito represso.
Intanto lui si era rivolto alla libreria e iniziava a guardare i libri.
Ad un certo punto esclama: "Ma guarda che collezione! Ha perfino dei doppioni!" Sfoglia un paio di libri. "Sì, sono proprio dei doppioni. E allora mio caro Conde, i doppioni entrano nella mia libreria" dice soddisfatto infilando cinque o sei libri nella sua saccoccia. "Adesso basta piacere e torniamo al dovere".
Continua a guardare i libri chiacchierando, forse più a se stesso che non rivolto alla donna: "i bibliofili sono così: potrei uccidere il Conde per mettere le mani sui suoi libri, anche se ho dei motivi più validi. Ma non si rubano mai i libri di un altro collezionista. Noblesse Oblige; i doppioni è un'altra cosa, ovviamente. Cosa se ne fa di due copie?".
La donna si è rialzata a fatica e si avvicina a dare un'occhiata ai libri che tanto lo interessano: è una ricchissima collezione di libri cochon degli Anni Trenta di quel genere che allora chiamavano "de cuir"; la giovane si sente quasi mancare ed il sub la sorregge e la riconduce ala poltrona dicendo: "Credo che sia la collezione del nonno, ma anche il conte direi che è un appassionato".
"Così si spiegano molte cose..."
"Se puoi darmi una mano ti sarei grato; del resto di qui non esci finché non ho finito la missione; il Conde ha un libro o un diario, formato libro comunque, su cui devo mettere le mani; l'unica cosa che so è che lo usano quasi tutti i giorni. Bene, non riesco a trovarlo. Hai dei suggerimenti?"
"Un diario dici? E tu cosa te ne fai, non è mica un'edizione rara, no? In ogni caso potresti provare dietro la specchiera: mi sembra un ottimo posto per nascondere una cassaforte. Se è una cosa alla quale tiene particolarmente non credo che la terrà in un posto diverso da una cassaforte, no?"
"Dici che quello scemo conoscerebbe uno sportello segreto nella libreria del nonno? Mi sembra strano; non ha mai conosciuto il nonno. Comunque..."
Prova in tutti i modi possibili, ma alla fine diventa chiaro che la specchiera non è rimovibile: "Come dicevo: a parte la sezione specializzata quello scemo manco la consulta questa libreria, e sì che ci sono libri interessanti... Ma guarda che strati di polvere..."
La ragazza reagisce immediatamente: "La polvere! Se consulta quel libro tutti i giorni, avrà lasciato delle tracce..."
L'uomo, elettrizzato: "In effetti..." Estrae un libro e lo sfoglia: "No, roba devozionale..." Poi un altro: "Hecho! Ormai possiamo scappare!"
Sta per inserire il libro nella sua saccoccia, ma la donna lo ferma: "Ehi, ehi, aspetta un attimo! Avrò pur il diritto di darci un'occhiata anch'io: in fondo ti ho dato una mano a cercarlo, no?"
"Se ti diverte. Ma non è molto utile. È un dizionario cifrato".
Mentre la donna lo consulta, lui tira fuori dalla saccoccia un telefonino, fa un numero e alla risposta dice
"OK, Pedro ahora os nunca!"
"Interessante! Sicuramente ci sarà qualcosa che il nostro amicone ritiene tanto pericoloso da criptare in questo modo... cos'è, i racconti del nonno sono un po' troppo spinti per i gusti del pubblico moderno? Oppure è lui stesso a scriverne?"
"Scrive e riceve. Riceviamo anche noi: abbiamo ascoltato un sacco dei loro messaggi. Ora spero di riuscire a leggerli, anche se evidentemente cambieranno cifrario."
"Riceviamo? Allora siete un gruppo organizzato...come vi chiamate, avete un nome?"
"Sì, certo, siamo organizzati. E segreti."
"Ultimamente dev'essere di moda..." dice la donna a mezza voce. Poi: "Insomma il nostro amicone intrattiene una fitta corrispondenza con qualcun altro e la ritiene tanto pericolosa da doverla criptare... ma cosa diavolo si scrivono?"
"Devo ancora leggere. È quello che vogliamo sapere."
Mentre le risponde, l'uomo sparisce in un altro stanzino e ne riemerge con un flacone di schiuma da barba: "Visto che l'idea di far tutto di nascosto non può funzionare per colpa tua, almeno lasciamo la firma così si spaventano!" e sulla specchiera disegna con la schiuma da barba una stella di Davide inserita dentro un quadrato. La ragazza è molto incuriosita: "Che strano simbolo, non farai mica parte di qualche società segreta?" strizzandogli l'occhio.
"Non io. Loro. Il Simbolo è molto stilizzato ma rappresenta il Talismano di Virgilio. Una cosa di cui loro hanno un'enorme paura".
"Il Talismano di Virgilio... ma cosa diavolo è? Non hanno fatto altro che chiedermelo per tutti questi giorni, ed io non ne avevo mai sentito parlare. Naturalmente non erano molto soddisfatti: tendono a non apprezzare molto le risposte diverse dalle loro aspettative".
