Epifania Notturna:
matrimonio con il Destino

di Abraham Nocosvik




Non mi sono mai sentito così bene; il giorno del mio matrimonio, sono felice.
Aspetto davanti all’altare la mia sposa. Sarà certo stupenda.
Già la immagino, vestito candido, il bouquet in mano, il viso sorridente e rosso d’emozione.
Il cuore mi batte all’impazzata.
La vedo: l’abito candido, il velo che le copre il viso.
Attraversa la navata accompagnata da un uomo dal volto senza importanza. Lei è importante… Lei… Laura.
L’uomo la lascia, al mio fianco.
Vivo la celebrazione nell’attesa della frase:
“Puoi baciare la sposa…”
Proprio come nei film.
Un sacerdote insignificante mi guarda e dice:
“Puoi baciare la sposa…”
Mi volto:
Scanso il velo…
La guardo diritta negli occhi… quelle orbite vuote…
La Morte… la mia sposa.
… …
… …
… ...
Buio.
Vuoto.
Mi sento cadere… soffocare… Dove sono?
Cosa mi hanno fatto?
Non posso alzarmi… Hanno sigillato il coperchio… Non sanno che sono dentro?
Voglio urlare: ‘Non sono morto… E’ lei che è morta, non io!!!!’
Niente esce dalla mia bocca…
Non respiro.
Non ci riesco…
Che succede?
Che domanda stupida in una situazione del genere.
E se mi lasciassi andare ?
Abbraccio la Tenebra.
Voglio la pace, voglio l’oblio, voglio dormire.

Urlo.
Mi guardo attorno; sono a casa nel mio letto.
Zuppo di sudore.
Sogni. Altri maledetti sogni.
- Mi tormentano dal giorno della dalla sua morte, da una settimana; il loro nepente non mi da sollievo; anche nel sonno la realtà viene a disturbarmi.-
Mi alzo barcollando, stordito dall’incubo e dalla mancanza di sonno.
Apro un cassetto; ne estraggo un contenitore d’oro e da li l’anello.
Accarezzo la fede nuziale… adoro le incisioni all’interno del cerchio, come volessi stamparmi nella carne quel nome… Laura.
Laura è morta.
- Come faceva la filastrocca, il ritornello, il motivetto, il “comediavolosichiama”?
‘Finché morte non vi separi.’-
Bella frase quando ci si va a sposare. Brutta quando la si vive.
Eppure io dovrei capire.
Eppure io che ho visto oltre il Velo di Maya dovrei comprendere.
Eppure io che ho scelto di servire Destino dovrei capire la Morte.
Perché non ci riesco?
Sono un uomo e temo la morte, ma mai più di adesso la agogno.
Il Destino gioca con me: la mia malattia non c’è più - io che dovevo morire sono qui, lei invece non c’è più.
Non c’è più… No, non è questa la verità.
Lei non c’è mai stata. E’ sempre stata al mio fianco ma non c’è mai stata.
Da quando ho visto la vera Realtà.
Da quando ho abbracciato le Emozioni
Battezzato dalla Tenebra.
Non era lei la mia vera compagna.
Non era lei la mia vera sposa.
Le Emozioni sono le mie spose. Sono le mie mogli. Destino è il mio compagno.
Il Pathos, la mia unica famiglia.
Questa è la verità. Una verità che non ho mai voluto vedere.
Un lampo alla finestra, un rumore forte, ticchettio, rombo.
Pioggia.
Esco fuori al balcone a petto nudo: non sento freddo, non sento vento.
Sento solo la pioggia: voglio che mi entri dentro, che si porti via i miei pensieri, questa verità che non voglio vedere, meglio che trascini via la mia anima!
Mi sento svuotato, Laura si è portata via una parte di me, come si fosse portata via tutta la mia vita.
Questa sera ho capito. Comprendo finalmente gli eventi indistinti del mio passato.
Destino è un padrone esigente che forma i suoi servi con atti duri e incomprensibili.
E’ un padre buono perché dona discernimento ai suoi figli che vacillano.
E’ un amante geloso, perché vuole il suo sposo solo per sé.

Bagnato fino al midollo, immerso in questa scena, non c’è distinguo tra Realtà e Sogno.
- Forse sto ancora dormendo e non me ne rendo conto. La mia vita sta andando alla deriva. Ho bisogno di risposte. Sono coincidenze quelle che mi accadono o solo mie Follie?-
Alzo lo sguardo al cielo, gli occhi chiusi, le braccia aperte.
La voce della mia anima si alza dal profondo:

“Sono qui mio Eterno. Ti aspetto.
Mi hai tolto tutto quello in cui credevo.
Eccomi. Una pagina vuota.
Tuo.”


Note dell’Autore:

Ringrazio il buon MOMM  e Simone di avermi aiutato a scrivere questo pezzetto di storia.


      


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