Il Cavaliere del Ricordo IV:
nell'abisso dei sentimenti

 

di Alexander Haag


Perché? Giorni e giorni a chiedermi i motivi che hanno portato alla tua scelta: delusione? destino? ragione? distruzione? catastrofe? Cosa? COSA?

Non riesco a capire. Non riesco. È più forte di me: perché? Perché hai abbandonato il mondo che hai tentato di dominare e salvare? Il mondo che hai abitato da mortale, non era forse la tua giostra preferita? Come ti piaceva giocare con noi, come ad una madre piace giocare con i suoi figli quando sono piccoli. Cosa ti ha portato lontano da noi? Lontano da me...

I ricordi mi distruggono: mi mangiano da dentro come fossero vermi voraci. Sento la mia anima dilaniata, tagliata, ridotta a brandelli. Fa male. Ed ancora di più fa male perché non riesco a capire il tuo disegno, il tuo scopo. Cosa vuoi che faccia? COSA VUOI ORA?

Passo i giorni nella più totale apatia... è terribile quello che mi è accaduto... quello che potrebbe essere accaduto anche agli altri miei fratelli... l’altro giorno sono andato a casa tua, sperando di trovare chissà cosa: poco prima di uscire dall’edificio ho visto per la strada una donna ed il cuore quasi mi esplodeva. Eri tu: i tuoi occhi, il tuo viso, i tuoi capelli. Ma è stato solo un attimo: i desideri del mio cuore erano stati così forti da farmi vedere ciò che loro volevano, ciò che io volevo. Guardai la donna e mi nascosi: era Michaela. Dio, quanto ti assomiglia! Nei suoi occhi, la tua stessa potenza e fragilità. Nei suoi gesti, la tua stessa sensualità. Si guardò intorno mentre parlava con la portinaia ed io mi nascosi di più: non potevo vederla, non  volevo incontrarla. Mi avrebbe ricordato troppo te. Girai l’angolo della strada e me ne andai...

Troverò un modo per uscire da questo abisso di emozioni? Ci sei ancora... in me ci sei ancora... e gridi, ordini, ridi, accarezzi... in me ci sei ancora... nella tristezza di questi ricordi, fai nascere il tuo nuovo cavaliere... il tuo cavaliere d’autunno...

In questo abisso di emozioni... ognuno di noi è solo con i suoi ricordi... solo, come una foglia che cade da un’albero d’autunno... ma non è così: se la foglia potesse guardarsi intorno ne vedrebbe altre che cadono, qualcuna più lenta, qualcuna più veloce, qualcuna proprio come lei... siamo tutti foglie di un vecchio albero di settembre che vede vicino l’inverno, anche se è scaldato dal sole... siamo tutti foglie che cadono verso la Terra...

Non so perché non ci sei più, ma so che ora il tuo ricordo vivrà in me ed ogni autunno ti ricorderò e ti amerò come non ho fatto...

Addio Demetra.

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