"Beh, se hanno pensato che TU eri in caccia contro di loro, non posso dargli torto. E da quello che dici penso che sospettassero di te... Se è così, beh, al loro posto avrei utilizzato anch'io quella camera di tortura. Il Talismano di Virgilio chiude le Grate, e per chi vuole aprire le Grate, ovviamente non è un oggetto piacevole".
Nel frattempo la aiuta ad alzarsi, la conduce al salone e la fa sedere su una sedia; sposta una tenda e sbircia fuori.
"Chiude le Grate? In effetti mi hanno fatto un sacco di domande anche su quelle, e su un tizio di nome Caramuel ed il cammino da lui intrapreso... tu lo conosci?"
"È morto tre secoli fa... Ma il Caramuel è quello che ha impedito al bisibisbisnonno del Conde di aprire le Grate".
"Tramite il Talismano di Virgilio? Se le cose stanno così, voi cosa intendete fare: aprire le Grate o tenerle chiuse?"
"Tenerle chiuse. Ma non è molto semplice. La prima cosa da fare sarebbe interrompere il loro Rituale come fece il Caramuel. Ma bisognerebbe sapere qualcosa di più preciso su di loro. Gli unici appigli che abbiamo sono Avellaneda ed il Conde".
"Hai detto che il Caramuel riuscì a fermare l'apertura: quando e come fece?"
"I dettagli non li so neanch'io. Credo che li sappiano loro. Il punto è che ha sigillato le Grate, ma temo che adesso siano riapribili. E che il Conde stia agendo per riaprirle... Ecco Pedro! Vieni!"
Apre la porta d'uscita e si dirigono ad una macchina, una SEAT, accanto alla porta; l'uomo la fa salire dietro e si siede accanto al pilota: "Adelante Pedro" poi borbottando fra se "con juicio" e ridacchia.
La machina esce dal paese, scende la collina, poi si infila in un viottolo e si accosta ad un'altra automobile, in uno spiazzo accanto al fiume e che non è visibile da nessuna parte.
Il sub scende dalla macchina, si avvicina all'altra, apre il cofano, vi rovista dentro e porge alla donna un paio di jeans e un maglione: "Metti questi".
I due si cambiano e salgono sulla macchina, l'uomo si rivolge a Pedro: "Dura es la vida!"
E questi: "Per fortuna no es longa!" e mette in marcia l'auto; il sub si accende una Coronas e se la assapora:
"Lo so che dovrei smettere di fumare; ma con la vita che faccio, morirò comunque prima che ci possa pensare il cancro. E allora perché smettere?"
Finito di fumare ingrana il motore ed inizia a seguire Pedro: "Adesso sono cinquanta chilometri fino all'autostrada. Pedro fa da battipista per proteggerci; se non ci bloccano fino all'autostrada dovremmo essere tranquilli. Dopodiché sono cinquanta chilometri a Burgos o grossomodo cento a Madrid. Dove vuoi che ti lasci?"
"Madrid, mi sembra la soluzione migliore... Alla polizia. Grazie."
La donna si guarda intorno cercando d'imprimermi bene in testa il percorso ed il volto del suo salvatore
e, in tono puramente discorsivo, gli chiede: "Ma veramente di lavoro fai il ladro di libri antichi? Un ladro gentiluomo come nella migliore tradizione dei film vecchia maniera! Quasi, quasi potrei pensare che sto ancora
sognando! E come sapevi del Conde? Lo sai che hai corso un bel rischio, quelli non sono tipi che scherzano, guarda come mi hanno conciata!"
"No, non è il mio lavoro; diciamo che è un'abilità, un hobby, ed è utile nelle nostre missioni. Del Conde? Se tu paghi bene, puoi scoprire qualcosa da parte degli informatori. E che lui fosse coinvolto in una faccenda di questo tipo lo sospettavamo da sempre".
"Tu e chi altro, lo sospettavate da sempre? È uno noto nella zona per rapire giovani fanciulle indifese?"
"No, non nella storia delle ragazze. Proprio non ci pensavamo e non ci saremmo certo mossi per quello. Lo sapevamo coinvolto nella storia delle Grate".
"Ma se si aprissero le Grate cosa ne verrebbe fuori?"
"Le Piaghe d'Egitto, Sodoma e Gomorra, l'Angelo Sterminatore, il Mille-non-più-mille. Quella robaccia lì. Non scherzo".
"Chi sei? Come posso trovarti?"
"Io spero che tu sia definitivamente fuori dai casini, ma se rifinissi in mano loro, meno sai di me, più io sono sicuro."
"Ti assicuro che lo stesso vale anche per te, amico mio..."
"Penso anche a me lo ammetto, ma soprattutto alla mia missione"
"Devo dire però che non mi dispiacerebbe, se mi trovassi nel bisogno, sapere che c'è qualcuno su cui posso contare (fino ad un certo punto, s'intende!)"
"San Giorgio, passi. Ma la buona azione di quest'anno la ho già fatta."
"Insomma, mi salvi la vita e non ti vedrò mai più?"
"È meglio di no. Sia per me che per te. Tieni un buon ricordo di me, ti prego."
"Quale miglior ricordo di quello di un cavaliere salvatore? Ma proprio non c'è un modo di tenerci in contatto? Magari una casella postale in cui lasciare messaggi, che so, oppure un posto in cui andare per farti sapere che ti cerco. Naturalmente lo stesso vale per te".
"Facciamo così: dammi un indirizzo e-mail e poi (casomai) ti mando il mio..."
La ragazza prende il blocknotes appeso al cruscotto e vi scrive il suo indirizzo; poi col tono molto serio:
"Tu credi veramente che siano riusciti a farmi dire qualcosa in questi giorni? Non è poi così facile farmi parlare... non tutte le pulzelle sono deboli ed indifese... o almeno non sempre! Diciamo che anch'io ho una missione... la tua qual'è?"
"Ne ho tante... Quella di oggi era mettere le mani su quel cifrario per capire cosa stanno complottando; quella di domani sarà leggere i loro messaggi; quella di dopodomani far fallire i loro progetti".
"Questo potrebbe essere terreno comune per entrambi, te lo assicuro. Io credo che mantenere i contatti ci permetterebbe di migliorare la nostra efficacia nei confronti di questo gruppo di pazzi... sempre se lo sono, pazzi..."
"Ma perché tu sei finita in mano al Conde?"
"Il nostro amicone è un tipo simpatico, si fa procurare le donne e poi le tortura modello vecchia inquisizione! Io ero stata invitata a cena da un tizio, un certo Avellaneda, persona di gran classe... almeno così credevo! Mi ha drogata, legata e consegnata al Conde per i suoi giochini! Ma lo sai che quel pazzo si tiene in casa il kit del piccolo inquisitore? E non è da solo a fare questi giochetti, ce n'erano altri tre. Dicevano che sono una strega, che commercio col demonio! Ma ti rendi conto? Io faccio il veterinario, mica l'invasata!"
"Non me la conti tutta giusta. Il Conde naturalmente si rapisce un po' di fanciulle da torturare, pari al nonno. Ma non gli chiede niente sul Talismano di Virgiglio. Le tortura e basta. E Avellaneda lo conosco; è uno dei loro, ma, a parte quello, è un bravo cristo; non è un procuratore di donne; poi non sarebbe neanche capace..."
"Vuoi dire che hanno creduto che fossi veramente una strega? Cosa potrò aver mai detto di così terribile perché lo pensassero?"
"Cosa hai detto TU ad Avellaneda?"
"Non so se ti piacerebbe sentirlo ora... te ne parlerò, prima o poi, stanne certo: dammi solo un po' di tempo per organizzarmi e te ne parlerò..."
"Forse lo hai fatto senza accorgertene ma hai scatenato un vespaio. Il che complica anche la mia missione. Ah, le pulzelle!" L'uomo le parla con quel tono scanzonato e divertito con cui ha evitato di rispondere alle curiosità della donna, un tono che dà molto fastidio alla giovane perché le sembra quello di un fratello maggiore protettivo.
Finge di guardare con estremo interesse la strada che scorre dietro al finestrino e risponde come soprappensiero: "Stai tranquillo, la rende più semplice di quel che potresti pensare..."
"Perché dici così?"
"Non credi anche tu che sia più semplice portare a termine un compito se a farlo si è in due?"
"In due? Noi siamo tanti. E sappiamo cosa rischiamo e siamo addestrati. Ed abbiamo venduto la nostra anima. Tu invece sei innocente. E poi non sei neanche addestrata."
"E chi ti dice che parlassi di due persone?" gli dice la donna con un sorriso ironico. "Sono meno innocente di
quanto credi. E più addestrata..."
"Faresti parte anche tu di una setta segreta?", le risponde lui divertito.
"Diciamo che, se tu servi il Signore del Doppio Spirito, allora non sei l'unico a farlo. E diciamo anche che, se non lo servi, farai bene a dimenticare quello che ti ho detto or ora."
L'uomo tira una frenata per potersi infilare in un'area di parcheggio, che altrimenti avrebbe perso.
Accostata la macchina, si accende un'altra sigaretta. Poi accende la luce interna e la scruta: "È un nome su cui il Conde ti ha interrogato o è un nome che conosci davvero? Mi sembra incredibile: la mia pulzella sarebbe una schiava di Satana! Stai mentendo..."
"Conosco quel nome meglio di quanto tu possa anche lontanamente immaginare. Se ti dicessi che mi ha parlato appena un paio di settimane fa? E chi ti dice che i servitori del Signore del Doppio Spirito siano tutti satanisti?"
L'uomo sobbalza e mormora, come citando: "Coloro che mai hanno avuto commercio con Satana; coloro che hanno giurato di sacrificare la loro anima per proteggere gli adoratori di Satana dal Signore dell'Esercito a costo di combattere contro i loro Fratelli..." Poi freddo e brusco: "Dimmi qualcosa di più. Mi stai incuriosendo".
"Hai giù detto tutto tu, direi... cos'è, una leggenda del vostro gruppo?" La donna s'interrompe un attimo per guardare fuori dal finestrino: "Il Signore del Doppio Spirito ci ha lasciato, purtroppo, circa un mese fa. Ma ci ha dato una missione molto importante, prima di allontanarsi dal suo involucro mortale: salvare questo mondo dall'arrivo degli Angeli Sterminatori. Noi abbiamo il mezzo per incatenare gli angeli, qualcun altro quello per
dissolvere la scala che porterà gli Angeli sulla terra una volta aperta la Grata. Il Signore, che noi chiamiamo con un altro nome, ci aveva preannunciato che aveva dato questo compito anche ad un altro gruppo, con cui avremmo dovuto collaborare. Ma non ci aveva rivelato di quale gruppo si trattasse, anche se io stessa cominciavo a sospettare che si trattasse di un gruppo di persone scelte fra gli adoratori di Satana.
Il mio Signore è sempre stato di larghe vedute, come dimostra anche questo fatto, d'altronde... Ma parlami di cosa sapete voi dell'apertura della Grata".
"Il tuo Signore... che vi ha lasciato un mese fa... dandovi il compito di collaborare con noi..." Sembra perplesso, cerca di capire. Ma presto cambia tono ed è pratico e sbrigativo, come se ci fossero azioni da concordare immediatamente con questa inattesa alleata: "Vi ha lasciato almeno un rituale suppongo... No? È strano...la nostra parte del rituale è ben tramandata. Ma della vostra parte del rituale, quella non abbiamo mai trovato alcuna traccia... Forse è proprio vero quello che sospettiamo da tempo: siamo incapaci a vedere queste tracce, come se fossimo oscurati; il rituale è nei libri davanti a noi e non possiamo leggerli. È una lettura che non ci spetta. E forse voi non potete leggere i nostri rituali..."
"Questa è una possibilità su cui non avevo ancora riflettuto ma, conoscendo il mio Signore, decisamente probabile. Il vostro testo sarebbe visionabile da un'alleata di fiducia? Sono dispostissima a farmi bendare gli occhi ed a fare in modo di non sapere dove si trova, ma vorrei davvero dargli un'occhiata: potrebbe essere la soluzione a quello che entrambi stiamo cercando da tempo".
"È più semplice di quanto pensi: ce ne sono copie nella Biblioteca Nazionale di Parigi e nella National Library di Londra. Ti manderò i riferimenti bibliografici per posta".
"Ci andrò e ti farò sapere al più presto. Sempre che le copie abbiano le stesse caratteristiche dell'originale.
Dimmi un'altra cosa: com'è fatto il Talismano?"
"Il Talismano di Virgiglio. I dettagli a mente non li so... Ma te li scrivo appena posso consultare la mia biblioteca. Avrai notizie da me in tre o quattro giorni".
"Questa mi sembra un'ottima idea. Non dobbiamo perdere i contatti, siamo gli unici due membri dei nostri gruppi a conoscere realmente il legame che ci unisce. A proposito, ho ancora un paio di domande da farti: hai detto che conosci Il Conde da parecchio tempo perché controllavate la sua corrispondenza, con chi si scriveva? Ed ora che avete il cifrario per decodificarla potresti, nei prossimi giorni mandarmi delle informazioni sui contenuti delle lettere? Sono sicura che si tratta dei piani per aprire la Grata e quindi la cosa ci riguarda entrambi. Abbiamo bisogno l'uno dell'altro e dobbiamo scambiarci tutte le informazioni utili per fermare i loro piani. Un'ultima cosa: quando ero prigioniera erano in tre ad interrogarmi, il Conde, un certo "Monsignore" ed un altro che chiamavano "Eccellentissimo"... hai idea di chi potrebbero essere?"
"Lo sapessimo con chi parla: quelli sono tanto segreti quanto noi... Abbiamo scoperto il Conde per pura fortuna; abbiamo individuato l'Avellaneda perché il Conde aveva avuto stretti rapporti con lui. Degli altri purtroppo non sappiamo niente. Comunicano usando le onde corte ed i messaggi cifrati. Sicuramente riguarda l'apertura delle Grate. Ma finché non decifrerò i loro messaggi, non posso sapere niente. A meno che... il tuo Signore qualcosa ti avrà pure detto... No? Peccato! A proposito tu parli del Signore come se fosse una persona fisica; per noi invece è solo un concetto filosofico, un atteggiamento morale..."
"Ne parlo così perché è così: il mio Signore aveva un corpo fisico, fino ad un mese fa. Poi si è tolto volontariamente la vita mortale per assumere unicamente il suo aspetto Eterno. Ci sono molte cose che voi non sapete su di lui, come ci sono molte cose che noi non sappiamo e voi invece sì".
"Aspetto eterno? Pulzellina, non mi dire che hai a che fare con Pathos...", parla con lo stesso tono che ha usato più volte, tra il dolce e l'ironico, l'affettuoso e lo sfottente.
"Come per voi anche fra di noi ci sono molte differenze di pensiero: io sono innanzitutto una seguace del mio Signore poi, se proprio ci tieni, sì, sono un membro del Pathos".
L'uomo cambia rapidamente atteggiamento: quel posarsi a fratello maggiore diventa freddo, calcolatore, come se cercasse di valutare se la donna fosse una potenziale alleata o concorrente.
"E il tuo 'Signore' che rapporti avrebbe con Pathos? Da come stai dicendo, sarebbe uno dei Sette Pilastri..."
"Non so se sto facendo la volontà del mio signore, ma credo sia giusto rivelartelo: il mio signore è Psiche, uno dei sette pilastri, come li chiamate voi, ed è anche il Signore del Doppio Spirito. Quando ci ha fatto questa rivelazione, prima di morire, ha sconvolto profondamente il nostro movimento: nessuno di noi avrebbe mai pensato di collaborare con quello che ci era sempre stato insegnato a considerare un nemico. Ma il Signore ci rivelò che molte menzogne erano state dette per coprire i piani del Signore degli Eserciti. Ormai ne sono conscia: il Nemico si trova all'interno del Pathos stesso, ci sono delle forze che spingono per portare la rovina di questo pianeta e molti membri del Pathos, più o meno consciamente, appoggiano questi piani".
Mentre gli fa questa rivelazione, la donna si rende conto della fortuna rappresentata dal fatto che lui si fosse accostato al parcheggio: le sembra completamente smarrito, il volto si copre di sudore, diventa pallido,
gli occhi perdono lucentezza, il suo sorriso simpaticamente beffardo si è deformato in una maschera grottesca.
Parla quasi senza controllo: "Maschere, maschere e maschere di maschere... Il DOPPIO Spirito; doppio... ora ho capito... voi e noi assieme... È grottesco!" Scoppia istericamente in qualcosa che è a metà tra un pianto ed una risata: "Un labirinto. Mi sento chiuso in un labirinto... Lo sai quale è il simbolo del Signore del Doppio Spirito?"
"Giano?"
"Anche, ma soprattutto il labirinto. Mi sento come un topo nel labirinto... Voi e noi assieme..."
Si accende una sigaretta e la fuma con calma. Lentamente si ricompone; c'è di nuovo nei suoi occhi lo sguardo
strafottente e sbarazzino, c'è di nuovo nella sua voce quel tono affettuoso, ma è come se fosse velato da un rimpianto: "Tu ed io assieme, pulzellina... tu ed io assieme sulla stessa barricata... Mi sarebbe dispiaciuto averti come nemica".
"Ti assicuro che sarebbe dispiaciuto anche a me. In fondo c'era da aspettarselo, da uno come lui, non ti pare? ...ah, dimenticavo, tu non hai avuto il piacere di parlargli di persona... forse, un giorno, potrai averlo... ti assicuro che è un'esperienza notevole" e gli sorride rassicurante.
"È strano come tu ne parli, come se fosse un liberal americano che ha anche dei rapporti con i negri. Per noi il Signore è il Cammino per usare le forze di Satana per il bene dell'Umanità, per sconfiggere quella gente che ti ha ridotto così... Non parlo delle torture, parlo dell'obbiettivo per cui le hanno praticate; non il loro piacere, no... il loro dovere di purificarti! È contro questo abominio che il Signore del Doppio Spirito ci ha attrezzati".
"Sono esattamente le parole che il mio Signore avrebbe usato contro i pazzi cui ti riferisci. Egli ci ha lasciato il compito di sconfiggere le forze che si servono dell'ignoranza e della mortificazione della carne e dello spirito
dell'uomo per tenerlo assoggettato, in condizione di perenne ignoranza. Egli si erge a baluardo della Conoscenza come fonte di libertà e coscienza di sé per l'umanità intera".
"Beh, è parte della nostra missione. Solo parte. Ma i termini e la filosofia per quella parte coincidono".
"Direi che, per una volta, potremmo mettere da parte le 'divergenze d'opinione' e collaborare per uno scopo comune, dato che sembra essere il nostro Destino. Del resto, molti di noi, nei secoli, sono stati uccisi da quei pazzi in nome dei loro ideali deviati, la nostra è una lotta che dura da tempo immemorabile ma in cui per lunghi anni avevamo dimenticato il nome del nostro nemico".
"Quanto di questa è realtà e quanto di questa è leggenda?"
"Le leggende si creano a partire dalla storia, non lo sai? L'importante è saper leggere nel modo giusto le leggende, tenendo presente che si tratterà sempre di un'interpretazione soggettiva della verità, mai della Verità
assoluta. Come ti dicevo, abbiamo combattuto senza conoscere il nome di coloro che combattevamo perché sapevamo di essere nel giusto, di lottare per liberare l'umanità dal giogo dell'ignoranza e della superstizione.
Il mio Signore, prima di lasciarci, ci ha ricordato quel nome e, ti assicuro, non ci fermeremo finché essi non saranno sconfitti".
La donna lo guarda decisa negli occhi. Lui la fissa a lungo, come se cercasse di leggere i suoi pensieri dietro il suo volto; nei suoi occhi corrono emozioni confuse e contraddittorie: dalla speranza al timore, l'urgenza, una fredda lucidità, un curioso grumo di dolcezza.
La voce diventa roca, quasi tremante: "Quale è questo nome?"
Sempre guardandolo fisso negli occhi, la donna gli risponde: "Noi li chiamiamo Presenza".
"No, sbagli. Non è quello il nemico da combattere. Voi parlate di Presenza ed Assenza come se fossero dei Principi Immutabili. Guarda alla sfumature: c'è una differenza tra Papa Giovanni e il Monsignore che ti ha
ridotto così. Molta differenza". Rapidamente si incupisce con gli occhi velati, come se si sentisse trafitto dallo sguardo della donna; e cerca di sfuggirle: "Come c'è una grossa differenza tra il San Giorgio che vedi oggi e quello di pochi anni fa, prima di scoprire il Cammino".
"Non devi pensare che io ti giudichi per il tuo passato, anche il mio non è certo quello di una santa donna: a volte si è costretti a fare delle scelte, soprattutto se si fa parte di un gruppo come il mio. Come mi giudicheresti se ti dicessi che ho assistito all'uccisione di un amico senza fare nulla per aiutarlo?"
"Le scelte sono state le MIE scelte. Non come membro di un gruppo, ma come un libero spirito. Tu hai assistito ad un'uccisione e ti sembra una colpa. E se io ti dicessi che..." si blocca di schianto "No, questo non te lo dirò mai, pulzellina, mai!"
"La scelta di assistere alla morte di un mio amico è stata mia e mia soltanto, e mia è stata la scelta di non fare nulla per aiutarlo. Ti dirò di più, io ho fatto in modo che chi lo ha ucciso arrivasse a lui, io ho ideato buona parte del piano che ha decretato la sua morte. Ma dovevo scegliere: lui o la sopravvivenza del pianeta. Per questo Psiche ha sofferto molto, ma tutti noi ci siamo resi conto che non c'era altra scelta, in quel momento..."
Non le risponde, le sorride; nei suoi occhi lei vede una specie di rimpianto; continua a guardarla per un poco, poi, come se fosse imbarazzato, si accende un'altra sigaretta e cerca un'altra piega del discorso: "È il Signore degli Eserciti il nemico da combattere. E guarda che è anche annidato all'interno della tua organizzazione.
Quanti adoratori dell'Assenza, come dite voi, sono stati addirittura uccisi dal braccio armato di Pathos?"
È come se adesso fosse riuscito a ricomporsi; il suo tono è di nuovo affettuoso e sfottente come prima, ma è un pochino falso, un tentativo di nascondere un travaglio: "Ed io oggi come buona azione quotidiana vado proprio a salvare un'adorabile nemica. Mi sono bevuto il cervello".
"Mi dispiace, forse avrei fatto meglio a lasciarti credere di aver salvato una gentil pulzella... perdonami per averti tolto il tuo piccolo Sogno..."
"Amici, nemici, cosa sono adesso in questo labirinto... Io e te siamo i due spiriti del Signore del Doppio Spirito. Forse stanotte non ho salvato te, forse ho salvato me stesso. O mi sono dannato".
Cade un lungo silenzio imbarazzante, che lei cerca di rompere: "Come ti ho detto, io sono innanzitutto una seguace del mio Signore. È per questo che ti chiedo di aiutarmi in questo difficile compito: impedire l'apertura della Grata. Bada che io ti ho dimostrato una grande fiducia rivelandoti ciò che il mio Signore mi aveva detto
e quindi vorrei che anche da parte tua ci fosse altrettanta fiducia. Io andrò al più presto a Parigi per visionare il libro di cui parli, purché tu me ne riveli il nome, e cercherò di capire se le tue teorie sono vere. Vorrei però che, non appena avrete raggiunto dei nuovi traguardi in queste indagini, tu mi mettessi a parte delle vostre scoperte."
"Certo pulzellina, contaci; ti dirò tutto, ma giurami di non metterti nei pasticci; questa battaglia la devo combattere io... Non voglio che tu possa rischiare a metterti di nuovo in pericolo come adesso. Perché non posso giurare di venirti a salvare una seconda volta..."
"Non puoi combatterla da solo, semplicemente non è stato previsto che tu possa farlo. Mi dispiace, ma dovrai accettare il fatto che io, noi si rischi la vita con te, con voi. Dovremo affrontare il pericolo assieme, altrimenti non avremo la minima possibilità di successo! Mi dispiace, ma dovrai accettare il fatto di avermi ancora fra i piedi, amico mio!"
"Sarà un piacere, pulzellina. Una grossa responsabilità, certo, ma soprattutto un piacere..."
"Ho un altro favore da chiederti, anche se non oso quasi parlartene per l'importanza che questa cosa riveste ai fini dell'esistenza stessa della realtà. Ma voglio prima farti una domanda: hai mai sentito parlare della Lancia di Longino?"
"La Lancia. Senza la Lancia non avrei mai trovato il Cammino del Doppio Spirito. E senza la Lancia non avrei perso colui che mi ha aperto gli occhi..."
"La Lancia ti ha permesso di trovare il cammino del mio, del nostro, Signore? Come ha potuto farlo, dato che era nelle mani del Pathos? E come hai perso colui che ti ha aperto gli occhi? Se non vuoi parlarmene non insisterò, ma credo che le tue parole potrebbero aiutarci a capire molte cose..."
"Certo che ho sentito parlare della Lancia. Chiedi se vuoi, ma non offenderti se poi non ti rispondo... d'accordo che ti ho salvato ma non sperare che per i tuoi begli occhi ti riveli i miei segreti..."
"Io ti sto parlando della Lancia, perché non credo che, ora come ora, sia al sicuro nelle mani del Pathos tutto. Una grossa fetta di noi è corrotta ed appoggia, anche senza rendersene conto, i nostri nemici. Ti ho parlato della Lancia perché la mia mente ha pensato ad un piano terribilmente pericoloso, ma che se riuscisse metterebbe la Lancia al sicuro dalle mani rapaci dei nostri nemici".
"Pulzellina, non fidarti del primo che ti viene a salvarti Non fidarti... Forse la Lancia cadrebbe in mani ancora peggiori".
"E chi ti dice che io mi fidi ciecamente di te?" dice strizzandogli l'occhio e sorridendo. "Naturalmente prenderò le mie precauzioni per evitare che la Lancia finisca nelle mani dei servi dell'Assenza, ma confido che tu, una volta compresa l'importanza del successo di questo piano, mi aiuterai al meglio delle tue possibilità e senza tradirmi. Ascoltami bene: so che la Spada è nelle vostre mani e so che, nonostante i nostri sforzi, il recuperarla potrebbe significare da entrambe le parti gravi perdite e tanto dolore. Sappi che il desiderio del Signore del Doppio Spirito è che i Sette pilastri scompaiano da questo pianeta, portandosi via gli Assoluti e rendendo in questo modo l'Uomo libero di decidere il suo Destino. Questo allontanerebbe per sempre anche la minaccia dell'Angelo vendicatore e dei Demoni distruttori".
"Questa è una cosa che non ho ancora capito. Ho chiesto, ma tutti mi hanno risposto cose strane. Non erano depistaggi; erano opinioni contrarie. Volete partire; volete restare? Cosa c'entra questo con i Quattro Semi ed i Sette Oggetti?"
"Ci sono due forti correnti di pensiero nel Pathos: c'è chi vuole partire e chi vuole restare. Il mio Signore vuole che si parta anzi, sarebbe per soluzioni anche più drastiche... in alcuni dei suoi aspetti! I Semi e gli Oggetti servono per la partenza. È  per questo motivo che mi sono rivolta a te: anche tu segui il cammino del Signore del  Doppio Spirito e quindi credo che sarai disposto ad aiutarmi per far fronte ai suoi  voleri. Ma per far questo abbiamo bisogno della Spada. Io ti propongo un accordo che va ben oltre la semplice alleanza contingente: ti propongo il controllo comune di entrambi gli oggetti. Se accetterai ti spiegherò come entrare nel nascondiglio della Lancia per portarla via e tu dovrai portarla in un luogo noto ad entrambi in cui sarà stata messa anche la Spada."
"Chi ti dice che la Spada sia davvero in mano ai seguaci del Signore del Doppio Spirito? Chi ti dice da che parte si schiereranno i miei capi che seguono sia il Signore del Doppio Spirito, sia il Signore delle Mosche?
Come nel vostro movimento, anche nei nostri ci sono tensioni e battaglie interne... Tu oggi mi stai chiedendo di tradire. Di più mi stai chiedendo di scegliere CHI tradire. Di tradire tutto quello per cui ho combattuto e tenere nascosto ai miei capi la tua offerta. Oppure di tradire te. Perché se io parlerò ai miei capi, poi io dovrò obbedire a loro. Se mi chiederanno di mentirti ed offrirti una Spada che non abbiamo, io ti mentirò. Se mi chiederanno di tradirti, io ti tradirò. Se mi chiederanno di ucciderti, io ti ucciderò. Con dolore, ma io ubbidirò. Scegli. Se tu non parlerai più, io tradirò per salvarti. Quello che mi stavi dicendo resterà segreto. Se tu parli ancora, sappi che ti metti legata nelle mie mani".
Spegne la sigaretta e se ne accende subito un'altra; sempre evitando di guardarla; il nervosismo traspare dal modo rabbioso con cui fuma. Alla sua agitazione si contrappone la calma e la sicurezza della donna: "Tieni presente che, per questa missione, sto rischiando la mia stessa vita e questo dovrebbe darti una misura di quanto essa sia importante. Troveremo insieme un sistema per cui entrambi gli oggetti non possano essere portati via dal luogo di custodia senza l'approvazione di entrambe le parti. Sappi che sono in contatto anche con altri seguaci del Signore del Doppio Spirito e vorrei coinvolgere anche loro in questa Follia. Se accetterai ti chiederò di giurare sul Signore del Doppio Spirito stesso che non mi tradirai mai, ed io farò la stessa cosa ora, qui, di
fronte a te."
La sua voce è amara: "Te lo ho detto. Io non posso giurarti niente. La scelta dipende dai miei capi. Io dovrò obbedire a loro. Ma io ti posso giurare una cosa, pulzellina;" adesso la guarda e i suoi occhi sono franchi e la sua voce è ferma e forte: "te lo giuro nel Signore del Doppio Spirito: io riferirò la tua proposta alla Guida del
Cammino; e farò del mio meglio per evitare che si decida di tradirti; e che se purtroppo la scelta sarà quella, chiederò che spetti a me il compito; e che cercherò di farti soffrire il meno possibile. Questo ti giuro".
"Questo mi basta. Come vedi sono disposta a rischiare tutto pur di soddisfare i desideri del Signore del Doppio Spirito...spero che anche tu sappia fare lo stesso. Sappi soltanto che, se accetterai il compito di uccidermi, avrai levato la mano contro una tua sorella che si fidava di te".
Lui evita il suo sguardo; mormora: "Mi auguro che il Signore del Doppio Spirito ti abbia mostrato il giusto
Cammino". Poi cerca di riprendere il suo tono scanzonato, anche se spesso l'accento si spezza: "Beh, adesso che tu hai scelto la tua e la mia sorte, almeno cerchiamo di chiudere l'affare. Tu hai parlato della Spada e della Lancia, ma i Semi sono quattro. Forse la Testa non è ancora in mano vostra; ma la Coppa ce la avete soffiata nel foto-finish. Che vantaggio abbiano tutti noi a possedere insieme il cinquanta per cento?"
"Che entrambi sapremo dove si trovano due dei quattro semi: ti pare poco? Tieni presente che, in fondo, seguiamo lo stesso signore. Di conseguenza io credo che  avere entrambi il controllo della metà degli oggetti è come dire che il Signore del  Doppio Spirito li controlla. Io direi che è molto, no? Ma tu non mi hai detto se avete la Spada. So che i seguaci di Satana sono divisi in molti  gruppi e che uno solo di essi ha il controllo della Spada: questo gruppo è controllato dal Signore del Doppio Spirito o no?"
Il suo accento è quasi disperato: "E come faccio a saperlo? Il Signore del Doppio Spirito deve essere un paranoico: nessuno sa niente di nessuno. Io sono in un’organizzazione che controlla la Spada; il mio comandante in questa  organizzazione è un seguace del Signore del Doppio Spirito. E tieni presente che noi non "controlliamo" nessuna organizzazione; quello che possiamo fare è solo "tenerla sotto controllo". Non sono in grado di dirti altro che questo. E che tu mi hai convinta. E che se vorrai che io parli col mio comandante farò del mio meglio per convincerlo che questo è il nostro giusto Cammino. Ma non posso giurarti di essere capace di convincerlo".
Alla tensione dell'uomo risponde ancora la calma della donna, ai suoi timori la sicurezza di lei, alla sua angoscia le certezze di lei.
"Mi basta. Bada bene che non ti sto offrendo una via sicura, ma l'equivalente di un minuscolo sentiero che si arrampica in verticale lungo il crinale di una delle montagne più alte del mondo: se accetterai rischierai (ed io assieme a te) tutto ciò che hai di più caro: io so che di te mi posso fidare e tu sai che puoi fidarti di me, ma
entrambi non possiamo fidarci di tutte le altre persone che verranno coinvolte in questo progetto. Io rischio l'annientamento se vengo scoperta, ad opera dei miei stessi fratelli. Tu lo stesso. Se ci tradiremo a vicenda questa vicenda avrà una conclusione peggiore di una tragedia di Shakespeare. Io spero che tu capisca che quello che sto facendo è volto unicamente alla salvezza dell'umanità di questo pianeta...- un sorriso amaro si dipinge sulle sue labbra - per gli altri universi non garantisco!"



 


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